«... esaminando la viabilità, accanto ad anonime stazioni sorte in corrispondenza di pietre miliarie (per esempio mutatio undecimum e mutatio ad quintum decimum sulla via Appia-Traiana nei pressi di Canosa), anche veri e propri vici, in alcuni casi svipuppatisi intorno alla stazione viaria (per esempio Rudas-Budas della Tabula Peutingeriana e della Cosmographia dell'Anonimo Ravennate forse sul luogo della mutatio ad quintum decimum appena ricordata).».
«Anche lungo la via Traiana gli itinerari indicano la presenza di alcuni vici, per nessuno dei quali è possibile però una localizzazione sicura, essendo stati tutti abbandonati verosimilmente in età altomedievale, soprattutto sotto la spinta destrutturatrice dell'invasione longobarda. Tra Ruvo e Canosa il pellegrino di Bordeaux fece sosta presso una mutatio ad quintum decimum, posta a 15 miglia da Canusium. Forse sullo stesso posto si svipuppò un vicus, il cui nome è Rudas secondo la Tabula Peutingeriana, Budas secondo l'Anonimo Ravennate.».
«Nell'itinerario Gerosolimitano ... Poscia [Canosa] vien segnata la stazione Ad XV per la distanza che passava da Canosa a questo sito, ed altrettanta da questo sito a Ruvo per giro tortuoso, perché oggi dall'una all'altra città vi ha l'intervallo di miglia ventidue. Noi l'abbiam riposta dal lato di Castel del Monte tra Corato, e Minervino. Altra via retta da Canosa a Ruvo per Andria, e per Corato vien segnata dall'itinerario di Antonino per miglia 23 da correggersi in 24, perché oggi ve ne passano venti. Indi la via correva da Ruvo a Bitonto per miglia XI, quantunque la tavola Peutingeriana ne segni XIV. Oggi vi corrono miglia nove. Questa medesima tavola prima di Rubi segnò altra città col nome di Rudas, o Rudia, che noi abbiam indicata col nome di Rudia Peucetia. Era distante miglia XII da Rubi, che cade esattamente ad Andria." e poco prima aveva scritto “Da Canosa a Ruvo per Andria, e per Corato passava la via Egnazia [«via mulis vectabilis per Peucetios, in qua est Egnatia, et post eam Celia, Netium, Canusium, et Cerdonia», riferendo Strabone], segnata nell’itinerario di Antonino per miglia 23, e da correggersi in 24, per corrispondere alle 20 attuali. Altra via, o diverticolo di questa da Canosa pel Quintodecimo dal lato di Castel del Monte correva anche a Ruvo, di cui si è parlato.» (9)
«Le prime vestigia [della via Trajana] si riconoscono circa tre miglia dal ponte di Canosa in quel luogo, che chiamasi la massaria del principe di Canosa, in cui molte selci unite, altre molte disperse per quelle campagne si veggono. E un miglio più oltra qualche porzione quasi intera si vede di grosse selci, uniformi nella grandezza, non già nel colore. Anche più oltra nel territorio di Andria prima di giugnere all'osteria della guardiola, nel luogo detto a Santa Terella [ forse S. Tavella ?], riconosconsi le reliquie di antiche fabbriche, le quali o a uso di ostelli, o di sepolcri servirono, e presso di esse varj pezzi di selciata della via co' loro poggiuoli laterali. In questo luogo mi persuado fusse stato l'alloggio, che nell'itinerario Gerosolimitano è chiamato Mutatio ad Quintumdecimum, dinotante il XV. lapide milliario dal ponte di Canosa, tuttoché la distanza non sia per la verità più che di miglia XIV. Più oltre vedesi la continuazione della selciata fino al casino de' Signori Toppuli di Andria, presso cui trovasi un'antica spaziosa cisterna, che da' paesani corrottamente si chiama la Grava, forsi, la Cava [immediatamente a Nord di detta masseria Tupputi (Toppuli sulla carta IGM del 1957)]. ... ... ... Nella villa volgarmente detta il Quadrone in territorio d'Andria, quando sulla pubblica strada, e quando dentro i vicini campi si riconoscono le vestigia dell'antica selciata per lo spazio di circa secento passi: e allato a un picciolo boschetto di essa villa veggonsi le rovine di un antico tempio, presso il quale fu rinvenuta l'iscrizione (10) riportata malamente dal Grutero (Fol.490 [del Corpus Inscriptionum latinarum]), che fu poi altrove trasferita. Dopo questo luogo del Quadrone entrasi nel territorio di Corato ...» (11)
«In questa Tavola [Peutingeriana], ... è descritta una strada che, partendo da Benevento, attraversava, fra l’altro, le seguenti località: Furfane (Cerignola), Rudae, Ruvo e Bitonto, terminando a Brindisi. Dalle Murge ha inizio in questa Tavola il tracciato del fiume Aveldium, che sbocca, sull’Adriatico a sud di Barletta. Evidentemente questo fiume è il Rivo delle pergamene del Trinchera e cioè quello che oggi con nome dialettale chiamiamo Canalone e che si trasforma in torrente durante le alluvioni invernali. La località Rudae, segnata accanto alla sorgente del fiume, non è stata bene individuata. Il nome deriva, pare, dalla radice indo-europea rud = generare, ed è simile a quello di Rudiae messapica, patria di Ennio.
