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Le mura e l'attigua rocca di Andria

le descrizioni, le immagini, i resti

Prendendo spunto e suggerimento dai due lavori prodotti dall’arch. Vincenzo Zito su “ L’Antica ‘Porta del Castello’ di Andria” e “ Il Castello normanno-svevo di Andria”, nonché dalla pubblicazione di Antonio di Gioia “Andria    il castello e le mura”, (testi tutti che si consiglia di leggere per approfondire l'argomento e apprezzare interpretazioni diverse della storia dei luoghi) si elabora la presente pagina sintetica, quasi un rapido excursus, sulle Mura e l'attigua Rocca della nostra Città,

  1. leggendo le descrizioni dei cronisti del tempo e degli storici,
  2. interpretando le più antiche sculture, incisioni e dipinti,
  3. osservando i resti rinvenuti sul perimetro dell'Andria medioevale.

2 – le più antiche sculture, incisioni e dipinti

Le prime raffigurazioni delle mura di Andria attualmente disponibili sono:

  1. tre sculture a bassorilievo di metà Quattrocento presenti sull'arco della parete absidale del cappellone di San Riccardo nella Cattedrale della Città;
  2. un particolare della "Tavola del Redentore" facente parte del reliquiario della stessa Cattedrale, databile a fine Quattrocento;
  3. un particolare del dipinto su tavola della " Pietà con Maria Maddalena" dei primi del Cinquecento un tempo nella chiesa di S. Maria Vetere.

formella a bassorilievo nel Cappellone di S. Riccardo in Cattedrale formella a bassorilievo nel Cappellone di S. Riccardo in Cattedrale formella a bassorilievo nel Cappellone di S. Riccardo in Cattedrale
[le tre formelle raccontano alcuni miracoli fatti in vita da S. Riccardo al suo arrivo e ingresso nella città di Andria (clicca sulle immagini per osservarle nella loro reale risoluzione)]

Nelle formelle [1] le mura appaiono scolpite in blocchi regolari e con merlatura quadrata; le torri presso la porta a sesto acuto sono scarpate a pianta semicircolare, le altre due porte sono a tutto sesto; al di là delle mura si vedono sommariamente raffigurati una rocca, la cattedrale con la sua torre campanaria, alcuni altri edifici. (un appunto: penso che lo scultore abbia raffigurato la prospettiva così come la vedeva al suo tempo, non tenendo presente che, se si considera S. Riccardo il primo vescovo della città, come si riteneva allora, il complesso cattedrale non poteva essere già interamente costruito al suo arrivo).
Nonostante che il ririevo delle formelle rappresenti solo simbolicamente la Città di Andria, tuttavia non si può non osservare che due porte e mura ad esse adiacenti, totalmente diverse per struttura, abbiano come sfondo lo stesso panorama edilizio: ci si riferisce qui in particolare alle due formelle della guarigione del cieco e della donna risanata. Nella prima, come si è già osservato, l'arco della porta è a sesto acuto ed è fiancheggiata da due torri di difesa della stessa, nella seconda l'arco della porta è a tutto sesto e non ha torri nei pressi. Tanto porta a pensare che: o queste sculture siano fantasiose e non rispondenti minimamente al contesto reale, o, più probabilmente, si tratti di due porte diverse ma molto vicine tra loro così da avere come sfondo lo stesso panorama, come potevano essere una "Porta di ingresso alla Rocca" e un'altra vicina d'ingresso alla Città, chiamata "Porta del Castello".

particolare della città di Andria nella tavola del Redentore di fine Quattrocento
[particolare della città di Andria nella tavola del Redentore di fine Quattrocento]

In questo quattrocentesco dipinto su tavola, la Città di Andria, illuminata da un sole di primo pomeriggio, è osservata dall'acclivio che a mezzogiorno sale al complesso conventuale di S. Maria Vetere. Le mura in primo piano iniziano, con merlatura parallelepipeda, da una torre (forse) quadrata ad ovest (sinistra) di Porta della Barra; quest'ultima appare in una grande torre anch'essa merlata, con un portale a tutto sesto e caditoia. Da Porta la Barra verso est le mura continuano ancora merlate inframmezzate da tre torri pure merlate, due a pianta semicircolare ed una a pianta quadrata; fra le due torri a pianta semicircolare la mura pare proseguano con finitura non più merlata. Sullo sfondo a sinistra di Porta la Barra sembra che le mura risalgano merlate ad una torre per poi scomparire dietro una chiesa e le abitazioni. Nello sfondo a destra nel dipinto primeggiano per imponenza la cattedrale con la sua torre campanaria merlata e il transetto trasversale, affiancata ma nettamente staccata dal palazzo del Duca [2], che sembra abbia sul lato orientale una torretta (tipo la torre di Arnolfo del Palazzo della Signoria di Firenze o la torretta campanaria del Palazzo dei Consoli di Gubbio) non identificabile come un semplice accesso al terrazzo giù dipinto accanto.

