[altare Madonna del Carmelo - elab. elettr. su foto di Sabino Di Tommaso, 02/2020]
Questa cappella, come quella opposta del SS. Sacramento, è leggermente più profonda di quelle adiacenti e la sua volta non è a botte ma può dirsi a vela, nonostante che sia impostata su un rettangolo piuttosto che su un quadrato.
Il culto alla vergine del Carmelo nella chiesa di S. Nicola esiste almeno dal 1605. Scrive infatti il Merra nella sue "Monografie Andriesi":
"In Andria la festa della Madonna del Carmine fu celebrata sempre con pompa la più solenne che mai. Fin dal 1605, essendo stato nella Chiesa Collegiale di S. Nicola, eretta una Cappella, sotto l’invocazione di S. Maria del monte Carmelo; nella medesima, l’anno 1634, mercè lo zelo di alquanti pii Sacerdoti fu, col permesso dell’Ordinario, fondata una Confraternita di laici, sotto la stessa invocazione. Crescendo ogni giorno più nel popolo Andriese tale devozione, la solennità del Carmine, ai 16 luglio, cominciò a festeggiarsi con processione, con panegirico, con grande sfarzo, e con non ordinario concorso di popolo."
[tratto da "Monografie Andriesi", di Emanuele Merra, tip. Mareggiani, Bologna, 1906, Vol.II pag. 521].
Già nel Settecento Giovanni Pastore, prevosto della Collegiata di questa Chiesa, aveva raccontato:
"In quest'anno medesimo [1653], ma piu verosimile nell'anno appresso quella Congregaz.e, eretta nella Colleg.a di S. Nicola da alcuni sacerdoti nell'anno 1634, sotto il dì 8 di Luglio, col titolo di S. Maria del Carmine, e confirmata dal Vescovo con suo decreto, vedendosi in stato di poter sollennizzare con pompa il dì festivo di essa Vergine nel giorno 16 del mese di luglio si determina di formare una processione, per condur la sua statua per la città, accompagnata dal Capitolo di esso Colleg.o in abiti corali col proprio Vessillo, o sia croce, e da' confrati vestiti di camici, ed insieme far recitare nella sua chiesa un sermone in lode di essa gloriosa Vergine."
[tratto dal manoscritto “ Origine, erezione e stato della Colleggiata Parrocchial Chiesa di S. Nicola … .” del Prevosto Pastore, foglio 43r.]
“Religio nostra, cum inter alia privilegia, quibus à S. Sede Apõ.[sto]lica decorata est facultatem habeat secularium Confratres sub invocat.ne B. MARIÆ VIRGINIS de Carmine nuncupate erigendi, eisq[ue] speciales gratias Privilegia, et Indulgentias communicandi … confrã.[ternita]tem B. MARIÆ VIRGINIS de Carmine in Ecclesia Collegiata S. NICOLAI CIVITATIS ANDRIÆ in Apulia Provincia BARENSIS de consensus loci Ordinarij, … erigimus …
Datum Romæ in Conventu N[ost]rõ S. MARIÆ Transpontinæ Hac Die 23. Mensis Maij M.DC.LVI.”
Il paliotto dell'altare riporta (nella foto dietro la vasca battesimale) un bassorilievo di San Nicola. Inoltre il Borsella (a pag. 137 del capitolo su "San Nicola" di Andria Sacra) scrive di un dipinto raffigurante lo stesso Santo:
"Il tutelare della Collegiata sul suo altare ha il mezzo busto nel paliotto e la balaustra in marmo. Il suo gran quadro coi due ovali infissi nei muri opposti, l’uno sacro al martirio di S. Lucia e l’altro a S. Rocco sono lavori dell’istesso Calò."
Anche Michele Agresti (a pag. 78 del capitolo sulla "Chiesa di S. Nicola", nel Vol.II de "Il Capitolo Cattedrale di Andria e i suoi tempi") afferma
"Sei Cappelle contiene questa Chiesa. con altrettanti altari, tutti di marmo. La prima, a destra dì chi entra in Chiesa, è dedicata a S. Eligio; la seconda al Santissimo Sacramento; la terza alla Sacra Famiglia. La prima, a sinistra, è dedicata al Crocefisso; la seconda a S. Nicola; la terza alla Vergine del Carmine. Tutte le sei Cappelle non mancano di ornati e di dipinti, più o meno pregevoli."
Se ne deduce che la tela della Vergine del Carmelo è stata spostata, su
questo altare, nella prima metà del secolo scorso.
Oggi non c'è più traccia né del quadro raffigurante S.
Nicola, né degli ovali dedicati a S. Lucia e
a S. Rocco.
Continua il Borsella (nel capitolo su "San Nicola", a pag. 137 di "Andria Sacra"):
"Gli stessi pennelli [del Calò] effigiarono la Vergine del Carmine dell'ultima Cappella in atto di consegnar l'abitino ad un Angelo, le anime purganti nell'accesa fornace implorando aiuto con un confratello vestito di sacco."
Questo quadro, attribuito ad un discepolo del Calò e che prima si trovava nella terza cappella, raffigura quindi tra angioli la Vergine del Carmelo con in grembo il Bambino in atto di porgere gli scapolini alle imploranti anime del purgatorio avvolte dalle fiamme purificatrici; il paesaggio retrostante probabilmente simula il monte Carmelo.
La balaustra, che un tempo ornava questa cappella, fu utilizzata in uno dei restauri del '900 per erigere la mensa eucaristica (secondo i nuovi canoni) nel presbiterio; inoltre, davanti al piccolo altare, è stato collocato un antico fonte battesimale.
A questa cappella segue quella dedicata, oggi, alla Madonna col Bambino Gesù.