brevi notizie storiche

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Prospetto della chiesa e del suo sagrato ai primi del '900

Santa Maria della Misericordia

Un po' di storia (e leggenda)

Il D'Urso, basandosi in questo caso prevalentemente sulla tradizione più che su documenti (perché introvabili), racconta in questo modo la sua iniziale costruzione:
"Rimirando gli Andriesi sempre con occhio di venerazione quella porta, per dove erano entrati la prima volta in Città quelli due Nunzi del Cielo S. Pietro, e S. Riccardo: nell'indicato anno (1265) mandarono ad effetto un loro pio desiderio. Già ne avevano dato alcuni segni di rispetto sin dalle prime, avendo ridotte in case di pietà le due osterie (erano queste propriamente due taverne, dove alloggiavano quei forestieri che capitavano dalla Via Appia), che guardavano i due lati di essa porta nell'interno della città. Una di queste, dal lato destro, prese il nome di Spedale della Misericordia, e l'altra di Spedale di S. Riccardo. Ma fu in certo modo pago il loro cuore, quando ridussero a compimento quel magnifico Tempio, che riguardiamo oggi giorno, detto di Porta-Santa. Fu questo dedicato sulle prime solo a S. Pietro, e S. Riccardo, e ad essi furono eretti due altari nel mezzo.
... è rincrescevole che tutte le memorie in lapidi, ch'esistevano nel Tempio di detta Porta-Santa, ora non più appaiono, perché occupate dalle spalle dell'altare maggiore dai fratelli del Gesù (una congrega) edificato. In esse leggevasi come questa Chiesa era stata incominciata a fabbricarsi sotto Corrado, e terminata poi sotto Manfredi; e tutto ciò viene anco indicato da quelle due teste in pietra, che s'incontrano ne' lati dell'ingresso, ossia nei brachettoni della porta maggiore. L'edificio è tutto del gusto Normanno."

[in "Storia della Città di Andria" Tip. Varana, Napoli, 1842, Libro IV, Cap. XI, pag.77, 79]

Già a fine Seicento il medico-poeta andriese Ferdinando Fellecchia, nel suo poema "La vita del gloriosissimo S. Riccardo primo vescovo, e padrone d'Andria", a proposito della tradizionale venuta dell'apostolo Pietro nella nostra Città, scrive:
"Da quì Pietro il fratel ne l'Asia spinse,
Di fè l'inespugnabile bandiera
Per spiegar trionfante, ove pur vinse
L'ardir superbo d'una gente fiera.
Ed ei di santo zelo il cuor si cinse,
E vers'Andria drizzò la sua carriera,
Dove, annunziando à tutti il vero Dio,
Gli occhi di quelli al vero lume aprìo.
... ... ...
Dove Pietro l'Apostol celebrasse,
In honore di cui la Chiesa eresse
L'Andrese gente, e dove fabricasse
Nota mai s'osservò, nè mai si lesse,
Quella Porta bensì, per dove entrasse
Pietro, ove pria le sue sant'orme impresse,
Fù convertita in Chiesa, ed hoggi vanta
Titol ben degno ancor di Porta Santa.
"

[tratto da "La vita del gloriosissimo S. Riccardo primo vescovo, e padrone d'Andria" di Ferdinando Fellecchia, per Salvatore Castaldo reg. stampatore, Napoli, 1685, Canto III, pagg. 38, 39
(originale della Biblioteca Comunale di Andria)]

prospetto primi novecento (foto dell'Istituto Italiano Arti Grafiche di Bergamo)
[prospetto primo Novecento - foto dell'Istituto Italiano d’Arti Grafiche, Bergamo. Fototeca INASA, fondo Ricci, inv. 13663]

Alcune informazioni, tra storia e leggenda, le fornisce anche mons. Giuseppe Ruotolo:

La Porta Santa. La tradizione sulla porta dei miracoli è consacrata da un arco [nel cappellone di S. Riccardo] e da una chiesa. Nulla si oppone a questa tradizione e il monumento di arte e di fede ne è eloquente conferma.
La chiesa sorse nel duecento e fu rifatta nel quattrocento. Aveva un altare dedicato a S. Pietro, un altro a S. Riccardo e accanto un ospedale intitolato al santo Patrono.
Alcuni hanno dedotto che anche S. Pietro passò da quella porta. L'unione dei due culti nella medesima chiesa esprime solo la riconoscenza di Andria ai due Apostoli della fede. Sappiamo che la città aveva le mura e le porte nel secolo XI, ma nulla possiamo affermare dell'antica Nezio.
Un'altra conferma della porta sdanta riccardiana è un sasso che si trova a poca distanza ed è chiamato chiancone di S. Riccardo. Il popolo di Andria dovrebbe erigere una cappella votiva sul posto, dove molto verosimilmente il santo presule si fermò prima di entrare nella sua città.”

