Questa 2a cappella, a sinistra entrando, era dedicata a San Nicola almeno dal Seicento; dell'arredo seicentesco praticamente sembra non esserci più nulla.
Si rileva la descrizione dell'antica cappella dedicata a S. Nicola dalla
visita pastorale di mons. Alessandro Egizio del settembre 1659;
la descrizione del fonte battesimale dalla
visita pastorale di mons. Francesco Antonio Triveri del novembre 1694, perché più completa:
Die 5 m.[ensi]s sept.[embri]s 1659 Andriæ.
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Successive … visitavit Cappellã S.i Nicolai contiguam supradictæ SS.mi Crucifixi, quã invenit eleganter depictã, et fornicatã, habetq.[ue] omnia necessaria ad celebrat.[io]nẽ dupliciter auctã cũ candelabris Cruce, et vasculis cũ floribus ex ligno inargentato.
Altare pariter est lapideũ, et elevat.ur e pavim.[en]to per Pradella lignea, et pro Icone deservit Imago S.i Nicolai Barensis ex ligno vesticolori(?) exornata insup. fenestram (vulgo Nicchia) deauratã, et decenter exornatã.
Dicta Cappella est de iure patronatus familiæ Cognitorũ, et adest beneficiũ ad … vacans p.[er] obitũ q.ni Io: Mariæ Cognitoris Cantoris, et ob tenuitatẽ redditũ non est huiusq.[ue] qui illud impetret.
Andria, [venerdì] 5 settembre 1659
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Successivamente visitò la Cappella di S. Nicola, contigua alla suddetta del SS. Crocifisso; la trovò elegantemente dipinta e voltata a botte, avente tutte le suppellettili per la celebrazione, doppiamente dotata con candelieri e croce, vasi con fiori di legno argentato.
L’altare è ugualmente di pietra e si eleva dal pavimento con una predella lignea; come icona c’è una statua di legno di S. Nicola di Bari, ornata di vesti, in una nicchia dorata e convenientemente decorata.
Detta cappella è di giuspatronato della famiglia Conoscitore, e c’è un beneficio attualmente vacante per la morte del cantore Giovanni Maria Conoscitore, e per l’inconsistenza del reddito non c’è chi desideri averlo.
Die 6 9mbris 1694.
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Baptisterium
In fine eccl[esi]æ a parte epistolæ adest fons Baptismalis, ad quã p[er] unũ gradũ ascendit[ur], claudit[ur] cancellis ligneis ad formã balaustri; fons est marmoreus undequaq[ue] mundus, et operculo ligneo claudit[ur]; capsa verò in figura pyramidali erigit[ur].
Supra adest Imago S. Io[ann]is Baptisti. Intus est ornata tela coloris cerulei, et alia eiusdẽ coloris extrà bené operit[ur] et clavi claudit[ur], et hæc sub alia clave a sacristis custoditur.
A latere ipsius adest Sacrarium in quo proijcit[ur] aqua post Baptismũ.
Il giorno 6 novembre 1694.
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Il Battistero
Nell’ingresso della Chiesa sul lato dell’epistola si erge il fonte battesimale, al quale si accede salendo un gradino e si chiude con una cancellata lignea come una balaustra; il fonte è di marmo ben pulito ed è protetto da un coperchio di legno di forma piramidale.
Su tale coperchio c’è l’immagine di S. Giovanni Battista. Internamente ed esternamente è rivestito da una tela celeste ed è chiuso a chiave, la quale è conservata sotto chiave dal sacrista.
A fianco del fonte c’è il sacrario, nel quale si getta l’acqua dopo il Battesimo.
[La cappella di S. Nicola in 2 foto del Novecento; in quella di sinistra il quadro della Madonna del Carmine è già posto come dossale d'altare]
Analizziamo le due foto della prima metà del Novecento:
- Sull'ingresso della cappella è presente la balaustra realizzata con i fondi del canonico Ponzio, del quale sono visibili i due stemmi sui pilastrini dell'accesso.
- La volta a vela e le lunette laterali sono interamente affrescate, certamente con scene riguardanti il Santo titolare della cappella.
