[elaborazione elettronica su un particolare della cartografia del 1875, con evidenziazione dei complessi conventuali
di S. Chiara e S. Domenico] L'originale della su riprodotta cartografia,
sulla quale ho aggiunto note e ulteriori rilievi grafici
inerenti l'argomento di questa pagina, è una pubblicazione e proprietà dell'ing. Riccardo Ruotolo.
Per le notizie storiche citiamo prima il D'Urso.
"Troviamo di rimarcabile in Andria sotto questo secondo suo [di Manfredi] Baliato la introduzione delle Chiariste. Esiste ancora il monistero, benché da tre secoli dismessa la comunità. Questo è propriamente quell'ampio edifizio, del quale una parte è stata nel 1838. occupata dallo spedale civile, e l'altra ridotta ad abitazione palazziata (formata dal sig. Cantore Brudaglio).Nei risarcimenti praticati, oltre all'essersi trovati molti avanzi della clausura, si è scoperta una lapida sull'alto del parlatorio con questo millesimo, 1257. indicante il tempo della sua fondazione. Rimane tuttafiata l'antica denominazione della strada, detta di S. Chiara, e regge nel suo piede la Chiesa nella sua mediocre capacità.Lasciò derelitta questa clausura nella peste del 1528. mentre in questo punto infierì a segno, che la strada venne cordonata, e degli abitanti di essa si trovarono in vita, dopo il flagello, solo due donne, cioè una delle più vecchie delle Chiariste, ed una decrepita contadina, come vedrassi a suo luogo. ......
... Questa è quella peste, che in Andria cessò nella Vigilia di S. Sebastiano; mentre nel resto del Regno allora più inferociva. Essa incominciò colla febbre furiosa, o sia col mal mazzucco, come venne dichiarata, la quale dicervellava a segno gli attaccati, che in poche ore addivenuti pazzi infrenabili, si gittavano ne' pozzi, o dalle finestre, o da' tetti in sulle vie.Un sì lagrimevole avvenimento segnò l'epoca del 1528. La popolazione di Andria rifatta in quache modo dall'altra peste di fresco successa, si ridusse ad ottomila viventi, essendo stato tutto il resto distrutto e dal ferro de' Francesci, e da questo flagello.Nel monistero delle Chiariste da trenta Monache, rimase in vita una sola, e fu la più vecchia, chiamata Suora Giacinta. Essa, come dopo confessò, fu l'unica a non usare rimedii, creduti antidoti contro la peste; né avere in niente alterato il suo sistema."...
Ma se [il vescovo Andrea Ariano] impegnossi chiamare gli adulti e vecchi Ecclesiastici alla osservanza de’ Canoni; spiegò poi un interesse straordinario per la coltura di quelle piante novelle, le quali dovevano col tempo nella vigna di Cristo consolare il Padrone Evangelico colla soavità dei loro frutti. Comprò [nel 1705] quel grande locale dirimpetto alla Cappella di S. Michele in Città, o sia il palazzo della nobile famiglia Volpone, e lo ridusse a comodo Seminario. Vi chiamò savii ed eruditi Maestri com’anco ottimi direttori; e cosi trovò la gioventù quella istituzione di cui abbisognava.
[antica foto del portale dell'Ospedale civile]...
Essendo il suo cuore [del vescovo Giuseppe Cosenza] sempre aperto alla beneficenza, vide dappoi, che questa Città abbisognava di un locale aggiustato ed alquanto spazioso, per ricettare il forestiere, e cittadino bisognoso nei casi d’infermità. Esisteva, come dissi di sopra, a quest’uso un pio albergo attaccato alla Chiesa di S. Bartolomeo; ma essendo molto limitato, ed angusto, e pei molti sconcerti avvenuti, dovendone le donne convivere cogli uomini: egli si cooperò per un nuovo stabilimento. Gli parve un ricetto molto adattato a quest’officio quel braccio dell’antica Clausura delle Chiariste, di pertinenza di questo monte della Pietà.Dopo averlo ottenuto a sua disposizione, dietro i suoi replicati rapporti, e domande; [nel 1838 ?] tosto aprendolo ad asilo di conforto della mendicità desolata, lo dichiarò Spedale Civile. La sua benefica mano vi apprestò i primi ripari; e poi gli ottenne il quotidiano provvedimento. Questo sebbene ad un piano, era però molto comodo per la divisione delle stanze, e per tutt’altro: al presente rendesi nobile stabilimento per l’aggiunzione del piano superiore: togliendosi affatto il commercio tra la diversità del sesso.
