Sulla parete di fondo dell'abside dell'antichissima Chiesa di San Nicola di Andria
è godibile una pregevole tela seicentesca raffigurante "San Nicola con Adeodato e i tre fanciulli".
Il dipinto, della misura di cm 210 x 260, è un olio su tela che, per le pessime condizioni in cui versava,
nel 2018 è stato restaurato dalla ditta Pantone di Roma e riposizionato in chiesa l'11 dicembre dello stesso anno.
[S.Nicola, tela del Seicento di Andrea Vaccaro, prima e dopo il restauro del 2018 - foto di M. Monterisi 2010;
- Sabino Di Tommaso 2020]
Come descrizione del quadro si copia quanto a metà Ottocento scrisse su di esso il Borsella nel libro sotto citato, sia come testimonianza storica che come testo caratteristico del colto romanticismo letterario cittadino.
"… sta affisso ampio quadro del Mirano sullodato patriarcalmente vestito alla Greca, con cornice dorata. … Nei due angoli superiori del quale son dipinti a mezzo busto il Salvatore e la Vergine. Inferiormente a destra quel nobile giovinetto Barese, che secondo la tradizione fatto schiavo da Turchi trovavasi a servire un Pascià da coppiere. Quindi, avvenne, che ricorrendo la festività del Santo in sua Patria, sospirava nel dolore di non trovarsi ivi per goderla. Accortosi il Padrone del mal umore del giovinetto, mentre versavali col boccale in bacino d’argento dell’acqua, gliene dimandò il motivo, e quegli gliela manifestò schiettamente. Il Pascià cachinnandolo fecegli allora sentire, che quando fosse tanto miracoloso il Santo, potuto avrebbe secondare il di lui desiderio. Quand’ecco apparve il mitrato di Patara, e preso il coppiere per il ciuffetto dei capelli, tradusselo nella patria, tenendo tuttavia in mano il boccale, col bacino. Imparò così quel Barbaro a rispettare gli eroi della Chiesa. A sinistra vedesi una tinozza dalla cui bocca scorgono tre fanciulli ch’erano stati uccisi, e fatti in brani seppelliti nella stessa con tanta spietatezza. Il S. Pastore tiene alla manca un libro aperto, sul quale osservasi prominenti tre palle d’oro, significative dell’altro stupendo miracolo da lui fatto, in aver provveduto di dote tre povere donzelle che per deficienza della stessa collocar non poteansi in matrimonio.".
[tratto da "San Nicola", in "Andria Sacra" di G. Borsella, tip. F. Rossignoli, Andria, 1918, pag 133]
Che sia un'opera di metà Seicento, e che sia stato dipinto da Andrea Vaccaro (1604-1670)
ce lo dice mons. Alessandro Egizio nella relazione redatta dopo la sua
visita pastorale condotta alla Chiesa
di San Nicola nel settembre del 1659 (visita ricercata da me nella biblioteca Diocesana
"S. Tommaso D'Aquino" di Andria l'8 ottobre 2012, letta, fotografata e trascritta dall'originale).
Ecco il testo della relazione riguardante l'altare maggiore e il suo arredo a quella data.
(Per la non corrispondenza di alcune opere, come l'altare maggiore, con la situazione attuale,
si tenga presente che la chiesa fu quasi totalmente ristrutturata nella seconda metà del Settecento
e riaperta al culto nel 1804).
[Stralcio del manoscritto della Visita Pastorale dove mons. Egizio dichiara che il quadro era stato eseguito da Andrea Vaccaro - ricerca e foto Sabino Di Tommaso 8/10/2012]
[originale in latino] | [traduzione] |
---|---|
Die 4 m.s 7.bris 1659 Ill.mus D.nus Visitator cũ suis adsunctis hora 21 circiter accessit … ad Ecc.[lesi]ã Colleg.[ia]tã Sancti Nicolai Trimodien.[si]s, et facta orat.[io]ne ad SS.mũ Sacram.[ent]ũ processit ad visitationẽ Altaris Maioris, quod elevat.[ur] a pavim.[ent]° per gradus quatuor lapideos, et Pradellam ligneã, et pro icone habet Picturam Sancti Nicolai Baren.[si]s valdé insignam opus excellentis pictoris Andreæ Vaccharij. Structura est per elegantissima, ex ligno deaurato cũ colore ceruleo intertesto, opera anaglifico cũ insignis in sũmitate Exc.[ellentissi]mi Ducis Caroli Carafæ ex cuius devot.[io]ne et impensis totaliter fuit dictũ altare extructũ, habet Crucem, candelabra, et vascula cũ floribus ex eodem ligno deaurato. Altare est lapideũ, et in omni parte consacratũ, habetq.[ue] pulvinaria, tobaleas, cæteraq.[ue] necessaria tam pro festo sollemni, quã feriali. Opus veré regali munificentia constructũ, dignumq.[ue] ut ab omnibus admiret.[ur], et Ill.mus D.nus Visitator omnia exacté collaudavit. |
