[vestibolo della chiesa inferiore (foto di Malgherini-Attimonelli)]
Di seguito si trascrivono e traducono le Cronache del tempo in cui vissero le due Imperatrici sveve Jolanda di Brienne ed Isabella d’Inghilterra, due mogli di Federico II di Svevia, a suo tempo sepolte nella nostra Cattedrale, nonché quanto poi gli storici hanno annotato su di esse, perché l'insieme dei resoconti e delle ricerche operate dagli studiosi ci permettono di approfondire le vicende storiche della nostra Città.
Si noti nelle Cronache che diverse volte il Palazzo-Castello
comitale di Andria
fu dimora imperiale, e non poteva trattarsi di Castel del Monte in quanto sembra
che, negli anni in cui si svolsero gli eventi, esso fosse ancora in costruzione (o in totale rifacimento su un eventuale precedente normanno):
- il 26/27 aprile 1228, quando Isabella (Jolanda) di Brienne generò in Andria Corrado
(certamente in una adeguata dimora) e tuttavia non presso il marito
imperatore Federico, nonostante
questi si trovasse in regione (a Troia, e qualche giorno prima, a Barletta per la
pasqua) e alla notizia vi accorse. L’imperatrice purtroppo
dopo dieci giorni, per le complicazioni del parto, vi morì e venne sepolta
(probabilmente) nell'adiacente Cattedrale;
- nel settembre del 1238 "l’Imperatrice [Isabella d'Inghilterra] dalla Lombardia tornò nel Regno, e
per ordine dell’Imperatore elesse Andria come sua dimora";
- nel dicembre del 1241 l’imperatrice Isabella d’Inghilterra, nonostante fosse deceduta a Foggia (il 1° dicembre),
venne comunque seppellita nella Cattedrale di Andria
(probabilmente nello stesso dicembre; infatti il 30 gennaio 1242 non è la data di sepoltura in Andria, ma la data della lettera di Federico II a Enrico III
re d'Inghilterra e fratello dell'imperatrice).
Si consideri che le esequie dell'imperatrice in Andria dovevano certamente richiedere un cerimoniale che fosse supportato da un luogo-residenza per l'accoglienza degli ospiti.
Un altro elemento da considerare è l’esistenza di due sculture di
figure femminili verso la metà dell’Ottocento presso la porta principale
della Cattedrale, ipotizzate come effigi delle due imperatrici sveve,
osservate dal Canonico della medesima Riccardo D’Urso, che scrive nel 1841,
e viste dall’architetto Carlo Bonucci durante la sua visita alla Cattedrale nell’autunno del 1853.
Non possiamo dubitare della effettiva presenza delle due sculture sull’ingresso della Cattedrale,
almeno nel periodo tra il 1800 ed il 1853; sia perché nessuno a quel tempo smentisce il D’Urso
ed anche il suo contemporaneo Borsella (che scrive dopo il 1844 a portico
eretto) il quale afferma che “stanno i ritratti lapidei delle due Vergini”,
sia perché non possiamo neppure esitare sull’affidabilità di Carlo Bonucci,
allora “architetto direttore funzionante del Real Museo Borbonico con la direzione de' reali scavi di Pompei, Ercolano, Pozzuoli, Capua, Pesto, ecc.
(nella nomina del 28/04/1844)”
e contemporaneamente, in Puglia, direttore degli scavi archeologici nella necropoli della vicina Canosa e di Gnatia.
Ciò di cui non abbiamo certezza documentata è che tali sculture appartenessero o fossero effettivamente appartenute alle tombe delle due imperatrici.
Tuttavia quando nel 1904 l’arch. Arthur Haseloff visita la Cattedrale e studia la relativa chiesa inferiore,
accenna a dette due sculture di cui parla il D’Urso, ma afferma di non averne più trovato traccia.
Esse devono essere state rimosse o distrutte in lavori di ristrutturazione tra il 1853 (e quindi dopo l’elevazione del portico terminato nel 1844) ed il 1904,
forse nei lavori eseguiti tra il 1901 ed il 1903 alla navata cemtrale col
rifacimento in tufi della volta.
[trascrizione dell’originale in latino] | [traduzione] |
---|---|
Incipiunt Chronica de hiis omnibus que in Regno Sicilia gesta sunt vel ubique per orbem,
a tempore regis Guillelmi secundi usque ad tempora Frederici secundi, Romanorum Imperatoris semper Augusti,
Iherusalem et Sicilie regis tractata per Notarium Ryccardum de Sancto Germano.
