[elaborazione digitale su foto di Sabino Di Tommaso - 03/05/2022]
La prima dscrizione storica del presbiterio con l'altare maggiore ed il retrostante coro ci giunge dalla visita pastorale di mons. Egizio del 1659.
[trascrizione dell’originale latino] | [traduzione] |
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Die 15 m.[ensi]s sept.[emb]ris 1659. Ill.[ustrissi]mus D.[omi]nus visitator cũ suis adsunctis accessit ad Colleg.[iat]ã Ecclesiæ SS.mae Anũcia.[tio]nis extra mœœnia d.[ict]ae Civ.[ita]tis et facta orat.[io]ne ante Altare maius illud primò visitavit, quod invenit è pavim.[en]to elevatum per tre gradus lapideos, et per pradellã ligneã supra Præsbiterium sitũ in medio, Dictũ Altare est lapideũ, et habet Paleotta cuiuscumq.[ue] coloris, tobales, ac reliqua necessaria ad usũ caelebrat.nis. Habet candelabra ex ligno aurato cũ vasculis et floribus ex eodem opere. Nec non alia ex eodem opere ac reliqua ex ligno inargentato cũ duabus crucibus aurea altera, ac altera argentea, ac carta secret.[ar]ũ Missae. Supra dictũ Altare adest sgabellũ ligneũ pro substentat.[io]ne, candelabrũ, et Crucis, et Ill.[ustrissi]mus D.[omi]nus mandavit infra semestre dictũ sgabellũ depingi, et quia lapis sacratus est nimis parvus, mandavit infra mensẽ adaptari alterũ maiorẽ sub pœnis arbitrij &. Deinde visitavit Chorum, qui est é parte posteriori dicti Altaris maioris et est ex ligno niveo operis pervetusti, et elegantis, et supra dictũ Chorũ adest Icon Vetustissima et ex parte inferiori adsunt duæ finestrulæ in quibus hinc inde adsunt duo statuæ tum Beatæ Mariæ Virginis Annuntiatæ, tum Gabrielis Arcangeli Annunciantis ex opere latericio decenti colore illinito opus veré elegans, ac concinne elaborato. Ad usũ Canti Gregoriani adsunt libri quatuor, Martirologia Romana duo, Rituale Romanũ, ac Chori Directoriũ quae omnia Ill.[ustrissi]mus D.[omi]nus collaudavit. |
15 settembre 1659 L’Illustrissimo Signor visitatore con i suoi assunti si recò alla Chiesa Collegiata della SS. Annunziata fuori delle mura di detta Città e, dopo aver pregato davanti all’Altare maggiore, lo visitò per primo; lo trovò elevato dal pavimento mediante tre gradini di pietra ed una predella lignea in mezzo al Presbiterio. Detto Altare è di pietra ha i paliotti di tutti i colori, le tovaglie, e quant’altro è necessario per la celebrazione. Ha i candelabri di legno dorato e i vasi con fiori della stessa fattura; ha anche altra suppellettile della stessa fattura ed altra ancora di legno argentato, con due croci, una dorata e un’altra argentea, ed anche le carte delle “segrete” della Messa. Su detto altare c’è il piedistallo ligneo per l’esposizione, il candelabro e la croce; l’Ill.mo Signore ordinò che entro un semestre detto piedistallo fosse dipinto e, poiché la pieta sacra è troppo piccola, ordinò di porne una più grande, su pena a suo arbitrio. Dopo visitò il Coro, che si trova dietro l’altare maggiore, opera d’arte di legno bianco, antichissima ed elegante; su detto coro c’è una antichissima icona e sotto, ai due lati stanno due finestrelle con le statue in cotto della Beata Vergine Annunziata e dell’Arcangelo Gabrielle annunziante, ben colorate, veramente eleganti e molto artistiche. Per il Canto Gregoriano stanno quattro libri, due Martirologi romani, un Rituale romano e un Direttorio del coro, le quali cose furono molto lodate dall’Ill.mo Signore. |
Mons. Triveri nel relazione della sua Visita del 1694 completa la descrizione del presbiterio, così come appariva a fine Seicento.
[trascrizione dell’originale latino] | [traduzione] |
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Die 21 9mbris 1694. Altare maius
In capite Presbyteii sitũ est Altare maius ad quod per 3 gradus lapideos ultra suppedaneũ, vulgò, Bradella ascenditur. ... ... ... Chorum.
Visitatis Altaribus Ill.[ustrissi]mus visitavit Chorũ in Cap.[it]e Eccl.[esi]æ positũ estq.[ue] fornice op[er]tũ.
Habet duas fenestras a duabus lateribus ità dispositas, quod iuxta exig.a claudi, et aperi p.[ossu]nt. Presbyt.[eri]ũ.
