“Vaglio”, come toponimo di questa via slargata,
potrebbe anche derivare da “baglio” [riconducibile al tardo latino “ballium”],
cortile circondato da alti edifici o muri, o come
cortile di un edificio fortificato
[si pensi che era antistante la residenza angioina dei Del Balzo, poi
dei Carafa];
ma pure, da luogo presso cui si svolgevano le funzioni del “baiuolo” - amministratore della giustizia,
e spesso contenente l'edificio del “sedile”,
struttura che in Andria era
attendibilmente eretta
nell'adiacente largo La Corte.
Le immagini su riprodotte evidenziano due scene di mercato (alimentare)
in largo Vaglio tra l'Ottocento e i primi del Novecento,
con una vista verso l'ampia piazza Catuma
[1].
Sulla sinistra si erge il palazzo Ducale, in possesso
della famiglia Spagnoletti dal 1862, con uno dei suoi tre portali
d'ingresso, quello dedicato all'ingresso delle carrozze. Centrale si erge
il palazzo
Ceci-Ginistrelli, il cui ingresso principale è sulla
Catuma.
Tra la stradina "dietro
Ceci" (Via Massaro) e quella per
San Bartolomeo un edificio, al
primo piano, espone al passante un'antica
edicola della Crocifissione tra un San Riccardo e un San Sebastiano,
restaurata sul finire del Novecento.
[1] La foto di sinistra, stile incisione, è tratta da "Cento Città d'Italia", n. 293 del 1929.