Bellissimo è l'altare maggiore che maestoso si erge tra il presbiterio ed il retrostante ampio coro.
Per questo meraviglioso altare maggiore di San Francesco è consultabile una pagina di approfondimento nel percorso museale virtuale.
Così lo descrive mons. Merra ai primi del Novecento:
“L’altare maggiore, tutto costruito di finissimi marmi bianchi e colorati, scolpiti ad alto rilievo, è quant’altro mai elegante e maestoso.
Si eleva su quattro bianchi gradini marmorei, ornati di fasce di marmo africano, listate di nero. Ai due lati sono seduti due grandi angeli meravigliosamente scolpiti a tutto rilievo; essi stringono tra le braccia due cornucopii; mentre due ingenui e cari serafini stanno a destra e sinistra del ciborio, che ha una raggiera di marmo giallo, e la di cui portellina di argento rappresenta a bassorilievo Gesù, che distribuisce il pane eucaristico ai suoi dodici Apostoli.
La mensa è sostenuta da piedistalli scorniciati. In mezzo al frontone, che arieggia un’urna, spicca una croce di metallo dorato circondata di raggi, infissa in un cerchio anche di metallo dorato, sopra un fondo di pregevole lapislazzolo.In fine una balaustra di marmo bianco ed africano, ornata di arabeschi e di teste di serafini, ben scolpiti, chiude elegantemente il presbitero.”
[tratto da Emanuele Merra, "La Chiesa di San Francesco", in "Monografie Andriesi", Bologna, tip. Mareggiani, 1906, Vol I, pagg.351-362]
Un'accurata descrizione del magnifico altare maggiore ci è fornita da Gabriella Di Gennaro:
"Pochissime e frammentarie, se non rare e molto generali, sono le notizie riguardanti questo stupendo altare sito nella chiesa di S. Francesco ad Andria, e ciò è dovuto certamente al fatto che documenti vari e i registri di contabilità del Settecento andarono perduti in seguito ad un incendio che divampò nell’Ottocento nei locali attigui alla chiesa, ivi compreso l’archivio. Inoltre aggiungiamo che nulla è emerso dalla consultazione dei registri notarili di tutti i notai, anno per anno, che rogavano ad Andria nel Settecento. Al contrario ho ritrovato documenti notarili riguardanti gli autori del campanile (il più bello di Andria, insieme a quello del duomo e della chiesa di S. Domenico) e delle campane della chiesa di S. Francesco, e gli architetti e i muratori che provvidero alla ristrutturazione totale della chiesa nel 1749.
Le prime notizie di questo artistico altare maggiore, ricco sfondo di una chiesa ad una sola navata con copertura a volta tutta ornata di fine stucco, si ritrovano nel testo del Borsella risalente al 1850. “La costruzione è magnifica o si guardano i lavori, o la forma, o le diverse qualità dei marmi che lo compongono”. Il Borsella stesso precisa che la chiesa subì un totale ammodernamento negli anni 1750-1770 rifacendo gli stucchi e ordinando nuovi arredi, ivi compreso l’altare.
… … … L’altare maggiore, superbo per la sua bellezza e preziosità, è situato al centro del presbiterio ed è realizzato in marmo policromo scolpito e commesso (alto cm. 311, lungo cm. 480, profondo cm. 280). È un prodotto della scuola napoletana, sicuramente della seconda metà del XVIII secolo.
Al 1754 risale secondo la tradizione poi la porticina in argento del tabernacolo (datata) e probabilmente i parati in ottone che completano l’altare.
[ciborio e angeli capialtare - elaborazione elettronica su foto di S. Di Tommaso, 04/2014]
… … Databili agli stessi anni dell’altare maggiore, inoltre, possono considerarsi le due mense marmoree laterali in marmo di Carrara e rosso africano, e le acquasantiere in bardiglio, marmo nero e rosso d’Africa.
