Le quattro fotografie raggruppate a lato mostrano alcuni campioni delle centinaia di reperti archeologici (frammenti) raccolti nei campi in contrada Pozzo Sorgente, dove i mezzi agricoli hanno scoperto numerose tombe a misura d'uomo, ricavate immediatamente sotto lo strato coltivabile e coperte da una o più lastre in pietra calcarea. Quella osservabile nella foto sotto a sinistra è stata trovata sul finire degli anni Settanta ad oltre 80 centimetri di profondità, dove il suolo presenta uno strato di carparo; era coperta da più planche di pietra locale. Nello scavo rettangolare ricavato sotto il carparo erano adagiati due corpi: una mamma con un bimbo; all'altezza delle spalle della donna è stata trovata una “fibula” di bronzo ossidato verde e, poco lontano, un “anulum” dello stesso metallo e colore. Sia gli oggetti che il tipo di tomba corrispondono a quella medievale scoperta in San Pietro Mandurino, illustrata e descritta da Cosimo Damiano Fonseca in "La civiltà rupestre in Puglia", cap. I del vol. II "La Puglia fra Bisanzio e l'Occidente", della collana "Civiltà e culture in Puglia".
L'insieme è testimonianza chiara che in quella zona, in agro di Andria a confine col territorio di Canosa, vi fosse fin dai tempi più remoti, un piccolo insediamento umano, favorito dalla facilità di procurarsi acqua, per l'esistenza di vene sorgive di superficie, e l'ubertosità del suolo.
Nei primi anni Settanta del Novecento Domenico Di Leo condusse (nella sua tesi di laurea consultabile nella biblioteca di questo sito) una indagine approfondita sulle fonti archeologiche, i ritrovamenti, che aiutano a individuare le possibili origini della nostra Città di Andria.
La foto che segue è tratta dalla sua tesi ed è stata scattata ad una delle tombe scoperte in località Santa Barbara.