Castel del Monte:
La corte
con una sorgente in una vasca centrale
"... Al centro di questa [corte] è tradizione che esistesse
una
grande vasca marmorea ottagonale, mirabile per essere tutta di un pezzo
(secondo la leggenda [*]... dentro vi si sarebbe aperte le vene il
costruttore del Castello). Ma oggi qui non esiste altro che una cisterna
sotterranea (ora rimessa in efficienza) che mediante un cunicolo comunica con quella situata
esternamente al Castello e riceveva acqua dalla terrazza mediante
condutture ricavate nello spessore delle pareti come può vedersi
da quella qui [nella sala Nord-Est, la seconda, a sinistra del portale]
messa allo scoperto e collegata in alto con la cunetta dello spiovente interno della copertura... ."
[*] "Una ... leggenda si riferisce alla misera fine dell'ignoto architetto
incaricato da Federico II della costruzione del Castello. L'Imperatore,
stando lontano, aveva mandato uno de' suoi cortigiani a esaminare i
lavori per riferirgliene. L'inviato partì, ma invece di recarsi a Castel
del Monte si fermò a Melfi, preso d'amore per una vaga fanciulla.
Richiamato, pensando che l'imperatore non avrebbe mai avuto occasione di
vedere il castello e non sapendoglielo descrivere poiché non l'aveva
veduto, gli disse che l'opera era miseramente fallita. Irritato
per tale notizia, Federico mandò guardie al castello con l'ordine di
arrestare l'architetto, il quale a tale notizia, preso da disperazione,
si tagliò le vene entro la vasca della corte. Quando l'imperatore si
recò finalmente a Castel del Monte e ne constatò lo splendore, infuriato
per la menzogna del cortigiano, trasse quest'ultimo per i capelli in
cima a una torre e lo precipitò di sotto con le sue stesse mani."
[La leggenda
è raccontata da Miss Janet Ross in "The land of Manfred, prince of
Tarentum and King of Sicily", Ed. Murray, London, 1889, pag. 35]
[da "Guida di Castel del Monte" di Bruno Molajoli, Ed. Gentile, Fabriano,
1934, pagg.5-6, 26]
Della vasca al centro della corte ne parlano tre scrittori
che raccontano di averla vista: il Pacichelli, il Colavecchia e il D'Urso. Ecco le loro descrizioni.
Il Pacichelli: "Vi hà nobilissimo Atrio, e confacevole ad un magnifico
palazzo, e ben munito castello, con le porte di puro, e fino metallo.
Una Sorgente di Acqua fredda, e leggiera l'adorna nel mezzo, in copia
bastevole à dissetare un'Esercito. Due scale grandi in giro, e diverse
picciole danno il passo a' suoi Quarti superiori, e all'immenso ambito
delle stanze, che ad alcuni Passeggieri hà fatto desiderare il filo di
Arianna, per iscuoprire la più regolata dispositione: in una sala de'
quali si vede scolpito l'Imperatore sudetto, con diversi de' suoi
Soldati, e Ministri."
[da "Lettere familiari istoriche ed erudite",
di G.B.Pacichelli, Napoli, 1695, tomo I, pag.139]
Riccardo Colavecchia nella sotto citata opera curata dall'Orlandi:
"Contiene di vantaggio un gran Cortile, in cui si vede una Pila,
o sia Vaso di marmo bianco ottagono, di una grandezza che fa stupore,
come siasi potuto trasportare nell’altezza di quel Monte,
che è circa mezzo miglio."
[da “
Andria città nel Regno di Napoli nella Provincia di Bari”, di R. Colavecchia,
in “
Delle Città d’Italia e sue isole adjacenti compendiose notizie sacre, e profane”,
a cura di Cesare Orlandi, Stamperia M. Reginaldi, Perugia, 1772, Tomo II, pag 68]]
Il D'Urso, dopo aver sintetizzato il racconto del Troyli, scrive:
"
Ho detto dalle prime di non trovarsi in esso arme, o iscrizioni
alcune; ad eccezione di un basso rilievo sito (1) nell'alto
delle pareti del cortile, dove si osserva effigiata una donna in atto
sommessivo alla presenza di un Duce seguito da gente bellicosa.
Questo geroglifico sfugge la mia interpretazione; come del pari non ho
saputo indovinare la significazione di quelle lettere, le quali sono
scolpite al di sotto dell'istessa lapida, e sono queste:
D.s I. D. C. a D. B. lo C. L. P. S. HA
.[immagine a destra]
Da Giustiniani si vuole esservi una testa di marmo sull'alto della porta
d'ingresso, ammantata da raggi, alludendo a Pietro delle Vigne,
consigliere di Federico II. Io per altro non l'ho saputo discernere. ...
oggi non esistono più quei marmi preziosi, essendo stati involati da
mano avida e vilana ... come del pari venne rusticamente ridotta
in brani una vasca di marmo, ch'io ricordo aver veduta nel cortile, la
quale aveva de' sedili incavati nell'istesso masso; vasca mirabilmente
intagliata per uso de' bagni."
(1) "Questo basso rilievo sembra non averci che fare col
presente edifizio; mentre avrebbe preso altro sito come sul portone
d'ingresso, e non già in un punto che sfugge la chiara vista di ognuno.
Piuttosto apparteneva all'antica rocca, o posteriormente nell'edificarsi
questa nuova per non perderla, lo locarono senza impegno in quel punto,
dove oggi trovasi."
[da "Storia della Città di Andria ..."
di R. D'Urso, Tip. Varana, Napoli, 1842, pag.55]
L'ing. Francesco Sarlo, in una breve relazione sui restauri eseguiti nel 1889 a Castel del Monte,
a proposito dell'iscrizione scrive:
"Dell’epoca di Federico non vi è iscrizione alcuna che accenni alla classica opera del Castello,
lo che fa ignorare assolutamente l’architetto ed i costruttori. Vi è soltanto all’altezza
del primo piano incisa sopra una finta di pilastro la epigrafe seguente, che potrebbe alludere
a qualche restauro fatto in quell’anno; dessa fu pubblicata non correttamente dal d’Urso
(Storia della città di Andria), ed ora qui si riporta nella sua vera lezione: ... ."
1566
D.s • I • D • C.A • D
B.LO • C.O • L • P • P
S.A • ML.TA • DIE
3 7.b s
[stralcio da "Restauro a Castel del Monte ..." di Francesco Sarlo, estratto dal periodico
"
Arte e Storia", Firenze, 1889, Vol.VIII, Fasc. n.26, pag. 204]