Il giorno 4 settembre 1659 L’Ill.mo Signor Visitatore coi suoi coadiutori intorno alle ore 21 [tre ore prima del tramonto, circa le 16], si recò alla Chiesa Collegiata di S. Nicola Trimodiense, e, dopo aver pregato davanti al SS.mo Sacramento, si recò a visitare l’Altare maggiore, il quale sorge dal pavimento con quattro gradini marmorei e una predella lignea; come icona [sul dossale] c’è un dipinto rappresentante S. Nicola di Bari, opera molto insigne dell’eminente pittore Andrea Vaccaro, La struttura è raffinatissima, in legno dorato con inserti cerulei, opera scolpita con sopra le insegne dell’Ecc.mo Duca Carlo Carafa, grazie alla devozione del quale e a sue totali spese fu realizzato detto altare, che ha la croce, i candelieri e i vasi coi fiori dello stesso legno dorato. L’altare è marmoreo e totalmente consacrato, è dotato di appoggi, tovaglie e le altre suppellettili sia per le feste solenni che per i giorni feriali. È un’opera veramente regale, realizzato con munificenza e degno di essere ammirato da tutti; l’Ill.mo Signor Visitatore lodò tutto accuratamente. |
Nelle visite pastorali non si riscontrano più altre descrizioni così dettagliate di questo importante quadro raffigurante San Nicola.
Mons. Pietro Vecchia, successore di mons. Egizio, visita San Nicola nel luglio del 1690; la sua relazione infatti non descrive i luoghi e gli arredi importanti,
ma si limita a denunziare le carenze riscontrate ed i provvedimenti da adottare.
Mons. Francesco Antonio Triveri, invece, nella relazione sulla sua visita pastorale condotta in San Nicola
nel novembre del 1694,
descrive alcuni dettagli dei luoghi; in merito all’altare maggiore ed al suo arredo annota:
[originale in latino] | [traduzione] |
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Die 6 9.mbris 1694
… visitatũ fuit Alt.[ar]e maius in capite Presbyterij positũ. Hoc est altare satis pulcrũ. |
Il giorno 6 novembre 1694
… visitò l’Altare maggiore eretto al margine alto del presbiterio. Questo altare è molto bello. |
Nel 1749 una lapide attualmente affissa sotto il quadro ricorda che tutta la pala d'altare formata dal quadro di San Nicola, dalla maestosa struttura lignea che lo circondava e dall'altare portatile fissato sul retro di quello marmoreo, vengono spostati sulla parete di fondo del coro, soppiantando le opere lignee con quelle marmoree attualmente visibili.
Circa l'attribuzione dell'opera ad Andrea Vaccaro e la data di realizzazione, bisogna considerare che il vescovo Alessandro Egizio (n.1597, vescovo dal 17/12/1657, al +02/04/1689) e il pittore napoletano Andrea Vaccaro (1604-1670) sono contemporanei, onde non è pensabile che l'attribuzione della tela al Vaccaro sia ipotetica.
“Cessata pertanto la pestilenza, il Duca Fabrizio in rendimento di grazie, e sodisfazion di voto fatto al Patriarca S. Nicola, per esser’egli, e tutta la sua Famiglia scãpati dal formidabile flaggello, fe’ costruire quella macchina di legno indorato, adattandola per l’altar maggior coll’Immagine di S. Nicola nella sua chiesa, l’organo col suo orchesto, e’l soffitto del Presbiterio, che sin’oggi sono in durata: indicandocelo il numero segnato in esso 1657. Il Vescovo D. Ascanio Cassiano, che fu superstite, e libero rimase dal contaggio, non durò molto tempo a sopravivere. Egli diè il suo tributo alla morte nel dì 12 del mese di Giugno di quest’anno 1657, e fu seppellito nella cappella di S. Riccardo, ove apparisce il suo tumulo entro cui fu riposto, colla scriz.[ion]e, ch'ivi legger si puote.”
[Tratto da “Origine, erezione e stato della colleggiata parocchial Chiesa di San Nicola”, di Giovanni Pastore, foglio 45recto del manoscritto.]
[stralcio del citato manoscritto del prevosto Giovanni Pastore - tela "Il
transito di S. Gennaro", di Andrea Vaccaro, al Museo del Prado, Madrid]
Qui sopra è riprodotto
- un altro dipinto ad olio su tela di Andrea Vaccaro del 1635, "Il transito di San Gennaro",
attualmente esposto nel Museo del Prado a Madrid, dipinto riprodotto al fine di confrontare e rilevare
evidenti affinità stilistiche con il "San Nicola con Adeodato e i tre fanciulli" di Andria,
oggetto di questa breve ricerca.
[il testo e le immagini della pagina sono di Sabino Di Tommaso (se non diversamente indicato)]