[pianta della Chiesa della SS. Trinitą delle Benedettine, terminata nel 1774 - elab. elettr. su piante-base inizio '900 (S. Di Tommaso)]
La navata della chiesa era
illuminata da tre finestre per ogni lato e da una finestra a
forma di anfora sulla facciata.
Sulla sinistra sorgeva il
campanile in tre registri e cuspidato con in cima il simbolo di
San
Benedetto.
Essa invadeva gran parte dello spazio funzionale al Duomo, sacrificandone
parzialmente la vista e, nei giorni di festa, l'accesso delle folle dei
fedeli.
La chiesa, iniziata a costruire nella prima metą del 1700 col nuovo monastero, era unita allo stesso mediante la parete absidale, nella quale si aprivano due porte, due comunichini (ma solo da uno era somministrata la comunione alle monache benedettine in clausura, mentre l'altro era solo uno stipo per gli oli santi), un coro e due non piccole gelosie, dalle quali le stesse monache seguivano i riti sacri senza essere vedute.
Questa pregevole Chiesa, della seconda metą del Settecento, negli anni 1937-39 fu demolita unitamente all'annesso Monastero
per il cedimento delle fondazioni, danno ritenuto all'epoca irrimediabile.
Cosģ ne parla il Ceci:
Un maggior interesse desta la chiesa pel suo felice organismo dove la notevole altezza č tuttavia ben proporzionata all'interno con la pianta. Ad evitare che la snellezza apparisse soverchia nel prospetto lo si č diviso orizzontalmente in due piani sormontati da un alto frontone, e verticalmente in tre corpi, dando un lieve aggetto al centrale, dove č la porta e l'unica finestra a foggia di anfora, e incurvando i laterali. Di fianco si eleva snello ed elegante il campanile a tre piani sormontati da cuspide.
A chi si dovč l'architettura del convento e della chiesa? Secondo Giacinto Borsella (1770-1850), un colto magistrato che scrisse l'Andria Sacra intorno al 1850 tutto fu costruito con la direzione dell'andriese Saverio Raimondo."
[tratto da
Un Monastero di Benedettine in Andria, di Giuseppe Ceci,
A.Cressati Ed., Bari, 1935, pag.14]
La foto č una rielaborazione elettronica di un'originale dello studio
Malgherini - Attimonelli.
[La Chesa ed il suo portale - elaborazione elettronica su foto di Malgherini - Attimonelli]
Si noti la divisione della facciata in due piani, quello inferiore sino all'altezza della porta in pietra locale, quello superiore in duro tufo delle nostre Murge.
"Una eminente prospettiva con ampia finestra e spaziosa gradinata annunzia la magnificenza di questo tempio."
"Sulla porta ... si legge la seguente pregevole iscrizione in marmo:
[epigrafe] | [traduzione] |
---|---|
D. O. M. |
A DIO OTTIMO MASSIMO |
[il precedente testo in corsivo č tratto da Andria Sacra, di G.Borsella, Tip.Rossignoli, Andria, 1918, pp.227]