A lateribus Presbyterii, quod est satis ampliũ, et spatiosũ, servabantur quædam suppedanea,
quibus erigi solet tronũ in festa Sant.mæ Annunciationis, cum Ep.[iscop]us
in d.[ict]a Eccl.[esi]a pontificat.ũ celebrat et insuper quædam sedilia inservientia
occas.[ion]e concursus ad d.[ict]a Eccl.[esi]a ideò decretatum fuit. |
21 novembre 1694. L’Altare maggiore
Nella parte alta del Presbiterio è collocato l’Altare maggiore, al quale si accede per tre gradini di pietra oltre uno (ligneo) detto predella. ... ... ... Il Coro.
Dopo aver visitato gli altari l’Ill.mo vistò il Coro eretto all’inizio della Chiesa con tetto a volta. Ha due finestre poste sui due lati,
che per un giusto motivo possono aprirsi e chiudersi. Il Presbiterio.
Presso le pareti laterali del presbiterio, che è abbastanza ampio e spazioso,
c’erano posate alcune pedane con le quali si è soliti erigere il trono nella festa della Santissima Annunciazione,
quando il Vescovo celebra la messa pontificale in detta Chiesa, ed inoltre alcuni scanni da servire quando se ne presenta la necessità; fu quindi ordinato: |
Nell'absidiola di sinistra da metà Novecento è allocato il fonte battesimale, che fino allora
e dal 1857, anno di istituzione a Parrocchia della Chiesa, era stato a sinistra dell'ingresso,
dove attualmente esiste ancora la lapide ricordo (del 11 ottobre 1857); sulla parete alle sue spalle è affisso
un quadro raffigurante il Battista, opera di Onofrio Bramante realizzato nel 1976.
Nell'absidiola destra è piantata la quattrocentesca acquasantiera (foto più in basso) che fino ai restauri del 1964 serviva
sulla sinistra del presbiterio l'accesso dal piccolo porticato laterale.
Com'era il presbiterio ai primi del Novecento? Ecco una sua descrizione estratta dal libro sotto citato di Michele Agresti:
"Sul Presbiterio, al quale si accede per alquanti lunghi scalini, si erge l’altare maggiore, in stucco lucido, di nessun pregio. Sul pavimento di questo Presbiterio si vede sculta l’effigie di Carlo Albanese. antico patrizio di Andria, che lasciò i suoi beni al Capitolo Collegiale dell'Annunziata. [qui l'autore annota:] (Varie lapidi pure si leggono sul Presbiterio, come quella dell’Albanese, l’altra che ricorda la consecrazione di questa Chiesa, fatta nel 1713 [sulla lapide (foto sotto) si legge invece MDCCXIIII] dal Vescovo Adinolfi, l’altra a caratteri gotici, sovrapposta al sepolcro della nobile famiglia Cimerata, già estinta. A fianco dell’altare maggiore osservasi una figura di castello, col culmine a forma d’obelisco, intorniato da una fascia di acanto segnando l’epoca 1490 [sulla lapide (foto sotto) posta oggi all'ingresso della chiesa, si legge invece MCCCCLXXXXVII]. Questo stemma si riferisce ad un altro antico e nobile casato andriese, la famiglia Campanile.) La fonte dell’acqua santa, messa in cornu Evangelii dell’altare maggiore, porta lo stemma dei Del Balzo. Accanto a questa fonte vi è una piccola Sacrestia, per uso della parrocchia.Sotto la volta del Presbiterio osservasi un’altro dipinto, di nessun valore, rappresentante l’Annunziazione, con la seguente scritta: Spiritus sanctus superveniet in te. Ecce ancilla Domini fiat mihi secundum verbum tuum. Dietro l’altare maggiore vi è il Coro, tutta di buona noce, che serviva per l’ufficiatura di quel Capitolo Collegiale, ora [nel 1912, epoca in cui l'autore scriveva] residente nella Chiesa di S. Agostino.Esso ha sedici stalli superiori (oltre a quello pel Priore, unica dignità di quel Capitolo Collegiale) e dodeci inferiori. Il Coro è fatto a parallellogramma, e porta dei vasi di fiori in cima, ed alcuni fregi dorati nei stalli superiori. Sul medesimo presbiterio, in cornu Evangelii, si vede una Cappella, dedicata alla Incoronata, della quale vi è un dipinto di mediocre valore. La volta di questa cappella è formata a cordoni a spicchio. Accanto a questa cappella avvii una porta, che mette in una specie di porticato, la di cui volta è fatta a cordone in forma di spicchio.L’arco d’entrata, a sesto acuto, è sostenuto da due colonne di pietra con capitello ornato di foglie. Sopra il quadro vedesi una immagine del Battista. L’architrave ha un cornicione sporto a triangolo dentellato. [qui l'autore annota:] (Anticamente in quel sito esistevano due altari, uno eretto dalla Università. in memoria del prodigio, di cui innanzi è fatto parola, l’altro dirimpetto, dedicato all’Annunziata, della quale si vede in cima l'Immagine con sottoposti gli apostoli S. Giacomo e S. Filippo, ed alla base il Purgatorio, più S. Gennaro e due teste di serafini. Di fronte poi vi è dipinto Gesù disteso sopra bianco lino, ai di cui piedi brucia un cereo, l’Addolorata e S. Giovanni. Questo avvanzo di altare merita attenzione per il suo valore artistico benchè è tenuto in non cale...). Tutto l’ornato é mirabilmente intagliato con finissimi lavori."
