arco dei 4 Dottori della Chiesa

Contenuto

Creazione di Eva, nel 1938, foto A. Ceccato per la Soprintendenza      intradosso dell'arco posto a destra dell'abside centrale
[a sx, foto del 1938 di A. Ceccato per la Soprintendenza - a dx, foto di Sabino Di Tommaso - 2013: arco dei 4 Dottori: da sx S.Pier Damiani, S.Basilio, S.Gregorio Magno, S.Agostino]

San Pier Damiani, San Basilio, San Gregorio Magno, Sant'Agostino
quattro grandi "Dottori" della Chiesa

Collocazione: sull'intradosso dell'arco di comunicazione fra la navata destra e quella centrale. Descrizione: è una fascia decorativa comprendente quattro tondi nei quali sono raffigurati due vescovi, un pontefice e un cardinale; tutti grandi dottori della chiesa dell'alto medioevo. Condizioni: sufficientemente leggibile.

San Basilio e San PierDamioani Sant'Agostino e San Gregorio Magno
[a sinistra dal basso: S.Pier Damiani, S.Basilio; a destra dal basso: S.Agostino, S.Gregorio Magno - foto di Sabino Di Tommaso - 2013]

1° tondo (guardando dalla navata centrale)
- (forse) San (Aurelio) Agostino (354-430) , vescovo e uno dei più eminenti dottori della chiesa, il più celebre ai tempi in cui furono eseguiti gli affreschi dell'intradosso.
è qui rappresentato con il pastorale nella sinistra e la Dottrina della Chiesa nella destra; veste, in tenuta solenne, una cappa verde con finiture dorate.

2° tondo
 - San Gregorio I, il Grande o Magno (540-604), il primo a farsi chiamare servo dei servi di Dio, una delle figure principali dell'alto medioevo, riformò la liturgia e il canto romano e regolamentò l'educazione religiosa del popolo.
è rappresentato giovanile, senza barba, con una cappa rossa dal bordo in oro, la tiara del tempo, una colomba ispiratrice [1] e la Riforma della liturgia nella sinistra.

3° tondo
 - San Basilio di Cesarea (in Cappadocia), detto il Grande (329-379). Padre e dottore della Chiesa, introdusse i cenobi, dove i religiosi svolgono (ancora oggi in oriente) vita in comune, osservando il silenzio,  la temperanza e l'astinenza da alcuni cibi. Fondatore quindi del monachesimo, fu grande predicatore e scrisse numerose opere di morale e ascesi.
Qui indossa un mantello rosso, fermato sul petto da una fibbia, e una tunica monastica scura; sul capo porta la mitra e regge con la destra il pastorale e nella sinistra i precetti per i suoi monaci (la prima regola monacale).

4° tondo
 - San Pier Damiani (1007-1072) [ovvero, Pietro (fratello minore) di Damiano (che del padre ne fece le veci)] monaco camaldolese e cardinale, esemplare per rigore di vita e rettitudine morale. Fu soprattutto asceta, lottò contro la decadenza morale del clero con una vasta produzione letteraria. Dante, nel Paradiso in un importante episodio (XXI canto) ne loda soprattutto l'umiltà.
Qui indossa una cappa rosso-scura (bordeaux) con una tunica dello stesso colore; sul capo porta l'antico cappello cardinalizio in tinta e tra le mani trattiene un libro, forse quello delle Riforme della Chiesa.


L'affresco che probabilmente raffigura Sant'Agostino, presenta diverse somiglianze stilistiche con il Santo Vescovo affrescato nell'altra Chiesa rupestre, detta "dell'Altomare".

Sui pilastri di quest'arco sono affrescati: Sant'Antonio abate e San Nicola di Mira sul pilastro dell'arco trionfale; Sant'Onofrio e Santa Maria Egiziaca, Urbano V e San Lorenzo, una Madonna della tenerezza e un Cristo in pietà col miracolo dell'Eucarestia sul pilastro opposto.

NOTE
[1] Il monaco benedettino, storico carolingio, Paolo Varnefrido, più conosciuto come Paolo Diacono, di origine longobarda e vissuto ai tempi di papa Gregorio, nella “Vita beati Gregorii papæ” racconta (la leggenda) di Gregorio che, nascosto dietro un telo, abbia dettato la musica dei canti religiosi ad un monaco amanuense, il quale, durante una delle frequenti pause fatte da Gregorio tra una nota e l’altra, abbia spostato la tenda per capire il motivo di tali interruzioni; ebbene, quegli, attonito, vide una colomba dettare la melodia all’orecchio del papa. (L. IV. c. 69. Paul. Diac. num. 28.)
La vita di San Gregorio Magno nel IX secolo fu commissionata dal papa Giovanni VIII allo storico Giovanni Immonide Diacono il quale, sulla base del manoscritto di Paolo Diacono, su un altro di un anonimo anglosassone e su altri documenti, la scrisse tra l'873 e l'876. In merito all'episodio dello Spirito Santo apparso sotto forma di colomba presso San Gregorio scrive:
[trascrizione del testo latino] [traduzione]

Caput XIV
Libri à S. Gregori scripti. Modestia illius de hisce libris.

69 [Qualiter æmulis, libros eius incendere molientibus, Petrus Diaconus moriendo defenderit] …
Subiungens, immane sacrilegium esse, tanti Patris tot & tales libros exurere, super cuius caput Spiritum sanctum ipse in similitudine columbæ tractantis frequentissimè perspexisset.

[da “ Vita S. Gregorii papæ, lib. IV”, in “Acta Sanctorum Martii … ” Tomus II., Antverpie, apud Iacobum Meursium,1668, pp. 202-203.(sito consultato il 14/12/2022)]

Capitolo XIV
Libri scritti da San Gregorio. La sua modestia evidenziata in tali libri

69. [In che modo Pietro Diacono morendo abbia difeso i suoi libri dai rivali che intendevano distruggerli] …
Aggiungendo che era un gravissimo sacrilegio bruciare così tanti e importanti libri di un tal Padre, sul capo del quale spessissimo egli stesso aveva visto lo Spirito Santo apparso in forma di colomba.

In Andria, nella Chiesa di San Sebastiano, detta "del Purgatorio", esiste un altro affresco raffigurante San Gregorio, realizzato negli anni Trenta del Settecento (foto a seguire), con la colomba ispiratrice presso il Santo.
Entro un cielo blu-notte emerge la figura del grande Papa con la tiara sul capo, mentre scrive il suo commento al 1° versicolo del salmo 37; è ispirato dallo Spirito Santo che, librato presso l’orecchio destro, gli suggerisce il testo, mentre un angelo a destra gli fa luce con una lucerna e un altro gli regge il grande libro pergamenaceo in fieri dei suoi “Commentaria … in Psalmos”.


[Chiesa di S. Sebastiano, S. Gregorio nell'affresco nel pennacchio sx, sotto la cupola del presbiterio - foto di Sabino Di Tommaso - 05/2021]