M°CC°XXV°.
M°CC°XXVIII°.
M°CC°XXXV°.
M°CC°XXXVIII°.
M°CC°XLI°. |
Iniziano le Cronache di tutto ciò che è accaduto nel Regno di Sicilia e dovunque nel mondo,
dai tempi di Re Guglielmo II fino ai tempi di Federico II, Imperatore dei Romani sempre Augusto,
Re di Gerusalemme e di Sicilia, redatte dal Notaio Ryccardus di Sancto Germanus.
1225.
1228.
1235.
1238.
1241. |
[testo tratto da “Ryccardi de Sancto Germano Cronica”, in “Rerum Italicarum Scriptores” di L. A. Muratori, Tomo VII – Parte II, curato da C. A. Garufi, N. Zanichelli editore, Bologna, 1938, pp. 127-128, 150-151, 191, 197-198, 212]
[trascrizione dell’originale in latino] | [traduzione] |
---|---|
Breve chronicon de rebus siculis,
Anno Dominice incarnationis M.CC.XXV, … Cum eadem puella mense octobris, decime quarte indictionis, ad portum Brundusii regressi sunt. De mense novembris eiusdem indictionis eam apud eandem civitatem desponsavit. In anno incarnationis. M. CC. XXV, indictionis decime tercie, Fredericus coronatus fuit in regem Hierusalem.
Anno Domini M. CC. XXVIII, mense aprilis, prime indictionis,
imperatrix Elisabeth uxor Friderici imperatoris,
filia regis Joannis, apud Andriam civitatem Apulie XXVI predicti mensis aprilis
[4]
peperit filium quem conceperat ex viro suo imperatore Friderico. Quem dominus imperator pater suus,
statim ut audivit eius nativitatem apud Troyam civitatem Apulie, ubi tunc erat, imposuit ei nomen Conradus. In cuius obitu interfuerunt omnes prelati regni Sicilie, qui convenerunt ad generalem curiam Baroli quam idem imperator ordinavit apud eamdem terram. In qua multa disposuit de regno suo Sicilie, eo quod ipse transire volebat ad partes Syrie ut redimeret votum suum. In sequenti vero mense iunii huius supradicte incarnationis et indictionis, dominus imperator, assumptis quibusdam fìdelibus regni Sicilie, cum quadraginta galeis in vigilia Sancti Petri supradicti mensis iunii [iun. 28] exivit de portu Brundusii. Et sequenti die in festo eiusdem sancti [iun 29] applicuit Hydruntum civitatem Apulie. … |
Breve cronaca delle vicende del Regno di Sicilia,
Nell’anno della incarnazione del Signore 1225, … Nel mese di ottobre della quattordicesima indizione ritornarono nel porto di Brindisi con quella fanciulla; nel mese di novembre della stessa indizione l’imperatore la sposò nella stessa città. Nell’anno dell’incarnazione [del Signore] 1225, tredicesima indizione [quindi entro il 31 agosto], Federico fu incoronato Re di Gerusalemme.
Nell’anno del Signore 1228, nel mese di aprile della Iª indizione,
l’imperatrice Elisabetta,
moglie dell’imperatore Federico e figlia del re [di Gerusalemme] Giovanni, nel giorno 26 [27 nel codice di Napoli]
del predetto mese di aprile
[4]
ad Andria, città della Puglia, partorì un figlio che aveva concepito da suo marito l’imperatore Federico.
Detto sovrano imperatore, stando allora a Troia, città della Puglia, appena seppe della di lui nascita, in quanto suo padre, gli impose il nome di Corrado. Alla sua morte parteciparono tutti i prelati del Regno di Sicilia, convenuti in Barletta all’adunanza generale, organizzata in quel luogo dal medesimo imperatore; in essa egli dispose molte cose riguardo al suo Regno di Sicilia, in quanto intendeva recarsi in una zona della Siria, per adempiere al suo voto [della crociata]. Infatti nel seguente mese di giugno di tale suddetto anno dall’incarnazione [del Signore] e stessa indizione, il sovrano imperatore, presi con sé alcuni fedeli del Regno di Sicilia, nel giorno [28] di giugno, vigilia della festa di san Pietro, con 40 galee salpò dal porto di Brindisi. Indi il [29] giorno successivo, festa del medesimo Santo, approdò a Otranto, città della Puglia. … |
[testo latino tratto da Huillard Bréholles, “Breve chronicon de rebus siculis” (traslato dal codice vaticano cartaceo n. 7145), in additamenta a “Historia Diplomatica Friderici Secundi”, Tomus I., pars II., Parisiis, 1853, pp. 896-897, 898.]
