[4ª cappella sx, dedicata a S. Giuseppe e particolare della volta affrescata - foto Sabino Di Tommaso, 04/2014.]
"Nella cappella di San Giuseppe giacciono le spoglie del Venerabile Vescovo Mons. Giuseppe Di Donna (1901-1952), trinitario, distintosi per le sue qualità di pastore attento al suo popolo nel difficile periodo della Seconda Guerra mondiale e dell'immediato dopoguerra. Fu traslato in questa cappella dalla sua prima sepoltura a destra del presbiterio nel 1983.Sulle pareti laterali, in alto, sono dipinte le quattro Virtù cardinali: Prudenza, Giustizia, Temperanza e Fortezza. Sulle vele della volta a crociera, quattro angioletti reggono cartigli su cui si legge il nome del Santo accompagnato dall'attributo relativo a ciascuna virtù." [Infatti vi si legge: JOSEPH FORTISSIMUS - JOSEPH CASTISSIMUS - JOSEPH PRUDENTISSIMUS - JOSEPH JUSTISSIMUS].
[stralci da "Visita alla Cattedrale" di Silvana Campanile, in "La Cattedrale di Andria", AA.VV., Grafiche Guglielmi, Andria, 2009, pp. 50-51]
Stando ai documenti consultati sembra che questa cappella (4ª di sinistra) dedicata a San Giuseppe, nonché le precedenti dedicate a San Riccardo e alla Natività del Signore, sono le uniche che nel tempo abbiano conservato la stessa intitolazione.
A metà Seicento sull’ingresso aveva una cancellata lignea e vi si accedeva salendo tre gradini di pietra;
non sappiamo quando questi furono eliminati, forse quando intorno al 1650 mons. Cassiano
pareggiò il dislivello di tre gradini esistente nelle navate.
La cappella era con volta a botte, come le altre e l’Altare era di pietra scolpita, senza paliotto.
Nella visita pastorale del 9 luglio 1644 mons. Cassiano trova nel dossale un dipinto su tela raffigurante San Giuseppe, secondo lui, rappresentato in modo che non ispirava alcuna devozione; ne chiede pertanto il rimaneggiamento ordinando di cancellare la sacca che pendeva lateralmente al Santo, i capelli che pendevano dal capo in modo poco decoroso mettendovi un diadema, o una raggiera, di cancellare anche una parte del bastone, che il Santo portava nella mano destra; di trasformarlo insomma in una figura santa, così che ispirasse pietà e devozione; ordina infine di cancellare tutt’intorno le altre cose e di incorniciarlo.
[trascrizione del testo originale in latino] | [traduzione] |
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Cappella S.i Iosephi.
Ascendit[ur] ad eam p.[er] tres grados lapideos, et habet cancellos ligneos in limine.
Cappella p.[rædi]cta est fornicata, et … Altaris est ex lapide albo elaborato.
In medio … in tela est Icona S. Ioseph, quæ aut parum, aut nihil … devotionem.
Mand.[avi]t accommodari, et cancellari bursam [?], quæ pendet à latere, capillos qui pendent à capite parum decenter,
et super caput fieri diadema, aut radios, cancellari partem baculi, quem defert in mano dextera, et reduci a formam figuræ santæ,
ita ut santitatem, pietatem, ac devotionem …, et alia circum circa cancellari, et fieri cornices, et telam pro operiendis …, et benè etiam firmari; …
Altare est lapideum, et supra lapis integer, sed __ in anteriori parte fuit rep[er]tum vacuum. Et sup[er] altare fenestram benè occlusam.
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Cappella di San Giuseppe.
Si accede in essa salendo tre gradini di pietra, e sull’ingresso ha una cancellata lignea.
La cappella è con volta a botte, e l’Altare è di pietra scolpita.
Al centro su tela è dipinta un’immagine di S. Giuseppe, che desta poca o nessuna devozione.