[tratto da “Il volto di Andria fidelis”, di Giuseppe Ruotolo, spab. tip. G. Martano, Chieri, 1945, pp. 115-116.]

Altre note, storiche, le riporta l'Agresti:
"Nella costruzione di detta chiesa di Porta Santa, l'Ospedale di S. Riccardo ne restò fortemente lesionato, tanto da non poter essere più adibito a ricovero dei pellegrini infermi. Fu allora che un pio e dovizioso cittadino Andriese, per nome Iacopo Cammarota, ricostruì un nuovo ospedale, intitolato pure a S. Riccardo, nei pressi della Chiesa Cattedrale, e propriamente dove oggi [1912] trovasi il Monistero delle Benedettine, cedendo il Cammarota, a tale scopo, il proprio palazzo. Ciò si rileva da un pubblico istrumento per Notar Arrigo Zaccaro, in data 1267, trovato nella scheda del Notar Gianalfonso Gurgo.
Animati dall'esempio del Cammarota, altri quattro pietosi cittadini Andriesi, appartenenti alle quattro famiglie patrizie di Andria, Quarti, Marulli, Fanelli-Madia e Superbo, con proprio denaro, fondarono altri due ospedali, quello della Trinità, e quello di S. Bartolomeo, (messi il primo accanto al nuovo ospedale di S. Riccardo, il secondo accanto alla Chiesa, ancora esistente, di S. Bartolomeo, e, propriamente, dove oggi si vede il palazzo dei Signori Iannuzzi), per sopperire alla miseria di tanti cittadini poverelli, contando allora Andria più di ventimila abitanti.
...
Intanto l'Ospedale della Misericordia restò come asilo ai pellegrini infermi, mentre che i tre nuovi ospedali, quello della Trinità, di S. Riccardo e di S. Bartolomeo furono adibiti a ricovero dei poverelli della città."

[in "Il Capitolo Cattedrale di Andria ed i suoi tempi" Tip. Rossignoli, Andria, 1912, Vol.I, pag.120-121]

Con la precisione propria del ricercatore, l'arch. Vincenzo Zito, nel suo studio su " L'antica Porta del Castello di Andria", relazionando sui documenti rinvenuti su Porta Santa, come una antica porta della Città, ci porge un po' della sua storia documentata:

"... in epoca sveva, sul luogo o nei pressi della porta sarebbe stata edificata l’odierna chiesa di Porta Santa, che ne ha assunto e tramandato il nome (D’Urso 1842, p. 77). L’atto ufficiale della fondazione della chiesa, però, risale solo all’ 8 marzo 1517. Si tratta di una “Bolla” emanata da mons. Antonio Lupicino, vescovo di Bisceglie, il quale in nome del cardinale De Flisco, vescovo di Andria, concede all’Università di Andria di costruire una chiesa nel luogo detto Chiesa di Porta Santa, vicino le mura e vicino la veneranda chiesa di Santa Maria di Misericordia, per dare degna accoglienza ad una immagine della Vergine che si era trovata dipinta sulle mura della città ... .
La chiesa attuale é composta da due cellule, coperte ciascuna con una cupola ottagonale, e risulta essere stata edificata in due tempi successivi: dall’esame dei paramenti murari interni si può dedurre che la prima cellula è chiaramente più antica della seconda ... . In quest’ultima è presente uno stemma della città di Andria che reca la data del 1573, che forse indica l’anno di costruzione della seconda cellula.
Da un atto notarile del 1542 si ha conoscenza di un bastione di Porta Santa ... e nel primo paragrafo si è visto che le porte erano spesso difese da uno o due torri. Il bastione, quindi, potrebbe essere stato utilizzato come basamento per la costruzione della seconda cellula, la quale effettivamente sporge all’esterno del circuito murario.
"

[testo tratto da " L'antica Porta del Castello di Andria" di V. Zito, 2a ed. dell'Autore, 2014, pag.25]

La Chiesa di Porta Santa e l'Ospedale di Santa Maria della Misericordia sono richiamati nel testamento che nel 1420 avrebbe redatto il duca Francesco I del Balzo, nel quale tra i vari lasciti si legge:
"Item lasso alla Chiesa di S. Maria di Porta Santa oncie otto [di moneta corrente-danari] per una messa Cantanda infra annum dal Spirituale Direttorio, et da passarse la complomentatione.
Item lasso al Spitale di S. Maria della Misericordia oncie venti pro una vice tantum, con ciò compra tante robbe di Zuccaro per quelli poveri, che vi vanno."