[trascrizione dell’originale] | [traduzione] |
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De sententia in imperatorem lata. “Gregorius episcopus Stephano [Langton] Cantuariensi archiepiscopo salutem, etc. … Exinde apud Ferentinum in colloquio simili duorum annorum transfretandi [Fredericus] elegit sibi terminum et praefixit; sicque transiturum, et nobilem mulierem (nota 3: Yolande de Brienne), natam carissimi filii nostri in Christo Johannis regis Jerosolimorum, illustris ipsius regni haeredem, in conjugem recepturum, solenniter praestito juramento spopondit; adjungens, quod per hoc ad obsequium Terrae Sanctae, non ut caeteri peregrini, sed ut Templarii et Hospitalarii, se in perpetuum obligaret. … ” De morte Ysabellae imperatricis. Obiit etiam eodem anno gloria et spes Angliae Ysabella imperatrix, in partus discrimine, De cujus morte nimis dolenda per hanc lugubrem imperatoris sponsi sui Fretherici epistolam plenius certificamur. Epistola imperatoris de praedicta morte [to Henry III]. “Frethericus imperator, etc., regi Angliae salutem. … Die namque primo intrantis mensis Decembris praeteriti, et memoratu nobis occurrit horribile, dicta consors nostra imperatrix, soror vestra, vocante Domino, Qui aufert spiritum principum, apud Quem non est exemptio vel acceptio personarum, naturae concessit. … Datum Coronatae, XXX. die Januarii, etc.” |
La scomunica emessa contro l’Imperatore “Gregorio vescovo saluta Stefano [Langton] arcivescovo di Canterbury, etc. … Dopo, in un (altro) simile incontro a Ferentino, trascorsi due anni, Federico scelse un termine [per la crociata] e lo fissò; cosi che si sarebbe portato [in Terra Santa] ed avrebbe preso in sposa una nobile donna, nata dal nostro carissimo figlio in Cristo Giovanni, re di Gerusalemme, (Jolanda di Brienne) illustre erede del suo regno, con un solenne giuramento; aggiungendo che con ciò si impegnava per sempre al servizio della Terra Santa, non come gli altri pellegrini, ma come i Templari e gli Ospitalieri. … ” La morte dell’imperatrice Isabella. Nello stesso anno [1241] morì di parto anche la gloria e la speranza dell’Inghilterra, l’imperatrice Isabella, della cui morte siamo più che sicuri per questa triste lettera dell'imperatore Federico, suo sposo. Lettera dell’imperatore [ad Enrico III] sulla predetta morte [dell’imperatrice Isabella] “Federico Imperatore, ecc., saluta il Re d'Inghilterra. … Mi è terribile, infatti, ricordare il primo giorno dello scorso mese di dicembre [1241]; la suddetta imperatrice mia consorte e tua sorella è deceduta, chiamata dal Signore, che porta via anche l’anima dei principi, e nessuno n’è escluso. … Inviata da Incoronata il 30 gennaio 1242.” |
[testo tratto da “Matthaei Parisiensis, monachi Sancti Albani, Chronica Majora”, in “Rerum Britannicarum Medii Aevi Scriptores during the Middle Ages”, Edited by Henry Richards Luard, B.D., London, 1876., Vol. III., A.D. 1216 to 1239. pp.145,147; 1877, Vol. IV., A.D. 1240 to 1247. pp. 175-176.]
[trascrizione dell’originale in francese] | [traduzione] |
---|---|
Mort de Gregoire IX et Isabelle.
… NOTE
[1]
Ricard. De S.-Germ., ad ann. 1241, ap. Murator., Script. Rer. Ital., t. VII. – Lettre de l’empereur au roi d’Angleterre,
datée de l’Incoronata, 30 janvier 1242, ap. Matt. Paris, t. V, p. 235. – Ricc. D’Urso, Stor. di Andria, donne pour date le 21 décembre.
[2]
Les tombeaux des deux impératrices existent encore dans la crypte de la cathédrale d’Andria.