Questi affreschi, se furono risparmiati nei lavori effettuati tra il 1796 ed il 1805, potrebbero essere quelli del Seicento visti da mons. Egizio.
- Sulle pareti laterali sono appesi due ovali dipinti dal Calò: a destra quello rappresentante San Rocco, di fronte, non visibile, quello di Santa Lucia.
Sotto l'ovale è allocata una bacheca con una stata di Santo.
- Sulle paraste laterali sono poggiati due confessionali; in quello di sinistra, dove si inginocchia il penitente, si intravede
immediatamente sopra la grata l'effigie chiara che doveva ispirargli dolore per le proprie colpe.
Di tutto l'arredo Sette-Ottocentesco resta l'altare: nel paliotto notiamo il bassorilievo del Santo in marmo statuario, sui laterali lo stemma del canonico Porzio e nelle mensole capialtare le simboliche tre palle in commesso di marmi policromi.
Parti della balaustra, che introduceva a questo altare, formano oggi la mensa eucaristica nel presbiterio.
Davanti all'altare attualmente è posto l'antico e pregevole Fonte battesimale (foto sotto);
questa non è la sua sede originaria, perché i battisteri fino a metà Novecento
erano allocati presso l'ingresso della Chiesa, in quanto il battezzando poteva accedere
all'aula solo dopo aver ricevuto il relativo sacramento.
Infatti una foto (riprodotta a destra) della controfacciata ripresa intorno alla metà del Novecento
[1]
evidenzia il battistero a destra dell'ingresso. A
livello documentale nella citata
visita pastorale di mons.
Francesco Antonio Triveri del 1694,
si legge che era posto nell'angolo destro dell'ingresso della Chiesa, protetto da un coperchio di legno di forma piramidale
con in cima una statuetta di S. Giovanni Battista.
Il foro del sacrario, nel quale si riversavano le acque utilizzate nel battesimo,
non è più presente sull'ingresso della Chiesa, eliminato in uno dei restauri.
[Il battistero a destra dell'ingresso, foto metà '900
tratta dal testo citato di G. Fuzio, segnalatomi da V. Zito)]
Per la descrizione di questo quattrocentesco fonte battesimale si riporta quanto scrive Clara Gelao nel volume sotto citato:
“ … scarse le notizie riguardanti il fonte battesimale esistente nella seconda cappella a sinistra della collegiata di San Nicola, restaurato nel 2015. Si tratta in questo caso di una conca monolitica in marmo bianco, di forma semiovoidale, con la parte inferiore piatta, e orlo superiore irrobustito da una massiccia modanatura torica.
Il sostegno, frutto di una ricomposizione incongrua e più tarda, è costituito da un capitello rovesciato con caulicoli sporgenti, databile al XIII secolo, poggiante su una bassa pedana quadrangolare in pietra modanata sulle fasce esterne in corrispondenza dei bordi. Presumibilmente databile agli stessi anni del fonte della cattedrale, (intorno alla metà del XV secolo.) …”
[testo tratto da “ANDRIA RINASCIMENTALE - episodi di arte figurativa”, di Clara Gelao, Grafiche Guglielmi, Andria, novembre 2018, pp. 85-86.]
Si osservino le due variazioni di forma e spessore sul bordo del fonte (nella foto in basso, ingrandendo, appaiono chiaramente);
- la variazione più rilevante (quella attualmente rivolta verso l'altare e a sinistra nella foto) è un incavo con un sottostante ispessimento-cuscino,
realizzata forse per accogliere con un certo conforto il collo del battezzando (adulto) quando reclinava il capo nella vasca per ricevere il battesimo;
- l'altra, a lato della precedente e a destra del battezzando, è una sporgenza come una maniglia, che quegli probabilmente impugnava
per reggersi mentre riceveva il sacramento.
Tali originali espedienti ivi scolpiti mi inducono a pensare che il fonte sia stato creato nel periodo in cui erano frequenti i battesimi di adulti.
Tra la fine del 2014 e gli inizi del 2015 il Fonte Battesimale è stato restaurato da Felicia La Viola, specializzata in lavori di restauro sia su manufatti lapidei e lignei, che su mosaici, affreschi e stucchi. I'opera è stata resa possibile grazie alla “Fondazione Porta Sant'Andrea”, sollecitata ad attuarla dalle associazioni “Italia Nostra” e “Myrabbasc”.