Ritornando a parlare dell’altare maggiore, esso è concluso ai due lati da due angeli adulti reggifiaccola. Questi serafini capialtare a figura intera sono molto simili, per fattezza e mano scultorea, a tanti altri ritrovati con frequenza in altari settecenteschi nel Regno di Napoli, molti soprattutto in Puglia.
È sorprendente la somiglianza di tutti questi angeli fra loro anche perchè è davvero unica questa originale soluzione di conclusione laterale degli altari. Esempi vistosi sono l’altare maggiore della Cattedrale di Foggia (con angelo capoaltare a destra firmato Sanmartino e datato 1767) e l’altare maggiore della chiesa di S. Benedetto a Massafra, attribuiti allo scultore Giuseppe Sanmartino. Proprio con questi ultimi è possibile dare un puntuale confronto che ci consente di poterli riferire all’ambito della bottega del Sanmartino che riscosse notevole fortuna proprio in Puglia.L’altare maggiore di S. Francesco si eleva su quattro gradini di marmo bianco con intarsi di marmo rosso d’Africa listati di marmo nero. La mensa, unica nel suo genere, è sostenuta da piedistalli incorniciati a vari colori con ricche volute. Una greca superiore, data dalla ripetizione ritmica di tasselli semiovali in marmo giallo di Siena, delimita superiormente il paliotto che reca un vistoso medaglione circolare in lapislazzuli dell’Afghanistan (4) con al centro una stella di Similoro (5) infissa in detto cerchio e circondata da una corona di pietre dure. Accanto, agli estremi laterali dell’urna, sporgono due teste di angeli a tutto tondo.
Il postergale, costituito da due gradini largamente profusi di decorazione, reca nel primo sei coretti lunati come scudi, aventi nel centro cerchi di marmo giallo; il secondo gradino è abbellito di foglie bianche ricurve ad intaglio e sovrapposte ad un fondo di marmo verde Alpi cipollino, con ornamenti vari, ancora ad intaglio, di piccole fronde. I gradini dell’altare, ricchi di marmi variegati, sono superiormente conclusi da fasce di marmo giallo e nero di Calabria. Al centro del ciborio campeggia una raggiera sagomata in un pezzo unico di marmo giallo di Siena con ai lati due cherubini che iconograficamente richiamano gli angeli della Cattedrale di Andria attribuiti a Giacomo Colombo, pezzi pregevoli di un altare settecentesco completamente distrutto.
Al centro della raggiera è collocata la porticina di forma ellittica del tabernacolo in argento sbalzato (altezza cm. 28.6) che rappresenta l’Ultima Cena. Questo argento scolpito risale sicuramente al secolo XVIII, ed è anch’esso di ambito napoletano e raffigura con chiarezza Gesù che distribuisce agli Apostoli il Pane Eucaristico. …"
[testo tratto da "Notizie inedite sulla Chiesa di San Francesco", di Gabriella Di Gennaro",
in "La chiesa di S. Francesco. Appunti di storia, arte e spiritualità",
di Antonio Basile, Grafiche Guglielmi, Andria, 1995, pp. 45-55]
(4) È interessante sottolineare un particolare inedito che emerge dal mio studio su questo medaglione. Il cerchio di lapislazzuli è costituito da quattro pezzi ricavati, a strati, da un unico blocco di questo materiale e ciò è rilevato delle "macchie" del materiale e dalle giunture.
[paliotto - elaborazione elettronica su foto di S. Di Tommaso, 04/2014]
(5) II similoro è una lega di rame-zinco-stagno (nella proporzione: 84% di rame, 9% di zinco e 7% di stagno) che ha lo stesso colore dell’oro.
Ricordo che per questo meraviglioso altare maggiore di San Francesco ho compilato una pagina di approfondimento nel percorso museale virtuale.
Una descrizione di come erano realizzati i commessi marmorei che compongono questo altare settecentesco è possibile leggerla in un testo del Settecento di Jerôme Richard e nella citata tesi dell'arch. Gabriella Di Gennaro.