L’agglomerato urbano a sud della Chiesa di San Nicola circonda ed utilizza una depressione del territorio un tempo detta “il Pantano” che, unitamente alle adiacenti demolite “Grotte Sant’Andrea”, e alle abitazioni nel lungo avvallamento sotto Via Santa Chiara un tempo chiamato “Katacana” (sotto San Domenico) e “Fravina” (sotto San Francesco), è uno dei primi nuclei abitati della Città di Andria.
[Mappa catastale del Rione Grotte S. Nicola nel 1875 con le quote di livello -
Rione Grotte S. Nicola rilevato da Google maps del 2020]
Questo antico insediamento, chiamato anche “Grotte San Nicola al Pantano”, è individuabile approssimativamente nel poligono racchiuso e formato da Piazza San Nicola, Via Ruggero Bonghi (già Via Giordano Bruno e vicoli), Via Calderisi e Via Giudea (già Via Giudea e Vicoli Fellecchia), Via Cristoforo Colombo.
I punti più depressi del cosiddetto “ Pantano” si individuano al centro dei vicoli Fellecchia, nel cortile con accesso a galleria (part. 3542) da Piazza San Nicola, nonché nel I° Vicolo Ruggero Bonghi (già IV° Vicolo Giordano Bruno), punti che presentano rispettivamente una quota di m 137,3, m 137,2 e m 137,8 s.l.m., determinando un dislivello medio dal perimetro circostante di circa m 3. [Le quote degli spazi liberi sono state rilevate da altre mappe della prima metà del Novecento, alcune parzialmente pubblicate dall'ing. Riccardo Ruotolo] [1].
Si osservi che l’attuale I° Vicolo Bonghi (già Vico Renza / IV° Vicolo Giordano Bruno) si presenta quasi come una piazza oblunga con una ampia gradinata di accesso (e che nelle feste permette spettacoli come un mini anfiteatro) in quanto allargata nel secolo scorso demolendo i fabbricati di cui ai numeri particellari 3540, 3555 e 3556 della mappa del 1875.
Vestigia antiche di rilievo in questo caratteristico rione sono numerose; eccone alcune.
In Via Ferdinando Fellecchia, sul prospetto della casa dove la strada devia a destra, si rinviene un’antica edicola della Madonna dei Miracoli, restaurata negli ultimi anni cancellando purtroppo il panorama della Città dipinto ai piedi della Vergine.
[Via Fellecchia nel 2014 con l'edicola in fondo - l'edicola nel 2002 e poi nel 2014
dopo il restauro - foto Sabino Di Tommaso]
Nel cortile con accesso coperto da Piazza San Nicola (galleria sotto la casa segnata con part. 3542), punto più depresso della zona,
fa bella mostra di sé una pregevole e antica vera di pozzo in pietra con conchiglia scolpita nella semi-calotta
dell’arco superiore; l’elegante insieme, per quanto molto deteriorato, appare di stile rinascimentale.
Alla piccola corte si accede dal n° 9 della stessa piazza, attraverso
l'elegante e severo portale rinascimentale dell'edificio,
il cui piano superiore un tempo probabilmente era tutto in bugnato, così come può osservarsi (nell'immagine
lincata ed in quella su riprodotta dell'adiacente Via Fellecchia) nell'estrema parte destra non rifatta;
tale portale è simile a quello che introduce nella corte della
palazzina al n° 7 di Via Flavio Giugno.
[Portale rinascimentale in P.za S.Nicola,9 (foto G.D'Ambrosio) a
confronto con quello in Via F.Giugno, 7 - Vera del pozzo nella corte
presso P.za S. Nicola e vera del pozzo della corte del Palazzo ducale - foto Sabino Di Tommaso 2020, 2004]
La casa con accesso dal predetto cortile, sulla mappa del 1875 indicata col n° 3552, almeno dagli inizi dell’Ottocento, ma probabilmente da tempo più remoto, è documentato che ospitava un grande forno (non più esistente), al servizio principalmente del rione “Grotte San Nicola” e, certamente, anche dell’adiacente rione “Grotte Sant’Andrea”.
