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Arco d'Andria - Via Ponte Giulio
Questa è una delle più godibili stradine del borgo
antico; per lungo tratto parallela alla
Via dell'Orologio,
nella contrada della
ruga lunga, essa
corre su una increspatura intermedia del declivio, la più
lunga e ondulata.
Attraversa trasversalmente tutto il borgo sul lato
sud a metà tra l'ampio spiazzo soprastante del Palazzo Ducale e le
antiche mura tra
Porta Santa
e
Porta La Barra.
Incrocia in vari punti del percorso viuzze ritorte
e, spesso ad ampi gradi, discendenti verso Piazza dell'Annunziata di
dentro (
Sant'Agostino); è
più volte sinuosa con lievi dossi e dolci cunette che conferiscono
al viandante che vi si avventura la calda sensazione di trovarsi in
un luogo intimo, ove attardarsi per goderne le attenzioni del tempo
e il tepore del ristretto spazio di casa.
Passando per la via non si manchi di volgere
lo sguardo nei vicoli; si
vedrà ancora oggi fervere una vita piena di stenti e spesso basata
sui frutti della campagna.
"Chi scendendo da Via Chio e volgendo a destra,
incontra su la sinistra un piccolo largo, in fondo alla strada
soprastante, occupato da catapecchie per abitazioni di gente povera,
sentirà essere quel luogo tuttora indicato dal popolino con voce
dialettale 'ponticiid', ponticello; il che vuol dire che
proprio colà si estendeva quello che chiamavano ponte, a dar libero
passo nel dislivello della città. Se la voce Giulio poi, aggiunto a
Ponte, avesse accennato al proprietario o costruttore di esso è
ignoto. Probabilmente il 'Giulio' sarà venuto per corruzione di
Giugno, nota famiglia andriese, (la cui casa sorgeva all'inizio
della via qualche metro più in basso)."
Così ne parla il Vaccina nel testo
Andria le sue vie e i suoi monumenti, a pag.45.
[arco d'Andria o Ponte Giulio - foto di. Sabino Di Tommaso - 20/01/2016]
A metà del percorso, un arco a tutto sesto unisce i
lembi della stradina, invita a percorrerlo con occhio diverso, più
attento e aperto non solo dall'affievolirsi della luce, ma per
ammirare
l'antica
edicola affrescata nel sott'arco.
E proseguendo il cammino per la stradina ad ogni
passo, ad ogni gomito si ha conferma della sua natura di percorso
esclusivamente pedonale.
Probabilmente traini e carri non l'hanno mai attraversata, solo dei
baroccini per il trasporto di masserizie e piccoli calessi e
carrozzelle dei nobili del rione: gli Excelsis residenti all'angolo
con la chiancata, i Chio e i De Majoribus lungo il tragitto,
o i Calderisi, gli Oliva e i Cipriani abitanti sul finir della
viuzza.
L'immagine in alto a destra è stata ripresa l'8 marzo del 2002