"Così denominata perché colà si esercitavano le funzioni di Corte, del governo Amministrativo cioè; il Giudiziario poi il condannare cioè o l'assolvere con giustizia o no era pieno diritto del Duca. Gli uffici municipali, qui tra noi erano esercitati cumulativamente dai tre ceti, ossia dai nobili, civili e popolari. Le elezioni si facevano ogni anno: Elettori erano tutti i capi di famiglia che si riunivano a parlamento. Gli uffici principali erano alternativamente esercitati un anno dai civili e un anno dai nobili. Il terzo ceto faceva parte ancora dell'amministrazione coadiuvando così al buon governo del paese.Qui [in piazza La Corte] a ricordo della scoperta del corpo di San Riccardo 23 aprile 1438 per parecchi secoli si apriva ogni anno una fiera di otto giorni, in cui per ispeciale privilegio, cinque Canonici della Cattedrale giudicavano in cause civili e penali e percepivano la tassa. Per tale occasione presso la Statua di S. Riccardo, tuttora esistente allato del Duomo si fermava ad un bracciuolo di ferro una bandiera come segno del caso straordinario. Da ciò il popolino è uso chiamare la festa del 23 aprile di San Riccardo alla Bandiera. Da parecchio, abolito quel mercato, resta ora in quel giorno la fiera degli animali."
[Vaccina, Andria le sue vie e i suoi monumenti, Tip. Rossignoli,Andria, 1911, pagg.29-30]
[particolare della tavola "Cristo benedice Andria" del "400 - elab. elettr. su foto di
Michele Monterisi, 10/2012]
Già il D'Urso nella prima metà dell'Ottocento aveva coerentemente ipotizzato che la denominazione "La Corte" derivasse dalle funzioni ivi esercitate; scriveva infatti:
"Questo largo porta la indicazione della Corte dacché anticamente nella fine di ogni anno qui si radunavano i magistrati, ed amministratori urbani, e davano conto ai subentrati, ed al popolo del loro governo, e della loro gestione nell’esercizio del passato anno. Essendo riserbati gli ufficii amministrativi ai soli due ceti nobile, e civile (classificandosi il popolo Andriese in triplice ordine patrizio, o sia nobile, civile e plebeo), si praticava con stretta osservanza per un anno la elezione del Sindaco col corpo amministrativo dal ceto dei nobili, e per l’altro anno dal ceto de’ civili; e così sempre alternativamente: e siccome le piazze erano distinte, cosi distinti ancora erano i luoghi de’ loro congressi. Il sedile de’ nobili era in questo largo della Corte; sebbene ora trovasi convertito in privata abitazione, ed io anche ricordo le sue reliquie. Il sedile poi de’ civili era accanto alla porta della Barra, a destra dell’uscita. Li esiste ancora la impresa della Città, che venne poi ne’ tempi posteriori affiancata da quella della Ducale famiglia del Balso; come il tutto è osservabile. Questo largo dunque detto della Corte, venne così chiamato, dacché quivi si esercitavano le funzioni di Corte, cioè del governo Amministrativo, e Giudiziario."
[da "Storia della Città di Andria" di R. D'Urso, Tip. Varana, Napoli, 1842, libro III, cap.V, nota a pag.60]
Alcune immagini pittoriche e fotografiche provano a raccontarci un po' di storia di questa piazza.
Un dipinto del terzo quarto del Quattrocento (la tavola del Cristo benedicente sulla città di Andria - particolare nella foto a destra) sembra mostrare l’esistenza in questa piazza del “sedile”, luogo dove (come appunto dicono il D’Urso e il Vaccina nei testi su citati) era amministrata la città. Nel dipinto è ben visibile una costruzione bassa merlata antistante il lato sud della cattedrale, che, appunto, potrebbe raffigurare il “sedile”. [I “sedili” furono dotati di veste giuridica codificata sotto Carlo I d’Angiò nel 1268 e definitivamente eliminati in epoca borbonica, nel 1800].
Tuttavia, stando ad alcuni documenti, come quello citato in nota (1), l’antico Sedile si ergeva non in largo La Corte, ma nell’attuale via La Corte (“strada delle Chianche”), tra Via Flavio De Excelsis e via Corradino di Svevia (di fronte al lato scuderie del Palazzo Ducale) alle spalle della chiesetta di San Simeone, nell’edificio dove un tempo erano le “Antiche Carceri”.
