Conservatorio femminile erigendo nel 1582, di L.A.Resta

Contenuto

Premessa

A partire dal documento ad inizio pagina illustrato, che ci indica quando in Andria fu istituito il primo Educandato per giovanette povere, si prosegue fornendo una sintesi della evoluzione nei secoli di tale pia istituzione.


Mons. Luca A. Resta si propone di erigere “un Educandato per povere giovanette”

tratto

da "Constitutiones editæ in Diœcesana Synodo Andriensi ... A. D.    M.D.LXXXII"

di Mons. Luca Antonio Resta (1429-1503)
vescovo di Andria dal 27/04/1582 al 05/10/1597
(stralcio)

De Hospitalibus, pijs locis & Confraternitatibus
Cap. VII.

stralcio del Capitolo inerente il Monte di Piet� e l'erigendo Conservatorio

Da “Constitutiones editæ in Diœcesana Synodo Andriensi quam Rev.mus Lucas Antonius Resta Episcopus habuit A. D. M.D.LXXXII Ter. Nonas Decemb.”, Cupertini, apud Io. Berardinum Defam. M.D.LXXXIIII., pp. 24-25.

Traslitterazione negli attuali caratteri stampati e traduzione

[trascrizione dell’originale latino] [traduzione]

Mons pietatis, qui in hac civitate est erectus pro pauperum necessitatibus occurrentibus; ut omnis humanus respectus ab ipsis administratoribus tollatur de patronorum, qui ipsum erexerunt, consensu & voluntate (si aderit) ipsum in simile, & valde necessarium, ac salutare, & pijssimum opus in hac Civitate transferimus, vз.[= videlicet] in erigendo Zenobio pauperum virginum, quæ periclitari poterint, quantum introitus sufficere possit, & ab ipsimet administratoribus gubernetur iuxta modum Zenobiorum pauperum virginum, Spiritus Sancti, et Sancti Eligij Neapolitanæ Civitatis, & secundum institutiones per nos faciendas: quos singulis annis nobis rationem eorum administrationis reddituros obnoxios esse mandamus.

Il Monte di Pietà, che in questa Città è eretto per sopperire alle necessità dei poveri, affinchè agli stessi amministratori sia rimossa ogni soggezione verso i patroni che lo istituirono, col consenso e la volontà (se ci sarà) lo trasformiamo in questa Città in una opera simile, estremamente necessaria, benefica e piissima, vale a dire, in un erigendo Conservatorio [= Educandato] di povere donzelle, che potranno sperimentarlo in base alla sufficienza delle entrate, e sarà governato dagli stessi amministratori secondo la regola dei Conservatori per le povere vergini dello Spirito Santo e di Sant’Eligio [Maggiore] della Città di Napoli, e secondo le norme che noi daremo: ordiniamo che ogni anno essi amministratori saranno obbligati a renderci conto della loro amministrazione.


Ai tempi in cui il Resta divenne vescovo di Andria, il 1582, in Città da quarant'anni (dal 1542) era sorto il Monte di Pietà ad opera soprattutto del patrizio Federico Tommasini; tuttavia ancora non esisteva un Conservatorio o Educandato per povere giovanette.
Ecco quindi che il vescovo, appena eletto in questa Città, scrivendo nelle sue "Constitutiones editæ in Diœcesana Synodo Andriensi" le norme per gli Ospedali, i vari luoghi pii e le Confraternite, pone il testo qui citato, nel quale dichiara che intende dal Monte di Pietà fondare un Conservatorio per povere giovanette "Zenobio pauperum virginum", dando ad esso la regola già in uso nell'analogo Conservatorio intestato alla Spirito Santo e a Sant'Eligio esistente in Napoli presso l'omonima chiesa.
In base al racconto del Prevosto Giovanni Pastore e poi alla storia del Canonico Riccardo D'Urso, probabilmente Mons. Resta ubicò l'erigendo Conservatorio nella palazzina già della famiglia Mione, all'inizio della salita (Pendio) verso S. Domenico, ad angolo tra le strade (oggi chiamate) Via Tutino e via Tommaso De Liso.
Successivamente per cause imprecisate dismesso, il Conservatorio fu nuovamente reso funzionante nella palazzina che sarà poi dei Petusi e successivamente dei De Liso, presso la chiesa di Santa Caterina, sull'alto del Pennino (oggi via De Liso), quando tra il 1608 ed il 1610 venne in Andria il fratello del Duca Antonio Carafa, il piissimo gesuita Vincenzo Carafa; allora l'istituzione era governata e sovvenzionata dalla casa ducale.