Cette églìse, dans la premìère moitié du XIII° siècle, se composait de deux étages, dont l’inférieur fut fermé depuis et converti en charnier, selon l’usage pernicieux suivi en Italie. Ces monuntents restèrent donc soustraits aux regards. On peut maintenant descendre dans la crypte par l’ouverture d’une tombe, et on trouve plusieurs fragments des deux mausolées consistant en morceaux fìnement taillés et en quatre colonnettes qui s’élèvent au milieu d’un amas d’ossements; mais on ne sauraìt dire s’ils sont de pierre ou de marbre à cause de la croûtc noirâtre qui lcs recouvre. L’amoncellement des os est tel qu’on n’a pu dégager la base de ces tombeaux, de manière à lire les inscriptions qui y sont probablement gravées. (Note communiquée par M. Onofrio Bonghi, secrétaire général de l’intendance dc Bari et antiquaire distingué.) Telle est aussi l’opinion de M. Ricc. D’Urso, qui n’a pas reculé devant la pénible tâche dc visiter ce funèbre lìeu. Il ajoute que, selon la tradition, les corps des deux impératrices furent transférés dans le vestibule de la cathédrale, après la ruine de la maison de Souabe, et que les deux statues de femme qui sont à l’entrée de la grande porte représentent Iolande et Isabelle, dont les os, mêlés ensemble, auraient été déposés sous la pierre qui est entre ces deux mêmes statues. (Stor.di Andria, lib. IV, p. 69.)
[3]
«Imperatrix in partus discrimine obiit.» Matt. Paris, Hist. major, ad ann., p. 391.
[4]
Petr. De Vineis, Epist., lib. V, cap. 16. – Voyez aussi le Tabl. Généalog. De Raümer, Gesch. Der Hohenst., t. IV.
|
Morte di Gregorio IX e di Isabella [d’Inghilterra].
… NOTE
[1]
Rycardi De S. Germano, ad ann. 1241, ap. Muratori, Scriptores Rerum Italicarum, t. VII.
– Lettera dell’imperatore al re d’Inghilterra, datata dall’Incoronata, 30 gennaio 1242, ap. Matthaei Parisiensis,
Chronica Majora, t. V, p. 235.
– Riccardo D’Urso, Storia di Andria, indica la data [errata] del 21 dicembre.
[2]
Le tombe delle due imperatrici esistono ancora nella cripta della Cattedrale di Andria.
Questa chiesa [Cattedrale], nella prima metà del XIII° secolo, era costituita da due piani, di cui l’inferiore è stato poi chiuso e trasformato in fossa comune, secondo la cattiva e pericolosa consuetudine seguita in Italia. Tali monumenti restavano quindi non visibili. Si può scendere nella cripta attraverso l’apertura di una tomba, e vi si trovano diversi frammenti dei due mausolei costituiti da pezzi finemente scolpiti e quattro colonnine che si ergono al centro di un mucchio di ossa; ma non si può dire se siano di pietra o di marmo a causa della crosta nerastra che li ricopre. Il cumulo di ossa è tale che non è stato possibile liberare il fondo di queste tombe per leggere le iscrizioni che probabilmente vi sono incise. (Nota comunicata dal Sig. Onofrio Bonghi, Segretario Generale dell’Intendenza di Bari e insigne antiquario.) Questa è anche l’opinione del Mons. Riccardo D’Urso, che non si è sottratto al doloroso compito di visitare questo sepolcreto. Egli aggiunge che, secondo la tradizione, i corpi delle due imperatrici furono trasferiti nel vestibolo della cattedrale, dopo la rovina della casa di Svevia, e che le due statue femminili che si trovano all’ingresso della porta principale rappresentano Iolanda e Isabella, le cui ossa, mescolate insieme, sarebbero state deposte sotto la pietra che è tra queste due stesse statue. (Storia di Andria, libro IV, p. 69.)
[3]
«Imperatrix in partus discrimine obiit.» Matthaei Parisiensis, Chronica Majora, ad annum, p. 391.
[4]
Pietro della Vigna, Epistolario, lib. V, cap. 16. – Vedi anche la Tavola Génealogica di Friedrich Von Raümer, Geschichte der Hohenstaufen., t. IV.
|
[testo tratto da Huillard Bréholles, “Recherches sur les monuments et l’histoire des Normands et de la maison de Souabe dans l’Italie méridionale”, part. II., cap. IV, pag. 91-92, Paris, 1844.]