La costruzione merlata che appare nella suddetta tavola del Quattrocento è, invece, (quasi certamente) la cortina muraria a recinzione-protezione della corte che si estendeva tra il lato sud della Cattedrale ed il Palazzo Ducale, come si è ampiamente detto accennando alle fonti storiche del medesimo Palazzo, nonché approfondendo i documenti inerenti l'accesso laterale della Cattedrale.
Nel dipinto, dietro il presbiterio della Cattedrale (attuale transetto) è ben visibile, alto a mo’ di fortezza, il palazzo del signore, il Palazzo cioè dei Del Balzo, e si è propensi ad attribuire la commissione di questa tavola con l'altra della Vergine alla munificenza di Francesco II Del Balzo.
["The Main Square" (la piazza principale) di Andria -
dipinto di Achille Vianelli del 1851, Metropolitan Museum of Art, New York]
Nel bellissimo dipinto riprodotto sopra, esposto al Metropolitan Museum of Art di New York e raffigurante "The Main Square" ("Vianelli Piazza di Andria 11 giug.1851"), cioè Piazza La Corte, si possono agevolmente osservare i particolari sia architettonici che di vita quotidiana condotta in questo slargo nel 1851, quando l'artista Achille Vianelli lo dipinse (utilizzando penna e inchiostro bruno, pennello e acquerello marrone, e ripassando i tratti principali con la grafite).
Il 6 ottobre 2015 Nicola Ferrara (che ha il merito di aver reso pubblica agli andriesi quest'opera) scriveva su "VideoAndria.com" alcune note chiarificatrici:
"Si tratta di un dipinto su grafite realizzato con inchiostro bruno, pennello e acquerello marrone, che ritrae Via La Corte in tutto il suo splendore ottocentesco. La firma autentica di Vianelli è datata 11 giugno 1851. Osservando l’opera è possibile scorgere dettagli importanti: dagli inconfondibili campanili della città federiciana, le differenze architettoniche dell’epoca rispetto alla versione attuale, passando per la famosa statua di San Riccardo, sino all’ingresso del Palazzo Ducale, dove, nella scena, viene riprodotto il momento di ingresso di alcune carrozze. Altro dettaglio importante nella piazza: la vita sociale, alla presenza di svariate figure. Borghesi in momenti di dialogo, contadini impegnati con i loro animali e persino figure militari dell’epoca, presenti ai piedi del Palazzo Ducale. Sullo sfondo a sinistra è presente un terzo campanile, oggi non più esistente, che apparteneva al convento delle benedettine andato distrutto nel tempo perché ritenuto pericoloso, in quanto la struttura era diventata instabile sia per l’incuria degli ultimi tempi che per le cavità e infiltrazioni sotterranee."
Ai tempi in cui sono state scattate queste foto l'obelisco di San Riccardo era circondato da un'aiuola protetta da una ricca recinzione di pietra sormontata da un'alta inferriata.
A sinistra nella foto di destra spicca il palazzo Russo-Carcaro, demolito verso la metà degli anni Sessanta, per far posto ad un moderno palazzo plurifamiliare.
Dietro la Cattedrale emerge il frontone superiore della Chiesa della Trinità (detta delle Monache) ed il suo campanile, demoliti sul finire degli anni Trenta insieme all'annesso convento delle Benedettine.
[Piazza La Corte fine Novecento]
NOTE
(1)
Leggiamo infatti nella “Collezione delle Leggi
e de’ Decreti Reali del Regno delle Due Sicilie”, Anno 1831, N°22.
“(N° 614) Decreto permettente al comune di Andria in Bari di concedere a censo a
D. Antonio Parlati di Alessandro il locale dell'antico sedile, o sia quello delle carceri,
per l'annuo canone netto di ducati ventotto. (Napoli, 30 Ottobre 1831.)”
Si riporta qui sotto stralcio della pianta di Andria dichiarata del 1690; nella
litografia originale [posseduta dalla famiglia Morgigni e fornitami dal
dott. Giuseppe D'Ambrosio]
al posto delle parole sono scritti dei numeri che fanno riferimento alla
relativa annotazione incisa sulla destra della pianta.
[part. della pianta di Andria del 1690 - antiche carceri, disegno di Ernesto Affaitati del 1912 (elab. elettr. del colore)]