Palazzina Rimedi   particolari palazzina in Via De Liso
[Palazzina Rimedi, già dei Mione, probabile 1a sede del Conservatorio - particolari della palazzina nell'alto del pendio Via T. De Liso, 2a sede del Conservatorio - foto Sabino Di Tommaso, 2015/16]

Il Conservatorio nella palazzina presso la chiesetta di S. Caterina durò meno di venti anni. Nel 1628 infatti il vescovo del tempo Alessandro Strozzi, nella sua relazione allegata alla "Visita ad limina" del 4 Novembre 1628, ne dichiara la sua distruzione ad opera del Duca, per contrasti giurisdizionali; scrive infatti in italiano:

"C’era un Conservatorio d’Orfanelle, del quale essendo stati in contesa il Vescovo, e le Duchesse, pretendendo il Vesc.o di visitarlo et anco farsi rendere il conto dell’amministrazione da' Deputati di esso, et all’incontro pretendendo le Duchesse che il Vesc.o non vi havesse sopra minima giurisdizione; n'è nato decreto della Sacra Congr.ne omninamente a favore del Vescovo sotto li 9. del passato mese di sett.bre. ma essendo andato il Vesc.o per visitarlo, lo trovò distrutto, havendo le Duchesse, alcuni giorni innanzi, fattone uscire tutte le Zitelle, e mandatele parte alle proprie loro case, parte havendole mandate ad una città vicina tutte insieme in una casa particolare; et il Vescovo nondimeno entrando nell’habitazione del d.o Conservatorio descritto in atto di Visita, fece in atti annotare la distruzione di esso, e prese [parola illegibile] della Cattedrale il possesso di d.a habitazione come il luogo più derelitto, fino a che gli fosse ordinato quello doveva fare; ma s’intende che i Deputati del Monte della Pietà, et i Confratri della Compagnia di Giesù pretendono che il luogo fosse comperato de’ danari di d.o Monte, e fraternità, ma però ancora non hanno mostrato cosa alcuna."

stralcio della relazione del vescovo A. Strozzi del 1628 sul Conservatorio
[stralcio della relazione del vescovo A. Strozzi del 1628 sul Conservatorio - da Archivio Bibl. Diocesana Andria]

Dopo oltre ottant'anni, subentrato nel dicembre del 1706 nel governo della Chiesa di Andria mons. Nicola Adinolfi, questi, molto attento verso le classi più povere, sostenendo spese non indifferenti rifondò il Conservatorio, intitolandolo all'Immacolata Concezione e lo allocà nel Palazzo dei De Excelsis, a sinistra della salita della "Plancata", da lui acquistato nel 1714.

Su tale avvenimento racconta minutamente il Pastore nel foglio 52 del suo manoscritto "Origine, erezione e stato della colleggiata parocchial Chiesa di San Nicola":

" ... questo Prelato [Nicola Adinolfi], dico, che a tutt'uomo, ebbe la cura di fondare un conservatorio di Donzelle povere, ed orfane, unendosi a tall'opra anche la diligenza dell'Eccels.a Vedova Duchessa D. Aurelia. In fatti molte di queste vennero scielte, e raccolte in d.o luogo, e fintanto, che esso Prelato fu in vita, non lasciò di sostentarle a proprie spese, e con altri aiuti; ma giunto a gli estremi di sua vita, volle renderlo perenne con suo Testam.o, in piè del quale aggiunse un codicillo nel dì 15 luglio 1715. per gli atti del Notaro Donato Antonio Menduto, in cui fonda il pred.o Conservatorio sotto il titolo dell'Immacolata Concez.e della Vergine SS.a con abito domenicano, legando per fondo del medes.o ducati quattro mila, eredità propria, da pagarsi dal suo erede, che fu il monte de' poveri vergognosi della Città di Napoli: chiamando in aiuto l'Universita di essa Città d'Andria, la Venerabile Confraternita del Gesù, ed il Monte della Pieta della medesima, li quali contribuirono ducati mille per ciascheduno: ed ordinò, che il pred.o Conservatorio fosse sotto la direzione di quattro Governadori, chi, del Vescovo pro tempore, d'un sacerdote della Cattedral Chiesa, d'un sacerdote della Colleg.a di S. Nicola, e del Priore pro tempore della pred.a Confraternita del Gesu, lasciando la Regola, e le leggi da osservarsi in esso."

