Questa è, per voce popolare, la
grotta più misteriosa tra le numerose della dolina; si tramanda che sia
stata utilizzata come
luogo adibito al
culto dell'Arcangelo San Michele(?), essendo state rinvenute
sulle pareti tracce di intonaco; nei pressi inoltre, dove attualmente è
eretto il santuario del SS. Salvatore, sorgeva un piccolo
tempietto dedicato alla
Madonna di Trimoggia.
Questo antico luogo di culto è
forse coevo delle chiese rupestri esistenti nelle lame circostanti. L'ambiente
d'ingresso è piuttosto ampio e alto (5m) e presenta sull'entrata un
muricciolo a secco, simile a quello della grotta
Pu1231; in fondo a sinistra (di chi entra) c'è l'imbocco, basso, per
un'altra stanzetta più piccola, alla quale quasi certamente si accedeva
passando per un altro muro a secco, ora franato.
Per gli aspetti speleologici leggere il capitolo a questa grotta dedicato nel volumetto "Il Gurgo di Andria" del 1993. |
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Di questa grotta riportiamo alcune annotazioni sulla sua antica utilizzazione:
"«La voragine di Trimoggia, dal volgo chiamato "gurgo"
continua il Pastore - situata in un campo piano distante dalla città di Andria mille
passi a libeccio di esso, si stende nell'ampiezza e circonferenza di circa seicento passi,
in forma sferica, sebbene irregolare ... »
Al bordo dei burrone vi è una caverna in cui si osservano alcune
pitture che si trovano nella superficie dei lati e sono di stile greco. Una di queste
pitture rappresenta l'arcangelo S. Michele. Esistono, anche, altre pitture raffiguranti
altri santi, ma al momento della risposta alla Gazzetta, il Pastore precisa che erano già
talmente sfigurate da non poter più distinguere quali personaggi volessero rappresentare.
Il Preposto Pastore conclude la sua risposta all'articolo dicendo che
la voragine veniva dal volgo chiamata S. Angelo in Gurgo."
[testo tratto da “SANTA CROCE IN ANDRIA - NOTIZIE STORICHE E IPOTESI DI RESTAURO”, di F. Nicolamarino, A. Lambo e A. Giorgio, Tip. D. Guglielmi, Andria, 1981, pagg. 14-15]
Una più ampia citazione del prevosto Giovanni Pastore è possibile leggerla nelle "Monografie Andriesi" del Merra, nella parte dedicata a "L'immagine del SS. Salvatore in Santa Maria di Trimoggia", nel capitolo che parla, appunto di "Gurgo".