[M. Agresti, "Il Capitolo Cattedrale di Andria ed i suoi tempi", Tipi Rossignoli, Andria, 1912, pagg. 93-97]
[Il presbiterio, un pilastro dell'arco d'ingresso e la sua cappelletta di sinistra durante i restauri
di metà Novecento
- (elaborazione elettronica del colore)]
[elaborazione elettr. su foto di. M. Monterisi - 2008]
Come abbiamo sopra letto nell'Agresti, sul pavimento del presbiterio c'era la tomba del patrizio Carlo Albanese, munifico benefattore della Chiesa, completa di stemma ed epigrafe:
lapide e stemma di Carlo Albanese del 1712 e, a destra, stemma non identificato [le foto non sono riprodotte nella stessa scala]
Oggi tale lapide è affissa sulla parete di fondo, a destra entrando.
Carlo Albanese, grande benefattore dell'Annunziata,
fece installare sul lato destro del presbiterio a sue spese un organo
(come si legge nella Visita Pastorale di Mons. Egizio del 1659)
ed edificare con un lauto lascito l'elegante altare di San Gennaro (oggi del Sacro Cuore)
(come si legge nella Visita Pastorale di Mons. Triveri del 1694).
Scrive mons. Egizio nel 1659:
[trascrizione dell’originale latino] | [traduzione] |
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Die 16 m.[ensi]s sept.[emb]ris 1659 Visitavit exinde organũ quod est pariter factũ a latere sinistro Eccl.[esi]æ expensis Devoti Caroli Albanesis illudquæ Ill.[ustrissi]mus D.[omi]nus laudavit. |
16 settembre 1659 Di seguito visitò l’organo che è anch’esso sul lato sinistro della Chiesa, realizzato a spese del devoto Carlo Albanese, e l’Ill.mo Signore espresse lode. |
Scrive mons. Triveri nel 1694:
[trascrizione dell’originale latino] | [traduzione] |
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Die 21 9mbris 1694. Altare S. Ianuarii.
Tandem visitatũ fuit Alt.[ar]e S. Ianuarij situs ab eo d.[ict]o lat.[er]e epistolæ
in plano Eccl.[esi]æ extra Presbyteriũ. |
21 novembre 1694. Altare di S. Gennaro.
Infine fu visitato l’Altare di S. Gennaro eretto in detto lato dell’epistola
nella navata fuori dal presbiterio. |
Riportiamo infine il breve commento del prof. Vincenzo Schiavone, perché, come al solito, è preciso ed esauriente.
"Era [Carlo Albanese] un patrizio andriese discendente dallo stesso casato di Chiuriana Albanese, la benefattrice da noi ricordata che, quattro secoli prima, aveva lasciato all'ospedale dell'Annunziata legati e monete d'oro.Anche Carlo lasciò i suoi beni all'Annunziata e al suo clero allora organizzato in un Capitolo. E il Capitolo ricorda il suo benefattore, con il suo nome e la sua «ben più grande generosità», in tre distici latini incisi nella cornice settecentesca, scolpita nel marmo sotto lo stemma gentilizio: un giglio, due agili pini che si levano verso tre stelle, tra il fiore e un leone rampante. … … … ."
[testo tratto da " La chiesa dell'Annunziata di Andria", di Vincenzo Schiavone, Grafiche Guglielmi, Andria, 1996, pagg. 54-55]
NOTE
[1]
Per arco ogivale a sesto acuto in terzo punto o "a terzo acuto" qui si intende
un arco la cui corda o "luce" è 1/3 più lunga del raggio dei due semicerchi,
generando un rapporto di acutezza pari a 1/4.
Per arco ogivale equilatero qui si intende un arco a sesto acuto avente la corda o "luce"
lunga quanto il (=) raggio dei due semiarchi, determinando così un rapporto di acutezza pari a 1/2.