Una sintetica relazione dei fatti ce la fornisce a conferma Giuseppe Ceci, parlando degli "Istituti di Beneficienza della Città di Andria"; scrive:

"Al principio del secolo seguente la mancanza di una simile istituzione era lamentata dal Vescovo Nicola Adinolfi. Comprò egli per 2000 ducati nel 1714 il palazzo dei De Excelsis, alla via detta anticamente la plancata e ora Flavio de Excelsis, dal Convento del Carmine che ne aveva ereditato i beni, e coll’aiuto di Aurelia Imperiale di Francavilla, vedova sin dal 1707 di Fabrizio Carafa Duca di Andria, fondò il Conservatorio dell’Immacolata Concezione. Col suo codicillo poi del 15 luglio 1715 legò alla nuova istituzione un capitale di 4000 ducati da pagarsene la rendita dal suo erede il Monte dei Poveri Vergognosi di Napoli, e prescrisse il suo ordinamento. Volle che le ricoverate vestissero l’abito domenicano e che ad esse sopraintendessero il Vescovo, due sacerdoti, uno del Capitolo di S. Nicola e l’altro di quello della Cattedrale, e il priore della Confraternita del Gesù.
All’erezione del Conservatorio concorse pure l’Università ed il Monte di Pietà, il quale diede mille ducati. Altre rendite ebbe dal notaio Menduni, dall’abate Anelli e da Sebastiano Spagnoletti, come si è già detto
".

Infatti il 24 marzo 1731 mons. Cherubino Tommaso Nobilione, nella sua relazione sullo stato della Chiesa di Andria inviata alla Sacra Congregazione del Concilio per la prescritta "Visita ad Limina" aveva scritto:

[trascrizione dell’originale latino] [traduzione]

Adest Conservatorium Puellarum cum habitu divi Dominici, et sub Regula Sancti Ignatii Loiola viventium; quæ partim et fructibus ducatorum qui que multa per meum prædecessorem D. Nicolaum Adinolfi legatorum, ac aliis munificentia D. ... Carafa Ducis Andriæ etiam assignatis commodæ vivunt.

Esiste un Conservatorio per giovinette che indossano l'abito di S. Domenico e osservano la regola di S. Ignazio di Loiola; vivono comodamente grazie alla rendita dei tanti ducati, rinvenienti in gran parte da un legato del mio predecessore mons. Nicola Adinolfi, e altri assegnati dalla munificenza di D. ... Carafa, duca di Andria.

Il Conservatorio allocato nel Palazzo già dei De Excelsis
[Il Palazzo dei De Excelsis dove era allocato il Conservatorio - foto di. Sabino Di Tommaso - 23/06/2015]



[L'orfanotrofio presso la chiesetta di Madonna delle Grazie - foto Sabino Di Tommaso]
stemma posto sull'orfanotrofio da mons. Longobardi
[stemma posto sull'orfanotrofio
da mons. Longobardi
foto Vincenzo Zito]

A metà dell'Ottocento il vescovo Giovanni Giuseppe Longobardi, eletto in Andria il 18 marzo 1852, istituì presso l'antica Chiesa della Madonna delle Grazie un altro orfanotrofio, a complemento di quello già esistente e funzionante presso la chiesa di Sant'Anna.

"Un nuovo orfanotrofio - scrive ancora il Ceci nel testo su citato - fu fondato da Monsignor Giovan Giuseppe Longobardi nel 1855 in una casa accanto alla chiesa della Madonna delle Grazie. Furono spese per la fondazione ducati 4411.09, ed è ora mantenuto con un legato rimasto dallo stesso Longobardi e con un assegno fattogli dal presente Vescovo Federico Maria Galdi. Sono ricoverate circa ventisei orfane sotto la direzione delle suore stimmatine."