Ordinò che fosse aggiustata, e si cancellasse la sacca che pende lateralmente, i capelli che pendono
dal capo in modo poco decoroso, e sulla testa si realizzasse un diadema, o una raggiera,
si cancellasse una parte del bastone, che porta nella mano destra, e si trasformasse in una figura santa,
così che ispirasse santità, pietà e devozione; che si cancellasse inoltre tutt’intorno le altre cose,
si faccesse una cornice, una copertura in tela, e infine la si fissasse bene. …
L’altare è di pietra e la pietra del piano è a lastra unica, ma __ nella zona anteriore fu trovato vuoto,
cioè senza paliotto; e sull’altare c'era una finestra ben chiusa.
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Nella visita successiva del 15 marzo 1656 mons. Cassiano si lamenta dell’umidità infiltratasi dalla volta
onde ordina di ripararla, ed imbiancare le pareti.
Per l’altare ordina di completarlo con un paliotto di pietra; apprezza invece
il dossale trovato su di esso:
vede l’Icona di San Giuseppe, ampia palmi 8 x 5 (circa 210 x 130 cm), realizzata in pietra leccese, scolpita “a mezzo rilievo”.
Sull’architrave, sotto l’immagine di Dio Padre, c’era l’iscrizione tutt’intorno decorata “DIVO IOSEPHO DICATUM”;
la sola iscrizione è ivi tutt’oggi visibile.
La cappella dal 1626 era di giuspatronato della famiglia De Excelsis.
Ecco uno stralcio dei documenti.
[Cappella S.ti Iosephi] Est fornicata, sed aut antiquitate, aut humiditate, est labefacta et indigeat dealbari sicuti et cæteri parietes eiusdẽ Cappellæ et refici.
Supra Altare est finestra absq.[ue] vitreis, aut tela cerata, … .
Adest Icona S.ti Iosephi circiter octo palmos et quinq. palmos, sub cuius invocat.[tio]ne et titulo est altari, et est ex lapide liciensi elaborato ut dicitur “a mezzo rilievo”. In … suptus arcotrave effigie Dei patris, suptus inscriptio “Divo Iosepho dicatum”, ornato circum circa … . Altare in parte anteriori vacuũ, mandavit perpenniculari et repleri lapis integer super ipsum, … . |
La cappella ha la volta a botte, ma per l’antichità o l’umidità questa è deteriorata, come anche le pareti;
necessita perciò di essere ripristinata e imbiancata.
Sull’altare c’è una finestra senza vetri né tela cerata, … .
[Come dossale] c’è l’Icona di San Giuseppe, al quale è intitolato e dedicato l’altare: è un’opera di palmi 8 x 5 in pietra leccese, scolpita “a mezzo rilievo”. Sotto l’immagine di Dio Padre sull’architrave c’è l’iscrizione tutt’intorno decorata “DIVO IOSEPHO DICATUM” … . L’Altare è anteriormente vuoto, onde ordinò di completarlo con un paliotto di pietra; … . |
Nulla aggiungono di rilevante le visite pastorali condotte da mons. Triveri nel 1694 e da mons. Ariano nel 1697: ordinano le necessarie riparazioni del tetto, l’imbiancatura delle pareti e (l'Ariano) una balaustra a colonnine tornite sull’ingresso.
[Statua di S. Giuseppe - foto Sabino Di Tommaso, 2018.]
A metà Ottocento il Borsella, descrivendo il Duomo, nella Cappella di San Giuseppe vede in una nicchia di noce (nella parete di fondo) solo una sua statua lignea scolpita dall'andriese Michele Brudaglio.
“Viene quindi in seguito la Cappella di S. Giuseppe col figliuolo suo, che sorge nella destra avendo nella sinistra il suo bastone fiorito, la di cui statua in gran nicchia di noce chiusa da cristallo venne riformato da Michele Brudaglio, benemerito scultore Andriese sicché rendesi ornai ragguardevole, per la espressione più propria, che mancavale. [Questa statua è forse quella attualmente presente nella chiesa di S. Giuseppe Artigiano di Andria]”
[tratto da "Duomo" in "Andria sacra", di Giacinto Borsella, tip. F. Rossignoli, Andria, 1918, p. 53].
