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Chiesetta di San Ciriaco
(demolita nel 1930)
Come risulta da una ricerca storica effettuata dall'arch. Vincenzo Zito
(riportata nel suo lavoro “La Guerra dei 200 anni”),
nel 1930 la chiesetta fu demolita.
“Per ‘far cassa’ la Curia vescovile vendette l'antica chiesetta di S. Ciriaco,
sita nell'omonima piazza, che fu trasformata in un edificio per abitazione.
Infatti oggi l'edificio che sorge al posto della chiesetta reca, per l'appunto,
la data del 1930 ... . La somma di £ 4.000 ottenuta dalla vendita fu impiegata
per pagare le spese della ristrutturazione della sacrestia capitolare della cattedrale
[13].”
NOTA (della citazione)
[13]
ASB [Archivio di Stato di Bari],
Prefettura, Subeconomato dei benefici vacanti,
b 3 bis, f. 62 «Vendita della vecchia chiesa di S. Ciriaco».
[tratto da "La guerra dei 200 anni",
di V. Zito, Edizione dell'Autore, Andria, 2010, pag.14]
Non si hanno molte notizie su questa chiesetta; Mons. G. Ruotolo
ci fornisce uno spunto storico.
“I francescani non solo officiarono quella chiesa [S. Francesco], ma
anche S. Maria Vetere e S. Ciriaco.
I frati di S. Ciriaco seguivano la
regola disciplinata a Narbona in Francia il 1260 sotto la direzione di
S. Bonaventura, detto il «secondo fondatore
dell'ordine». Si legge infatti nel documento citato altrove (Rationes
Decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV.- a cura di Domenico Vendola,
Apulia, Lucania, Calabria Vol. II - Tip. Poliglotta vaticana, 1939) che il rettore dell'antica chiesetta pagava per conto
del convento narbonese una colletta alla Santa Sede.”
[tratto da "Il volto antico di Andria fidelis",
di G. Ruotolo, Tip. G.Martano, Chieri, 1945, pagg.123-124]
Scarsi sono i documenti finora rinvenuti.
Il seguente è uno stralcio della Visita Pastorale fatta da Mons. Francesco Antonio Triveri
il 4 Dicembre del 1694.
Da tale documento si ottengono preziose notizie su chi un tempo gestiva
questo Oratorio e come era internamente composto e decorato.
In prima istanza conferma che un tempo l'Oratorio fosse gestito dai Frati Minori Francescani;
poi ne descrive la struttura. Nella chiesa c'erano due altari, uno,
molto piccolo, dedicato a San Ciriaco avente sul postergale un quadro
della Beata Vergine Maria, a destra e a sinistra affrescati rispettivamente
San Ciriaco e San Bonaventura; l'altro dedicato al Crocifisso, la cui immagine affrescata,
deteriorata, era stata sostituita da un quadro. Il Reverendo Visitatore
ordina di ingrandire l'altare di San Ciriaco, anche utilizzando parti
dell'altro altare, demolendolo; prescrive inoltre di aprire una finestra
dal lato dell'Evangelo, a sinistra entrando, per incrementare l'illuminazione dell'altare.
Inizialmente vien fatto notare che gli abitanti del rione sono tanto poveri e deprivati,
da non recarsi neppure in altre chiese per la Santa Messa e il catechismo.
“Die 4 Xmbris 1694 ...
Eccl.a, seu Orat.ũ S. Ciriaci.
Successive Ill.mus visitavit Orat.ũ seu Eccl.ã
Abbatialem S. Ciriaci positum in via dicta.
Est autem haec Abbatia a Xisto V fel. recor. unita Colleg.o
S. Bonaventurae in conventu SS.mi Apstorum ord. min. S. Fran.
Conventum de [parola mancante, forse Narbo Martius -
in italiano Narbona] ab eodem Summo Pontifice fundatum.
In eo diebus festivis celebratur S. Missae Sacrifũ. ex
decisione, et pietate alicuius Sacerdotis, qui, et post prandium docet
doctrinam Cristianam ad commoditatem populi ibi abitantis, qui pro
nimia paupertate vix ad aliam eccl.am accederent.
In eo duo sunt Altaria unum sub titulo S. Ciriaci in quo
pro tabula adest Imago Beat.mae V.is
Mariae et ad ipsius dextram Imago S. Ciriaci
ad sinistram vero S. Bonaventurae in pariete depictae:
mensa Altaris est lapidea, sed nixa una veluti columnae ex lateribus,
in medio, lapis sacratus est ità parvus, ut pené totam hostiam Sacratam,
et mai.rem partem calicis cap.e possit.