... ... ...Le città elencate nei diversi itinerari nulla ci dicono della loro importanza, perché l’indicazione serviva solo ad avvertire i viaggiatori delle fermate, dove potevano prendere riposo e provvedersi del necessario per il proseguimento del viaggio. Una dimostrazione di ciò viene fornita dalla Mutatio ad XV, segnata nell’itinerario gerosolimitano. In questo documento, dopo la città di Ruvo, è scritto Mutatio ad XV, punto centrale prima di giungere a Canosa. Là evidentemente esisteva una Taverna per i viaggiatori e, secondo alcuni, è proprio questa stazione il punto dove sorse Andria. A nostro parere, la mutatio coincideva con la località oggi denominata Tavernola, posta sulla via Traiana e punto intermedio tra Canosa e Ruvo, mentre Netium sorgeva approssimativamente ove oggi è Andria.»
« … non può esistere una città senza ovviamente una infrastruttura viaria. Bene, se si considera il percorso della Traiana si constata che Andria ha una sua posizione di primaria importanza. Ma per tornare ai secoli medioevali veri e propri, bisognerebbe prendere in mano il trattato sulla geografia di un arabo, El Edrisi, che era il geografo di Ruggero II. Idrisi, che ricostruisce il suo itinerario all’interno della Puglia, ma altresì in gran parte dell’Italia Meridionale, dopo aver nominato Bari, Torre a Giovinazzo, Molfetta, Ruvo, Molfetta-Bisceglie, Corato-Trani, Bari-Bisceglie, Trani e Barletta, rileva: “fa riscontro -cito testualmente- a Barletta, nell’entroterra, una città grande e popolata discosta nove miglia dal mare, Andria”. Quindi esisteva un sistema di viabilità estremamente importante che non relega in una posizione marginale Andria, ma la inserisce strettamente nei grandi itinerari medioevali. Per cui, se nel periodo precedente l’arrivo dei Normanni e nei secoli dell’Alto Medioevo, Andria come tutte le città della costa, e della costa meridionale in modo particolare, hanno dovuto difendersi dalle invasioni barbariche, i centri di aggregazione erano stati, come avviene per l’arco ionico, esattamente i villaggi rupestri che dinanzi ho menzionato.»
Riportiamo infine alcune considerazioni e conclusioni dell'Ing. Riccardo Ruotolo sull'ubicazione di Rudas e della Mutatio ad quintum decimum nel territorio andriese, espresse nel testo citato in calce:
«I prospetti di riepilogo innanzi riportati, il confronto tra il percorso della via Traiana indicato sulla Tabula Peutingeriana e quello nell’Itinerario del pellegrino di Burdigala (Bordeaux), ci aiutano a dare la soluzione più probabile al nostro quesito principale: dove era ubicata la località di “Rudas”? Inoltre, il termine indica una città oppure è un toponimo legato alle caratteristiche del luogo? Oppure è un toponimo corrotto? Ed anche, dove è ubicata la stazione “Mutatio ad quintum decimum”? ...
