altare maggiore

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L'Abside e il suo Altare maggiore, opera di Marino Palmieri

abside, foto A. Malgherini 1935 circa    abside, foto A. Malgherini 1935 circa
[L'abside con l'altare maggiore;   la porta dx per la sacrestia col comunichino sporgente alla sua destra - elab. colore su foto di Aurelio Malgherini,1935]

Nella foto in alto, scattata da Aurelio Malgherini intorno al 1935, nella tela a dossale dell'altare si possono intravedere i due Santi Patroni di Andria e Bari, rispettivamente Riccardo e Nicola, subiacenti la Trinità.
Una considerazione intanto viene qui spontanea. Probabilmente tale tela dell'altare maggiore presentava le due aggiunte laterali (come scrive il regio ispettore nella sua relazione del 1937) perché era di riuso, provenendo dal dossale dell'altare maggiore della chiesa demolita nel Settecento, chiesa che nello stesso luogo sorgeva nel Seicento e fino alla riedificazione. Infatti almeno in due relazioni delle visite pastorali, quelle del 1659 e del 1704 (quando ancora la chiesa non era stata riedificata) si rinviene nel dossale dell'altare maggiore tale tela della Trinità.
Scrive il vescovo Alessandro Egizio l'11 luglio 1659:

"Visitavit Altare Maius ... Icon est in tela depicta SS.mae Trinitatis sub cuius titulo dicata est Eccl.a, et circum circa est cornix ex ligno deaurato ... [traduzione, completa delle omissioni operate nel testo latino] Sul dossale di questo altare maggiore lapideo, al quale si accede per due gradini di pietra e una predella lignea, è affissa in una cornice dorata una tela rappresentante la SS. Trinità, a cui la Chiesa è dedicata, con le sue colonne di pietra dipinte portanti un baldacchino molto luminoso e dipinto, sormontato da uno straordinario devoto crocifisso."

Scrive mons. Andrea Ariano il 21 agosto 1704:
"Altare maius sub tit: SS. Trinitatis invenit decentissime ornatum, et palliis præditum iuxta varios Rubricæ colores.
In questa relazione non si esplicita il dossale con la tela, forse perché è sotteso alla dedica dell'altare maggiore (e della Chiesa) alla Trinità."

altare maggiore
[L'altare maggiore - elab. colore su foto di Aurelio Malgherini,1935]

Come al solito romantica è la descrizione del Borsella:

"Sovraneggia l'altare maggiore per isquisitezza di marmo, e per decorazioni. Ed eccole: nel mezzo del paliotto ti si offre S. Benedetto col corvo a lui ministro del pane quotidiano, col pastorale in punta e mitra in piedi.
Nel frontespizio spiccano le virtù teologali in tre statue, coi rispettivi simboli dell'ancora, della Croce e di una face ardente in mano della Carità nel mezzo espressa, le quali in aver muto il labbro sembra che abbian parlanti e vive le fattezze.
Nei corni grandi serafini sostenenti i candelabri, lavori di egregio scalpello che costarono oltre ducati seimila.
Fra gradini che sorgono dalla mensa, e la fascia che si estende in testa veggonsi degli scudetti con fogliami, rami di palme messi in croce, non che dei melogranati ben incisi. E la fascia superiore non cede a questa, terminante con una cornice a marmo bianco segnata da lineette nere.
Ai fianchi in grandi scudi l'arma di Monsignor Anelli, avendo in testa una corona trapunta da globetti quasi fossero tante gemme che spiccano infisse nel cerchio di marmo bianco della medesima. Che tutta la opulenta ricchezza di questo Vescovo trapassato senza eredi, venne investita per la maggior parte a lustro di questa chiesa, e ad altre opere di pietà in questa patria. L'arma esprimesi da un braccio che tiene in pugno un anello.
I fregi di verde antico, di giallo, di nero, cipollino, i cartocci diversi apposti convenientemente, tutto insomma contribuisce alla bellezza del lavoro.
La portellina della custodia porta rilevata in argento la sfera del sacramento con quattro teste di Serafini con occhi umili e reverenti verso la stessa.

... A tutto ciò si arroge il cumulo di Argenterie e delle sacre suppellettili inservienti all'altare nei dì festivi, come pianete di broccato con doppii galloni d'oro, tonacelle, e piviali, aggiungendosi gli incensieri, le sotto coppe, i bacini, i boccali, i candelieri, le carte di gloria, e due grandi lampadi sospese ai due corni dell'altare, ed i ricchi calici."

[tratto da Andria Sacra, di G.Borsella, Tip.Rossignoli, Andria, 1918, pagg.227,237]

Si legga, per la una accurata descrizione artistico-architettonica di questo altare, il sapiente studio effettuato dall'archietetto Gabriella Di Gennaro in "La Madonna d'Andria", di AA.VV. Grafiche Guglielmi, 2008, pp.263-274.

Da un elenco di manufatti da asportare dalla Chiesa, prima della sua demolizione, redatto il 5 agosto 1937 dall'ispettore della Regia Soprintendenza alle Opere di Antichità e d'Arte della Puglia, si rilevano anche le misure dell'altare maggiore e della tela inserita nella cornice del dossale.

"... 7) Altare Maggiore in marmi policromi con quattro gradini (mis[ura]. dell'alt[are].: m. 5,30 di larg[hezza]. massima per 3,69 di alt[ezza]. massima, compresi i gradini). ...
11) Una tela dipinta ad olio, attualmente sull'alt[are]. magg[iore].: raffigura la Trinità ed i Santi Nicola e Riccardo. Opera di artista locale del settecento. Mis[ura]. metri 2 x 2,76 di altezza, senza contare le due aggiunte laterali. La tela è lacera in più punti. Bisogna recuperare anche la cornice in legno dorato."

Questo altare ora si trova come altare maggiore della basilica della Madonna dei Miracoli dove è possibile ammirarlo nelle sue meravigliose sculture.

Per quest'opera artistica, come per diverse altre, è anche consultabile una pagina di approfondimento nel percorso museale virtuale.