Per dimostrare una certa antichità del forno si trascrive uno stralcio dell’atto di acquisto dello stabile con forno da parte di due fratelli (uno fornaio) e una cognata degli stessi, stipulato nel 1954, di proprietà delle suore, Associazione Femminile Boccone del Povero, per una donazione all’Asilo dei Poveri di S. Maria Vetere del 1939. Precedenti proprietari erano stati: fino al 1932 è di un certo Tota Salvatore di Francesco, a quel tempo emigrato in Francia (a Champigny sur Marne); dal 1932 e fino al 1939 è di Fatone Francesco fu Giuseppe e poi di Rella Savino fu Riccardo.
“L’anno millenovecento cinquantaquattro il giorno Cinque Marzo in Andria e nell’asilo dei Poveri a Piazza S. M. Vetere; Avanti a me Notaio Dr. Domenico Quartodipalo di Luigi, residente in Andria, … Si sono costituiti = da una parte: La Reverenda Suor Callista La Rosa, al secolo Concettina, fu Francesco, nata a Centuripe (Enna), Superiora del Ricovero di Mendicità in Andria … dell’Associazione Femminile Boccone del Povero … / dall’altra parte: 1) Di Pasquale Riccardo di Lorenzo, fornaio, nato e domiciliato in Andria al 2° Vicolo G. Bruno, n.18. / 2) Di Pasquale Rosa di Lorenzo, maritata Di Bari Francesco, casalinga, … / 3°) Di Cataldo Speranza fu Salvatore, maritata Di Bari Salvatore, casalinga … .
La Reverenda Suor Callista La Rosa … dell’Associazione Femminile del Boccone del Povero … vende e trasferisce: 1°) in favore del signor Riccardo Di Pasquale, che in buona fede accetta ed acquista, porzione del fabbricato in Andria, alla piazzetta San Nicola civico 9; e precisamente il vano adibito a forno tipo rustico, con annesso stanzino, con accesso dal civico 9 della Piazzetta San Nicola … in catasto Urbano di Andria, alla partita 26917 fra maggiore consistenza del mappale 3552/2 …sotto la ditta asilo dei Poveri Andria cui pervenne con atto di donazione per Notaio Savino Rella da Andria del 21 Novembre 1939 registrato al n.390. …” [2].
[Il forno un tempo esistente nella casa indicata con particella catastale n°3552/2, acquistato nel 1954 dal fornaio Riccardo Di Pasquale]
Per inciso: l’ultimo gestore e panettiere ad aver lavorato in questo laboratorio fu Carmine Miracapillo, esperto maestro fornaio, che fin dal 1928 (dalla tenera età di sette anni) aveva lavorato in forni sia di famiglia che di altri nei pressi di via Porta Nuova, prima appunto di gestire questo presso San Nicola.
La vetustà di queste abitazioni, se ce ne fosse bisogno, sarebbe inoltre dimostrata dalla presenza di un affresco di Madonna della tenerezza, presente in un vano della suddetta particella catastale 3552, incassata per oltre mezzo metro nello spessore del muro e ad una altezza del bordo inferiore ben oltre un metro e mezzo da terra. La posa dei due personaggi divini è molto simile all’ “Eleousa” presente nel primo fornice di destra della vicina Chiesa di San Domenico: l’atteggiamento di Maria mira sia a suscitare nel Figlio misericordia (“έλεος”) per l’orante, sia ad evidenziare a quest’ultimo l’esistente reciproco affetto e la totale intesa, onde spingerlo a confidare nella loro protezione [3].
[L'affresco presente nella casa presso San Nicola (foto Sabino Di Tommaso, 2020) a confronto con l'affresco presente in San Domenico (foto Vincenzo Zito, 2015)]
[1] RUOTOLO R., BRUDAGLIO F., "Largo grotte ieri e oggi", Quaderni della Biblioteca Comunale di Andria, n.1, Grafiche Guglielmi, 2015.
[2] Una copia degli atti notarili e della foto dell'antico forno non più esistente mi sono state gentilmente fornite dai proprietari attuali dello stabile.
[3] Un grazie particolare è dovuto a Francesco Inchingolo (amico molto impegnato nella protezione del nostro Territorio e della relativa Cultura), il quale mi ha permesso di conoscere ed avvicinare gli abitanti dello stabile, per documentare questa ricerca in merito all'antico forno e all'affresco della Madonna della tenerezza.