Il 25 gennaio 2015 è stato presentato al pubblico dai presidenti delle suddette associazioni (Sabino Zinni per la “Fondazione Porta Sant'Andrea” e Sabino Calvano per “Italia Nostra”). La restauratrice Licia La Viola, nel suo intervento, ha fatto osservare come il Fonte Battesimale sia composto di tre parti, la centrale delle quali, un capitello rovesciato, per il suo maggior degrado, sembra sia stato per un certo periodo esposto alle intemperie.
Il regista Riccardo Cannone ha ricordato che questo Fonte Battesimale presenta non solo rilevanza artistica, ma anche storica, essendo stato quello al quale è stato battezzato Farinelli, famoso cantante di musica barocca del Settecento, costretto da ragazzo alla castrazione per timore della miseria. Il regista ha fatto rilevare che Carlo Broschi, in arte Farinelli, è originario di Andria. Nel 2005, in ricorrenza del 3° centenario della nascita, fu pubblicato dal "Liber Baptizatorum" dell'anno 1705 della Chiesa Collegiata di San Nicola Trimodiense, conservato nell'archivio della Biblioteca Diocesana Andriese, l'atto di battesimo (foto sotto) del cantante, dal quale documento si evince che andriesi erano anche i suoi genitori, e che lo stesso Duca del tempo, Fabrizio Carafa, era stato suo padrino di battesimo. [2]
Dalla copia del citato manoscritto "Liber Baptizatorum" (foto nella targa su riprodotta) si trascrive l'annotazione del battesimo nelle due lingue utilizzate (a sinistra c'è una sintetica nota in italiano del battezzato e dei suoi genitori, a destra l'estesa relazione dell'avvenuto battesimo in latino).
N° 14 | Anno D[omi]ni 1705 Die 26 m[ensi]s Januarij |
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Carlo Maria Michel’Angelo Nicola figlio delli Mag.co Salvatore Brosco, e Catarina Bar- rese Coniugi |
Ego V I Di. D. Ioseph Damianj Proth[onotari]us Ap[osto]licus Pres[by]ter et Cantor Colleg[ia]tæ Ecc[lesi]æ Sæcularis S. Nicolai Trimodieñ[sis] Civ[ita]tis Andriæ, de licentia D[omi]ni N. Vicarij G[e]n[era]lis baptizavi Infantem natum die 24 hora 13. eiusdem meñ[sis] ex Mag[nifico] Salvatore Brosco, et Catharina Barrese Coniugibus Civ[ita]tis Neapolis, cui imposi- tum est nomen Carolus Maria Michael Angelus= Pa- trinus fuit Excell.mus Fabritius Carafa Dux eiusdem Civ[ita]tis Andriæ medianti mandato Procuratoris in personam Mag[nifici] Pre[sbyte]ri Pincerna in p[ræse]nti libro adnotatum. |
Nel documento è da rilevare una leggera incongruenza.
Nella nota in italiano il BATTEZZANDO ha 5 nomi: Carlo Maria Michel'Angelo Nicola
mentre nel testo latino ne ha solo 4: Carolus Maria Michael Angelus.
NOTA
[1] Foto tratta da FUZIO G., «La chiesa di San Nicola in Andria», in “Rassegna Tecnica Pugliese – Continuità”, n.3 anno 1969, pag. 23.
[2] Tale ricerca storica fu pubblicata da Silvana Campanile in "Carlo Brosco e la sua famiglia nell'archivio diocesano di Andria" alle pagg. 69 - 81 della rivista "I Quaderni della biblioteca diocesana san Tommaso D'Aquino" n.4 del 2006, a diffusione degli atti del Convegno "Farinelli e la Puglia, sua terra di origine" - tenuto nella Chiesa di S. Anna in Andria, 25-26 novembre 2005. Gli atti sono stati poi pubblicati in un libro di pari titolo a cura di Riccardo Cannone, presentato al pubblico nella Chiesa di “Mater Gratiae" il 29 giugno 2007.