“La quarta Cappella di detta navata sinistra è intitolata al Glorioso Patriarca S. Giuseppe. Essa non ha balaustra, e sino al 1902 era la più negletta fra le Cappelle. Un pio operaio, certo Cannone, a tutte sue spese, vi costruì nel 1902 l'altare di marmo, e ne rifece il pavimento, chiudendolo con una cancellata di ferro.Nel rimuovere il vecchio altare, furono rinvenuti due stemmi di casa Tesoriere, antica e nobile famiglia di Andria, tanto benemerita della nostra Chiesa Cattedrale, cui assegnò non pochi legati. Da quei stemmi risulta che la famiglia Tesoriere, ora estinta, esercitava un giuspatronato laicale su questa Cappella.Una grande nicchia di pura noce è messa in cima dell'altare, nella quale è custodita una statua antica in legno, raffigurante S. Giuseppe, Sposo di Maria. Questa statua fu riformata dal valente scultore andriese Michele Brudaglio. [Questa statua (come s'è già detto) è forse quella attualmente presente nella chiesa di S. Giuseppe Artigiano di Andria]In questa Cappella fu tumulato il famoso Vescovo di Andria Luca Antonio Resta, del quale, al presente, non vi é neppure una lapide, che lo ricordi!...”
[tratto da "Il Duomo di Andria" in "Il Capitolo Cattedrale di Andria ed i suoi tempi", di Michele Agresti, tip. F. Rossignoli, Andria, 1912, vol.II, pp. 15-16].
Riccardo Loconte, nel suo libro "Andria la mia Città" parlando della famiglia Tesoriere, discendente dai Conoscitore, riprendendo forse la notizia dell'Agresti, conferma che questa di San Giuseppe era un tempo la cappella gentilizia dei Tesoriere.
“Questa famiglia aveva la sua Cappella gentilizia nel nostro Duomo, e propriamente quella intitolata a S. Giuseppe ..., nella quale furono rinvenute due lapidi, dalle quali risulta che la famiglia Tesoriere fu assai benemerita del Capitolo, cui assegnò non pochi legati.”
[tratto da "Andria la mia Città", di Riccardo Loconte, tip. Del Zio, Andria, 1992, pag. 292].
Davanti all'altare (come su citato) è da alcuni anni eretto il sepolcro del Venerabile Fr. Giuseppe Di Donna O.SS.T., vescovo di Andria (dall'aprile del 1940 - al 2 gennaio del 1952), amatissimo dal popolo andriese, per la sua grande umiltà, spiritualità, saggezza e generosità.
Nella descrizione succitata l'Agresti non fa menzione degli affreschi
oggi esistenti nella crociera della volta, nelle lunette laterali e
sulla parete dell'altare ( e prima di lui non ne parla neppure il
Borsella): essi sono quindi di epoca posteriore al 1911.
Si osservi inoltre che in questa cappella (e nella successiva) v'è un
ulteriore arricchimento architettonico: la cornice aggettante sulle
pareti laterali in continuazione con quella proveniente dalla navata;
inoltre sull'altare affiancano la nicchia due paraste scanalate con
capitelli, sormontate da una ricca trabeazione riportante la dedica
"DIVO IOSEPH DICATUM" e un timpano ad arco ellittico ribassato;
al di sopra di quest'ultimo un cartiglio, dipinto nell'affresco raffigurante
l'ostenzione dell'Eucarestia, riporta la dicitura "ITE ad JOSEPH".
[lunette del soffitto: fortezza e
temperanza, prudenza e giustizia (clicca per ingrandire) - foto Michele Monterisi, 2010.]
[il testo e le immagini della pagina sono di Sabino Di Tommaso (se non diversamente indicato)]