"Or qui si noti, che questo Duomo è forse la seconda Cattedrale Andriese, comecchè la primissima fu la vetustissima Chiesa di S. Andrea, esistendo tuttavia in uno scoscendimento di umili antichi tuguri appellati le Grotti. Veggonsi tuttavia quattro finestre chiuse, che la illuminavano, due a destra, e due a sinistra, formate a pietre di taglio con archi a sesto acuto secondo le antiche forme di costruzione gotica. Non fia poi chi dubiti, che la suddetta statua di S. Andrea sia lavoro congegnato da nostri antichi vasellai."
“Ma quale propriamente sia stata questa chiesa [Cattedrale]? Alcuni hanno preteso, essere quella cappella, dove celebrò S. Pietro nel suo passaggio da qui, la quale, come dissi, va compresa presentemente nella chiesa Cattedrale. Ma tale opinione affatto non regge; poiché siamo assicurati dalla tradizione, che questa miracolosamente non sia stata mai polluta dai falsi numi. Dietro la partenza dell’Apostolo, sebbene fossero ricaduti gli Andriesi nell’idolatria; tuttavolta non ebbero il coraggio di profanarla: rimase solo negletta ed obbliata. Nè poteva in essa il Santo Pastore esercitare le sue sacre funzioni, essendo troppo piccola ed angusta.
Dobbiamo dunque dire piuttosto essere stato il tempio di S. Andrea, il quale, come osservammo, venne edificato, quando S. Pietro era ancora in vita. Non dispiaccia poi su quelle parole — Mundavit Ecclesiam Idolis pollutam — riflettere che lo scrittore non pose Fanum, Delubrum, ma Ecclesiam, ciò che dinota propriamente il tempio de’ cristiani. Dunque questa prima era stata consagrata al culto divino, e poi venne profanata dal ricadimento degli Andriesi nell’Idolatria, come si rileva anche da quelle parole: ut Italiam ad Andrienses Populos, qui ab antiqua fide desciverant, adjuvandos se conferret: sotto quella voce populos, s’intendono tutt’i casali, che allora esistevano nel nostro dintorno.
Che sia stato il tempio di S. Andrea quella chiesa che S. Riccardo trovò Idolis pollutam, lo dimostra apertamente la casa, o sia l’Episcopio del medesimo S. Pastore, sito nella lontananza di pochi passi da essa chiesa: la qual casa venne poi in molti punti rifatta, e che palesa per altro la povertà de’ primi Pastori, poggiati sulla pietà de’ fedeli. E quando tutt’altro mancasse su questo articolo, siamo convinti della osservanza da tempo immemorabile del nostro capitolo cattedrale, il quale sempre ha venerata questa chiesa coma la prima sua sede. Di fatto ne’ semidoppii, nelle commemorazioni de’ nostri Santi Protettori, prima si recita quella dell’Apostolo S. Andrea a cui è intitolata l’antica, e nuova cattedra, e poi si passa a S. Riccardo nostro primo Vescovo e patrono. E quando venne traslatata la cattedrale nel luogo, dove al presente trovasi, sotto il titolo dell'Assunta, non lasciò mai quello di S. Andrea. In effetti quel quadro che trovasi affisso sotto la volta del presbiterio che ne forma l'emblema, fu dedicato all’Assunzione della Vergine ed a S. Andrea.”
[da “Storia della Città di Andria” di Riccardo D'Urso, Tipografia Varana, Napoli, 1842, lib. II., cap. IV., nota a pag. 22]
[La chiesetta di Sant'Andrea alle Grotte, poco prima della demolizione -
foto esposta nella Bibl. Comunale;
la 2^ immagine tratta da fotogrammi
di un filmato dell'Istituto Luce del 25 marzo 1955]
Nelle immagini su riprodotte (la 2a elaborata con più fotogrammi di un filmato storico girato il 23 marzo 1955
dall'Istituto Luce durante la demolizione del quartiere in grotta) appare chiaramente
la statua in argilla di Sant'Andrea posta sull'apice del frontone
e la finestra della facciata della chiesetta.
Sopra i fabbricati dietro la chiesetta si vede (sulla sinistra) uno dei vasi che sormontano
Porta Sant'Andrea.
A metà Ottocento il Borsella osservò
una statua (questa o un'altra in nicchia interna?) collocata a sinistra dell'altare:
"In essa [chiesa] venerasi ancora l’ara in cui celebrò l’apostolo [S.Andrea],
la di cui rude statua di argilla vedesi stabilita in cornu Evangelii, adorna di pesci".
È possibile approfondire la ricerca,
sia leggendo il capitolo “La Chiesa di Sant'Andrea”
nello studio dell'Ing. Riccardo Ruotolo “Rione Grotte di Sant'Andrea ieri - Storia e urbanistica dai documenti di archivio”,
sia consultando alcuni documenti riportati (nella pagina successiva →
)