Presso la chiesetta sorse nel XIII secolo uno dei quattro ospedali della città. Racconta il D'Urso
"Anni 1266 ... Si distinse allora la pietà del magnifico Jacopo Gammarota, il quale ... cedé il suo palazzo, sito dove oggi è la clausura delle Benedettine, e lo dichiarò spedale di S. Riccardo. ...
Ma con ciò neppure si era dato un riparo sufficiente; mentre la città contava oltre a ventimila individui; e lo spedale della Misericordia [a destra della chiesa di Santa Maria in Porta Santa] era molto angusto, e povero. Fu allora che, ad esempio del Gammarota, unite insieme quattro illustri, e nobili famiglie anche Andriesi, cioè Quarti, Marulli, Fanelli Madia e Superbo, le quali col proprio denaro fondarono altri due spedali, quello della Trinità [presso la Cattedrale], e quello di S. Bartolomeo: riparando così al bisogno degli Andriesi infermi, e feriti, ed anche agli esposti."
[R. D'Urso in Storia della Città di Andria, tip. Varana, Napoli, 1842, Libro IV, Cap.XII, pp.80].
L'edicola a sinistra dell'ingresso alla chiesetta contiene un dipinto raffigurante San Bartolomeo (dall'evangelista
Giovanni chiamato Natanaele),
non molti anni or sono restaurato dal pittore andriese Carmine Conversano.
Il Santo mostra con la destra (come nella cappella Sistina) la pelle di cui lo hanno “svestito” gli aguzzini;
è immobilizzato nel braccio sinistro ed evidenzia nei contratti lineamenti del viso un'acuta sofferenza.