[panoramica del lato destro della navata - elab. elettr. su foto di Sabino Di Tommaso - 2015]
Il Merra nelle sue Monografie, redatte ai primi del Novecento, dopo aver descritto il lato sinistro della navata, così descrive il destro (Si tenga presente che enumera le cappelle a partire dalla parte del vangelo, guardando dal presbiterio).
[da "La Chiesa e il Convento di S. Maria del Carmine" in Monografie Andriesi, di E. Merra, tip. Pontificia Mareggiani, Bologna, 1906, Vol. II, pagg. 488-491]
[Le tre cappelle di destra dedicate a: il Transito di S. Giuseppe, l'Immacolata e
il Crocifisso - foto di Sabino Di Tommaso - 2015]
Nel terzo fornice, quello presso il presbiterio del quale inizialmente faceva parte, è affissa la tela del Transito di S. Giuseppe assistito da Gesù e Maria, protetto contro il Demone da S. Michele Arcangelo psicopompo, mentre tra nubi e numerosi angioletti Dio Padre e lo Spirito Santo sono pronti ad accoglierlo; sotto il quadro oggi non c'è un altare ma un armonium. La tela è molto compromessa e pochi anni fa è stata sottoposta solo ad un restauro conservativo.
In mezzo alle lesene del pilastro tra la seconda e la terza cappella è stata collocata una tela raffigurante San Benedetto; potrebbe provenire dal demolito monastero delle benedettine che sorgeva in largo Duomo; una targa sottostante recita: “Dono della C.ssa Maria Alessandra Spagnoletti / al Seminario Vescovile di Andria 10 luglio 2005”.
Nel secondo fornice
è affissa una tela dell'Immacolata
tra angeli esultanti; ai suoi piedi la luna e il serpente calpestato, con San Michele che abbatte Satana;
[1]
proni ai lati Santo Stefano e San Sabino, protettori con
l'Arcangelo delle città di Minervino, Montemilone e Canosa.
Questa tela ad olio dell'Immacolata del XVIII-XIX sec., ampia (A. x L.) cm 350 x 233, nell'Ottocento era posta sul lato opposto
nella cappella presso il presbiterio, dove attualmente c'è una nicchia con
la statua di S. Giuseppe. Stando ai dati documentali forniti dal Merra
questa tela dovrebbe essere stata realizzata poco dopo il 1721;
l’impianto d’insieme la assomiglia all’Immacolata presente in Cattedrale,
attribuita alla scuola di Cesare Fracanzano.
Il pavimento di questa cappella (come in quella di fronte) presenta le belle mattonelle maiolicate
(riggiole) originarie;
sotto la tela è collocato un antico altare ligneo portatile con predella
ed agli angoli due coordinati stipetti per le suppellettili sacre, dono della famiglia Spagnoletti,
che lo custodiva nella sua tenuta di S. Domenico.
Nel fornice presso l'ingresso è innalzato un grande Crocifisso ligneo, opera dello studio di Ortisei
"Mussner Giac. Vincenzo, scultore".
Immediatamente a sinistra è affisso il quadro di
una Madonna Addolorata
o, secondo altri, di una Maddalena piangente (o penitente). Ella è dipinta
terrea e lacrimante mentre un angioletto la invita a meditare sugli strumenti
della passione: la corona di spine, i chiodi, le tenaglie ed il martello;
sullo sfondo il Golgota con la croce in un bel blu che sembra realizzato
con polvere di lapislazzuli. Di questo dipinto ad olio, ampio (A. x L.) cm 72
x 53 e prima affisso in un corridoio del seminario, non ho trovato eguali tra le opere
dei pittori più conosciuti; solo Giovanni Francesco Barbieri (1591-1666) detto
il Guercino dipinse diverse Maddalene
con gli stessi simboli della passione,
ma le sembianze, l'abbigliamento, e il tratto sono notevolemnte diversi.
Il Guercino ha anche dipinto "Le lacrime di S. Pietro", olio della maturità, in cui una triste Madonna
affianca Pietro nel dolore, Madonna i cui tratti e abbigliamento appaiono
sostanzialmente simili alla Maddalena del Carmine. Si può quindi affermare
che la nostra tela, se non della bottega del Guercino,
si ispira, per diversi aspetti alle suddette sue opere.
Nei due angoli di questa cappella sono poggiate due delle sei porte presenti fino al 1939 nella demolita chiesa benedettina della SS. Trinità, restaurate dal valente artigiano Valerio Iaccarino.
Su questo lato si aprono due porte che danno nel chiostro: una nel secondo pilastro, un tempo ingresso per forestieri e personale ausiliario, ed una nel presbiterio, riservata nel Settecento ai presbiteri carmelitani.
[tela del Transito di S. Giuseppe, di San Benedetto e dell'Immacolata - foto di Sabino Di Tommaso - 2015]
NOTE
“ Καί σημειον μέγα ωϕθη εν τω ουρανω, γυνή περιβεβλημένη τόν ήλιον, καί η σελήνη υποκάτω των ποδων αυτης καί επί της κεϕαλης αυτης στέϕανος αστέρων δώδεκα. … Καὶ ἐγένετο πόλεμος ἐν τῷ οὐρανῷ, ὁ Μιχαὴλ καὶ οἱ ᾄγγελοι αὐτοῦ τοῦ πολεμὴσαι μετα τοῦ δράκοντος.”
[testo "Nestle-Aland 1993, XXVII edizione"]