I risultati di tipo archeologico ottenuti visitando più e più volte la contrada di Santa Tavella, la collina di Monte Santa Barbara, la collina di Monte Faraone, i siti delle Masserie Tupputi, Marchio e Quadrone, non ci hanno fornito riscontri validi per supporre che in essi ci fosse al tempo dell’Impero Romano una città e/o un insediamento denominato “Rudas”, oppure una stazione del “cursus publicus” qual era la “Mutatio ad quintum decimum”: non è stata mai trovata una struttura né rinvenuta traccia significativa di murature ascrivibili alla presenza di un insediamento e/o villa del tempo dell’Impero romano. Si è propensi a ritenere, pertanto, che la parola “Rudas” non stia ad indicare una vera e proprio città. ...
Le conclusioni che si possono trarre da questi calcoli e ragionamenti è quella che le due stazioni di “Rudas” e “Mutatio ad quintum decimum” dovrebbero essere ubicate tra la sommità della collina di Monte Faraone e la Masseria Tupputi, due località molto vicine tra loro e nei pressi di una lama.
Ulteriore conferma di ciò, oggi la possiamo riscontrare sulle mappe e carte geografiche effettuate da organismi degni di credibilità come Il “Department of Archaeology and Ancient History” della Lund University - Svezia, che ha messo online il “Digital Atlas of the Roman Empire” (Atlante digitale dell’Impero Romano), una specie di Google Maps con il quale è possibile effettuare ricerche delle città, dei fortini, dei fiumi, dei laghi, delle strade e dei luoghi di importanza naturale, usando sia i nomi latini originari sia quelli moderni. In questo Atlante il toponimo “Rudas” è collocato molto vicino alla “Mutatio ad quintum decimum”, a Sud di Andria, entrambi tra Monte Faraone e la Masseria Tupputi (Foto 51).»
L’arch. Vincenzo Zito il 7 settembre 2022 ha positivamente recensito il su citato lavoro dell’ing. Riccardo Ruotolo, adducendo, ovviamente, alcune sue considerazioni; tale recensione è stata da lui pubblicata sul suo sito http://andriantica.altervista.org, alla pagina delle recensioni (consultato fino al 13/02/2023), recensione comunque pubblicata anche in una apposita pagina di questo sito “andriarte”.
In merito all’antica Chiesetta del tutto diroccata tra “Calcagnano e Quadrone” lo Zito ha condotto un accurato ed interessante studio non considerato dal Ruotolo, studio pubblicato sul suo sito http://andriantica.altervista.org, alla pagina delle pubblicazioni su Andria (consultato fino al 13/02/2023), e comunque pubblicato anche in una apposita pagina di questo sito “andriarte”.
(12) Una interessante ricerca su questo "antico tempio" è possibile leggerla in uno studio dell'arch. Vincenzo Zito, "I ruderi di una chiesetta altomedievale tra le località Calcagnano e Quadrone", pubblicato sulla "Rivista Diocesana Andriese", il 2020, nelle pp. 556-569, nonché in "Pubblicazioni su Andria", sul sito andriantica.altervista.org (consultato il 10/12/2021).
[A. di Gioacchino Prologo, "I primi tempi della Città di Trani e l'origine probabile", tip. R. Ospizio V. Emanuele, Giovinazzo, 1883, pagg. 78-79].«Nelle carte dell'evo di mezzo d'ordinario vien chiamato locus ogni latifondo sul quale, raggruppate nel sito più opportuno, erano costruite abitazioni rurali sufficienti al ricovero dei coloni stabilmente addetti alla coltivazione del fondo stesso, ove i medesimi traevano continuamente lor vita, ed avevano anche chiesa con cimitero adiacente.
Chi volesse andar rintracciando la vera origine di questi loci, la troverebbe senza fallo nell'ordinamento stabile che si dette al colonato romano ne' secoli del basso impero. Fu in conseguenza delle leggi allora promulgate all'oggetto, che i coloni rimasero giuridicamente avvinti alla gleba, furono astretti a dimorare sulle terre che incessantemente bagnavano dei loro sudori, e fu impedito ad essi di potersene allontanare sotto pene severissime.
Sorse in tal guisa lo sterminato numero di loci, dei quali si fa menzione ad ogni piè sospinto nelle carte antiche, e quindi pure avvenne che molti fra i medesimi in mancanza d'altro nome precedente, ne ebbero spesso taluno derivato da quello dei proprietari dei latifondi stessi.»