rione S.Domenico→ Via Lucrezia Cipriani

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via Lucrezia Cipriani       via Cipriani ai primi del Duemila

Via Lucrezia Cipriani


[Via Lucrezia Cipriani: olio su tela 40x50 del prof. Angelo Gazzilli, 1981]

gia Canale di Tudino

Bellissimo sdrucciolo che proseguendo Via Ponte Giulio tortuoso discende nella Piazzetta di San Domenico.
Sia i poveri abitanti dei vicini abituri provenendo dalle funzioni religiose seguite in Santa Maria dell'Umiltà (San Domenico), sia i viandanti di passaggio per il borgo, dopo essersi ristorati o aver sorbito un inebriante quartino nella taverna della Piazzetta a fronte della stessa chiesa, tutti, comunque passanti, ammiravano, certamente con più fascino di oggi, l'elegante palazzina dal magnifico prospetto che austera protende l'unico superbo balcone sulla stretta viuzza.

Scrive Carmela Centrone nel testo sotto citato: "Questo vicolo [Oliva], tuttora esistente, costituisce una diramazione di via Lucrezia Cipriani. Probabilmente, Loconte si è basato su questa fonte per la sua identificazione [della proprietà del palazzo Cipriani agli Oliva] facendo coincidere le due strade. A suo parere, infatti, via Cipriani era chiamata precedentemente via Oliva. In realtà, nell'elenco delle vie di Andria del 1876 abbiamo rintracciato entrambe le vie, registrate come due strade distinte.
Via Oliva, ridotta oggi ad un vicolo chiuso, era nel 1758 una strada che collegava via Lucrezia Cipriani con il fianco meridionale della chiesa di San Nicola. Lo si vede chiaramente nella carta topografica della città redatta in quella data dall'architetto Carlo Murena nella quale via lucrezia Cipriani è segnata col nome di 'strada della Signora Lucrezia'. Dal Catasto Onciario di Andria del 1743 sappiamo che quest'ultima era detta 'Canale di Tudino'."

Lucrezia Cipriani, nobile abitante di questa casa, vissuta nella prima metà del '700, fu una Signora molto caritatevole e pia, tanto da lasciare tutti i suoi beni al Monte di Pietà.
Notizie più dettagliate sulla Cipriani e sugli Oliva (primi Signori della palazzina) si rinvengono nei due testi citati: in Andria le sue vie e i suoi monumenti, di Nicolò Vaccina - Lamàrtora,  a pag.61, in Andria la mia Città, di Riccardo Loconte, pp.288-289, e soprattutto in "Palazzi storici di Andria tra il XVI e il XVIII secolo" di Carmela Centrone, a cura della Regione Puglia, Grafiche Guglielmi, Andria, 2004, pagg. 52-54.