Questa Cappella, dai primi del Cinquecento (epoca dell'arco d'accesso),
fino al 1805 appare dedicata al SS. Sacramento, come documentano
la lapide sepolcrale di mons. Angelo Florio e le visite pastorali a partire da
quella di mons. Cassiano del 1644.
Dall'inizio dell'Ottocento (1805) fino ai primi del Novecento divenne, col nome di "Bussola", deposito di varie attrezzature per il culto.
Dal 1911, dopo il prodigio dell'anno precedente, fu trasformata nella pregevole Cappella della Sacra Spina, così come oggi la vediamo.
Per questa importante Cappella della Sacra Spina l'esposizione sia dei dati storici che delle analisi affettuate dagli studiosi,
considerata la vastità dell'argomento, è qui frammentata nelle seguenti pagine:
- L'antica cappella del SS. Sacramento in Presbiterio, (in questa pagina)
- La Cappella della Sacra Spina,
- Breve storia della Reliquia della Passione,
- I preziosi ostensori della Reliquia.
Questa Cappella può ritenersi eretta da mons. Angelo Florio (vescovo dal 1477 al 1495) a fine Quattrocento; la sua lapide sepolcrale, trascritta dall'Ughelli nella sua "Italia sacra", ne dava testimonianza; vi si leggeva:
[trascrizione del testo della lapide] | [traduzione] |
---|---|
«ANDRIUS ANTISTES HANC FLORIUS ANGELUS ÆDEM |
"L'andriese presule Angelo Florio decorò |
La mia traduzione ricalca quella suggerita dal Borsella nella nota di
pag. 86 della citata "Andria Sacra".
Alcuni studiosi (ad esempio Pietro Petrarolo a p. 155 di "Diocesi
di Andria ANNUARIO 1992"
[1],
Luigi Renna a pag. 20 della citata "La Cattedrale di
Andria", del 2009) invece hanno inteso tradurre
"HIC CHRISTUM IN MEDII SUSPENDIT CULMINE TEMPLI SANGUINE QUI LAVIT CRIMINA NOSTRA SUO"
in "Questi fece sospendere il Cristo [l'antico Crocifisso] nella parte più
alta del mezzo del tempio".
Io credo sia da interpretare come "erezione della Cappella del SS. Sacramento nel presbiterio",
nel punto più eminente qual è quello a fianco del coro absidale, per i seguenti motivi:
- l'erezione di una Cappella è un'opera rilevante e degna di essere richiamata in un epitaffio,
piuttosto che l'aver semplicemente innalzato in presbiterio un Crocifisso;
inoltre tra le menzioni successive scolpite nell'iscrizione sepolcrale si
elogia l'erezione e l'impreziosimento di altre due importanti cappelle,
della Natività e del Patrono San Riccardo.
- tutti i documenti, dai primi disponibili del Seicento e fino al 1805,
vedono ivi detta Cappella e rilevano invece il Crocifisso
in una cappella a Lui dedicata nel transetto, di fronte alla Cappella di San Riccardo.
Inoltre i resti di affresco esistenti nella
seconda Cappella di destra inducono
a pensare che ancor prima (secondo Quattrocento - primo Cinquecento) quel Crocifisso avesse in essa il suo altare;
mai quindi in presbiterio.
La descrizione più antica di questa Cappella è del Seicento ed era
dedicata al SS. Sacramento: era una cappella ben addobbata, magnifica sia nelle strutture murarie che nelle suppellettili.
Scrive in sintesi mons. Ascanio Cassiano nella citata
visita
pastorale dell'8 luglio 1644 e in
quella del 12 marzo 1656:
Ecco i dati estratti dalle due visite di mons. Cassiano (tra parentesi quadre l’anno della visita dalla quale è tratta la citazione):
[trascrizione del testo originale in latino] | [traduzione] |
---|---|
Cappella SS.mi posita, et sita est in Capite Ecc.æ in cornu Ep.[isto]læ, et est fornicata. [1644]
in ingressu est arcus lapideus cũ duobus columnis hinc et hinc, adsunt cancelli ex ligno …
cũ sere, et clavi bené aptatis; adsunt parietes firmi, et de … subtus obductis firmis
supra arcũ lampadariũ ex auricalco cũ pluribus lampadibus;
ascendit.[ur] ad altare p.[er] unum gradũ lapideũ, suppedaneũ est undiq.[ue] firmũ. [1656]
Adsunt in p[redic]ta Ecclesia duæ fenestræ una in pariete in cornu Ep.[isto]læ, sup.[r]a Altare in summitate altera.
Parietes partibus inauratis sunt hinc inde ornati. …
Altare est ex lapide sculpto cum statuis de eodem lapide, per totum concinnè, et affibrè elaboratum ….
Supra Altare est umbella …
Adsunt … in p.[rædi]cto Altari candelabra lignea, tum argento, tum etiam auro inaurata, et sunt in sufficienti quantitate.
Item Angeli in sufficienti quantitate ex utroque latere et sunt ex ligno pro tenendis candelis.