Alterum est S.mi Crucifixi hucusq. imago parieti deseruit pro tabula,
nihilq. aliud in eo inventum fuit; ideò dec.tum fuit.
Quod Altare portatile altaris S. Ciriaci tollatur et amplior ibi aptetur,
et Altare e lateribus evangelii et epistulae impleatur.
Aliud verò altare vel decenter ornetur, vel demoliatur, et lapides ad
replendum illud S. Ciriaci (ut d.ũ est) deserviant.
Quod fiat fenestra in pariete a p.te evangelii ... Altaris positi
ad hoc ... ad ... illuminetur.”
Mons. Andrea Ariano nella Visita Pastorale del 18 Settembre 1697
trova la chiesetta parzialmente restaurata: ordina di completare
la costruzione dell'altare con un baldacchino, di aprire una finestra
sul lato destro (guardando dall'altare!) nel quale c'è la porta
e provvedere ad altre piccole cose. Ribadisce che questa Chiesa
appartiene al Collegio Romano di San Bonaventura.
“Die decima octava m. Septembris 1697 ...
Visitavit Cappellam S. Ciriaci, quam invenit restauratam, et sufficienter
de suppellettili provisam; Mandavit impleri fabricam totus Altare, provideri
de baldachino, fieri fenestram a parte dextera in pariete in quo est
ianua, vel saltem dissicium capax ad lumen intromittendum, provideri
de tertia tobalea, et in Confessionali apponi laminas aeneas perforatas;
dicta Cappella est Colleggij Romani S. Bonaventurae.”
Anche il 23 Maggio 1719 furono prescritte da Mons. Gian Paolo Torti alcune riparazioni
al tetto, il baldacchino sull'altare, l'imbincatura delle pareti, e altre piccole modifiche, come
impedire ai "figliuoli" di salire sul tetto della chiesa passando tra l'arco e il camino.
“Che si spolveri tutto l'altare, e ... sotto la pietra sagra,
quale si deve ... e mettersi in calcia
Che delle due tovaglie che lì sono se ne faccia una, ed un'altra nuova
Che si faccia un candeliere.
Che s'accomodi il tetto vicino al Campanile e che si chiami D. Angelo
Calcagno come Curat.re, p la Messa=
Che leva la lampa dà dove s'alluma e si metta pendente ... .
Fassi un soffitto trè ò quattro travi sopra l'altare.
Bianchissi La Chiesa, risarcirsi tutt'il ... del tetto.
... frà l'arco, ed il camino della Chiesa p impedire la salita delli
figliuoli sopra il tetto. ”
Il 17 Aprile del 1738 Mons. Cherubino Tommaso Nobilione
visita la chiesetta: la trova in pessime condizioni, "come una tana di ladroni".
Pone sotto sequesto i redditi della Chiesa e obbliga alcune maestranze al suo restauro
e a dotarla delle suppellettili necessarie per la messa,
pena la scomunica.
“Visitatio Cappellae S. Ciriaci
Die 17 M. Aprilis 1738.
Ill.mus, et R.mus D.nus F: Cherubinus Th.as Nobilione Ordinis Praedicat.ũ E.pus
Andriae cum suis adiunctis S. Visitationem prosequens ad Cappellam ...
S. Ciriaci visitandam se contulit, quare in illam ingressus, et eam perspiciens
quasi speluncam latronum, ingemiscens, sub sequestro firmo apponi mandavit
Redditus d.tae Eccl.ae, et notificari jussit tal
Mag.o V: I: V:zio Dom.o Friuli affi.
territorii capacitatis unius currus, quam Vurchio Marchio Conductori alterius
... curruum trium in circa, ùt sub poena excomu.nis penès se detineant
seù affidans dicto... curruum ad omnem ordinem dicti Ill.mi, sivé Ep.us Curiae
per finem ex dictis redditibus accomodandi Ecclesiam praedictam,
providendi de suis suppellettilibus ad missae sacrificium celebrandum
necessariis, et expediatur quodcumquae mandatur necessarium, et opportunum;
quibus peractis ad infras.ptam Ecclesiam visitandam [S. Bartolomei Ap.li] accessit”
[testi trascritti dai manoscritti originali, inseriti
nella “Raccolta delle Visite Pastorali”,
Biblioteca Diocesana "S. Tommaso d'Aquino" di Andria
I puntini di sospensione (…) indicano parole o gruppi di parole di difficile lettura sul manoscritto.]