[testi tratti da R. D'Urso in
"Storia della
Città di Andria", tip.Varana, Napoli,1842,
- lib. IV, cap. IX, pag.75,
- lib. VI, cap. VIII, pag 124
- lib. VII, cap. XI, pag 156
- lib. VIII, cap. III, pag 178]
In merito all'anno di costruzione scrive l'Agresti:
"Il medesimo storico D'Urso dice che, sotto il Baliato di Manfredi, fu introdotta in Andria la Comunità delle monache Chiariste, il cui Convento si estendeva dalla via di S. Chiara, sin dietro all'attuale Ospedale civile, che formava anche parte del Convento, il quale par che fosse stato costruito nel 1257, come rilevasi da una lapide, rintracciata nei restauri posteriormente ivi operati."
[tratto da "Il Capitolo Cattedrale di Andria ed i suoi tempi", di Michele Agresti, tip. F. Rossignoli, Andria, 1912, vol.I, Cap. V, pagg. 118].
Una relazione accurata sulla istituzione del Seminario in Andria e sulla sua destinazione nell'ex Monastero delle Chiariste ci viene da uno scritto del Pastore, della seconda metà del Settecento e quindi precedente a quello del D'Urso. Giovanni Pastore nel foglio 51r del suo manoscritto su "Origine, erezione e stato della Colleggiata Parrocchial Chiesa di S. Nicola della Città di Andria" scrive:
"Questo Prelato [Andrea Ariano] conoscendo abbastanza, che l'onore, e la santità del clero dipende dalla scienza, ed erudizione di esso, ed avendolo ritrovato ignorante, ed inerudito in ogni sapere (eccetto che presso pochi riluceva qualche lume, e gusto di letteratura) Pensò con seria riflessione a piantare un Seminario per istruire la gioventù, ed indi formarne quei soggetti proprj per tal stato. Questo disegno egli lo meditò sin dal primo dì del suo arrivo in Andria, ma troppo difficile li riusciva l'esecuz.e, non vedendo d'onde poter ricavare il frutto per la sossistenza di esso, ma avendo fatta la Visita della sua Diocesi sin dall'anno 1691, ed avendo trovato molti Benefizj ecclesiastici vacanti, di questi cominciò a farne una collezione, per incorporarli al d.o Seminario; e nell'anno 1700, fatta la Relazione dello stato della sua Chiesa ad sacra limina, in essa manifestò a' quei Porporati quanto meditava, e ne cercò l'approvaz.e che volentierm.e fu approvata, e lodata. ... ... ... Avendo dunque questo Vescovo tanto ponderatam.e preso le sue misure per fondare un tal Seminario, ne venne a' capo nell'anno 1705. Formò le sue Regole, fe' scielta di sanj maestri per l'erudiz.e de' Giovani convittori, e sparsa fama per la Provincia di tal'opra, in breve si vide un numero ben competente di cittadini, ed esteri a cercar luogo in esso per l'educaz.e de' di loro Figlj. Fra le altre providenze, che diè di buon regolamento di questo convitto, volle, che per coadiutori, e consultori del Vescovo pro tempore in ogni occorrenza intervenissero sei Preti Anziani, e dotti, col carattere di Deputati, da sciegliersi dal Capitolo della Cattedrale, e del Colleggio di S. Nicola in tal forma: cioè, quattro dal primo capitolo, e due dal secondo, con tal legge, che de' quattro della Cattedrale due se ne dovessero nominare da esso Vescovo a suo arbitrio, e due dal capitolo per conclusione capitolare con pienezza di voti: e de' due del Colleggio di S. Nicola, uno nominar si dovesse dal Vescovo a suo piacere, ed il secondo dal capitolo con pienezza di voti per conclusione capitolare. Lo stromento della fondaz.e formato nel dì . . . . dell'anno 1705 espressam.e il tutto riferisce, e se ne mantiene inviolabile l'osservanza. "