Insup. et vascula lignea inaurata cum floribus fictis. [1644]
Non habet icona, sed ante Altare est Custodia ubi asservit[ur] SS.mũ iam descripta.
Retro custodia sũt muro adfixi duo Angeli ex lapide liciensi tenentes turibula et naviculis et in medio clatres ferrei,
et lapides licienses obducti ad modũ fenestræ et supra cherubin p.[er] totũ ex eũdẽ lapidẽ. …
Prospectiva Altaris tota est ex lapide liciensi, et p.[er] totũ affabré elaborata habere, quæ dicunt.[ur] de mezzo rilievo.
In summitate Altaris statua lapidea Christi, qui surrexit à sepulcro cũ cruce in manu sinistra hinc inde Angeli.
Subtus in quadã mansicula dicta nicchia statua Beatissimæ Deiparæ cũ puero Iesu. [1656] |
La Cappella del SS.mo [Sacramento] si trova nel lato dell’Epistola sul presbiterio ed ha la volta a botte. [1644]
sull’entrata c’è un arco marmoreo su due colonne ai lati, c’è una cancellata lignea con chiavistello funzionale;
… dall’arco pende un lampadario di ottone con molte luci;
si sale all’altare attraverso un gradino di pietra su una pedana ben ferma. [1656]
In detta cappella vi sono due finestre, una sul lato dell’Epistola [a destra entrando],
ed una in alto dietro l’altare.
Le pareti parzialmente dorate sono d'ambo i lati decorate. …
L’altare è in pietra scolpita con statue della stessa pietra, tutto elegantemente e ricercatamente elaborato. ….
Sull’altare c’è un baldacchino.
Su detto altare … vi sono candelieri di legno, ricoperti parte in argento parte in oro, e sono in sufficiente quantità.
Ugualmente vi sono da ambo i lati sufficienti angeli di legno che reggono candele. Inoltre vi sono vasi di legno dorato con fiori finti. [1644]
Non c’è una Icona, ma davanti all’Altare c’è la Custodia già descritta, dove si conserva il SS.mo.
Dietro il tabernacolo sono fissati al muro due Angeli in pietra leccese con turibolo e navicella,
ed al centro una grata di ferro e pietre leccesi come una finestra con sopra un cherubino della stessa pietra. …
Il davanti dell’altare è interamente realizzato in pietra leccese artisticamente scolpita a mezzorilievo.
In alto sull’altare una statua marmorea del Cristo risorto dal sepolcro con la croce nella sinistra ed angeli ai lati. Sotto in una nicchia una statua della Beata Madre di Dio col piccolo Gesù. [1656] |
Tutte le visite pastorali successive del Sei-Settecento confermano l'esistenza della Cappella del SS. Sacramento a destra dell'abside senza aggiungere nulla di rilevante strutturalmente, ma solo dettagli sugli arredi.
L'elegante arco cinquecentesco del portale presenta superiormente un timpano internamente decorato, retto da due semicolonne che nella parte inferiore sono lavorate a baccelli convessi e superiormente strigilate da scanalature concave. I due capitelli, molto deteriorati, sono dotati di collarino e presentano volute angolari; molto alti appaiono i relativi piedistalli.
Questa cappella rimase dedicata al SS. Sacramento fino al 1805, quando il suo altare del 1742 fu trasferito da mons. Lombardi nell’allora Cappella del Crocifisso ricavata nella parete destra del transetto sotto l’organo e, poco dopo, da mons. Bolognese fu nuovamente trasferita da lì nella 4ª cappella di destra.
Qui sopra vediamo parti dell'altare eretto da mons. Cherubino Nobilione nel 1742 per questa Cappella sul presbiterio: il paliotto (dal 2017) è stato utilizzato per una base della statua d'argento della Madonna dei Miracoli e attualmente (2024) esposta nella terza cappella di sinistra; il ciborio invece è stato utilizzato sull'altare del grande Oratorio del Santissimo Sacramento.
Il presbiterio presenta anormalità caratteristiche: è di una ampiezza straordinaria e l'asse del coro è inclinato rispetto a quello della navata centrale. Se sia imperizia del costruttore o se ciò sia dettato da alcune esigenze di rispetto per gli spazi del Palazzo del duca ch'era alle spalle, o se l'inclinazione possa avere valore emblematico (‘et inclinato capite tradidit spiritum’, Gv 19), è questione difficile a risolversi. Il significato simbolico, allusivo al Cristo morente, costituisce però per Andria una tradizione; e può essere rispettato, anche in relazione al fatto - documentato - che il Vescovo Florio, committente del vano presbiteriale, aveva previsto che il Crocifisso fosse sollevato proprio lì, nel presbiterio (hic), ‘nel punto più alto’. ‘Hìc Chrìstum in mediò suspèndit culmine tèmpli sànguine quì lavìt crìmina nòstra suo’.
[il testo e le immagini della pagina sono di Sabino Di Tommaso (se non diversamente indicato)]