Pietà con Maria Maddalena: particolare di S. Riccardo con la città di Andria

Nella Chiesa di Santa Maria Vetere sino al 15 aprile 1891 erano affissi diversi pregevoli pannelli dipinti, trasferiti in quella data al Museo Archeologico Provinciale di Bari e dal 1928 nella Pinacoteca Provinciale della stessa città; uno di quei pannelli è la tempera su tavola della "Pietà con Maria Maddalena" nel frammento di sinistra, e "i SS. Riccardo e Rocco (o Giacomo Maggiore)" nel frammento di destra; l'insieme, secondo Clara Gelao, è databile al 1503). Qui a lato si riproduce quanto interessa questa ricerca: il particolare di S. Riccardo con il modello della città di Andria.
In questo dipinto della prima metà del Cinquecento, realizzato forse da Costantino da Monopoli (morto nel 1513) o, più probabilmente da un seguace di Baldassarre Carrari (1486-1516), la Città di Andria posata sul braccio sinistro di San Riccardo presenta diverse analogie strutturali con quella dipinta sulla tavola del Redentore della Cattedrale su riprodotta.
La prospettiva appare ripresa da mezzogiorno; le mura evidenziano la parte inferiore scarpata, sembrano merlate e inframmezzate, nel particolare mostrato, da due torri anch'esse scarpate, una a pianta semicircolare, l'altra quadrata; all'interno svetta il campanile della Cattedrale, la quale è impostata su tre navate con il retrostante transetto e sulla facciata una monofora tonda (poteva essere un rosone? ... ma nella tavola della Cattedrale non c'è.) si apre centrale sotto la capriata. Di fianco alla cattedrale e un po'  arretrato s'erge il palazzo ducale.


particolare della città di Andria della litografia di Cassiano de Silva
[Il borgo di Andria a fine Seicento nella veduta di Cassiano De Silva - elab elettr. del colore S. Di Tommaso]

L'immagine su riprodotta è un particolare dell'incisione della "Veduta di Andria" come appariva a fine Seicento; fu realizzata da Francesco Cassiano de Silva in onore del 10º Duca Fabrizio Carafa e inserita nella pubblicazione del Pacichelli "Il Regno di Napoli in prospettiva, diviso in 12 Provincie" edita nel 1703.

In questa acquaforte la Città è vista da occidente: in primo piano le mura che fiancheggiano la porta di Federico II, detta anche di Sant'Andrea, perché addossata all'omonima chiesetta del quartiere-grotte. Le mura tra questa porta e quella rivolta a mezzogiorno, detta della Barra, presentano delle finestre-feritoie, due torri a pianta semicircolare e una a base quadrata; quelle a sinistra che risalgono verso nord sino alla porta detta del Castello sono in parte merlate, non hanno feritoie e, finché sono frontali, sono intervallate da due torri a pianta semicircolare, poi diventano nastriformi e strutturalmente illeggibili.
Di porte quindi se ne vedono tre, le suddette Porta Sant'Andrea, Porta del Castello e Porta la Barra; partendo da quest'ultimo ingresso e costeggiando le mura verso est s'innalza la chiesa con due cupole di Santa Maria di Porta Santa, così detta perché si tramanda sia stata costruita dove un tempo c'era un'altra porta della Città.
L'immagine non mostra alcuna traccia di Castello, inteso come fortezza, ma, quasi centrale nella pianta, domina un'ampia piazza il Palazzo Ducale, diverso da quello rappresentato nella "Tavola del Redentore" perché riedificato dai Carafa, fiancheggiato sulla sinistra dalla Cattedrale. Tra il Palazzo e la Cattedrale si nota un passaggio coperto verso il retro; la Cattedrale presenta nel prospetto le tre porte che danno accesso alle navate e tre finestre in corrispondenza delle stesse, mentre sul lato destro è visibile l'ala delle cappelle laterali e sul sinistro svetta il campanile, completo dei suoi attuali registri.


pianta della Città di Andria in una acquaforte del Murena del 1758 circa, realizzata per mons. Ferrante  pianta della Città di Andria in una acquaforte del Murena, realizzata per il testo dell'Orlandi del 1772
[a sinistra è riprodotto un particolare della pianta incisa (forse) per il vescovo Ferrante (qui è omessa la sottostante didascalia) - a destra quella per la pubblicazione dell'Orlandi]

L'acquaforte attribuita a Carlo Murena e realizzata a metà Settecento (nel 1758 secondo lo storico locale Giuseppe Ceci [3]) su commissione, afferma, di mons. Ferrante per dividere la città nelle due zone da assegnare alla Cattedrale e a San Nicola a seguito delle liti per le rispettive competenze territoriali, appare abbastanza precisa nelle proporzioni e dettagliata per quel che concerne il perimetro murario. Di tale pianta, si hanno due versioni: a sinistra è qui riprodotta quella incisa (forse) per il vescovo Ferrante con in calce la didascalia (omessa nella foto) delle strade, ristampata nel 1982 a cura dell'ing. Riccardo Ruotolo e ampiamente divulgata; a destra quella incisa per la pubblicazione di Cesare Orlandi " DELLE CITTÀ D'ITALIA e sue isole adiacenti compendiose notizie sacre e profane" del 1772 e che non riporta alcuna didascalia.
Le due piante, apparentemente uguali, presentano tuttavia molte differenze nella forma di alcune strutture architettoniche (cliccare sulle immagini per ingrandirle e apprezzare le differenze), ad esempio:
- non c'è coincidenza strutturale tra le torri in molti punti delle mura, come nel caso delle tre torri a destra entrando (sud) di Porta S. Andrea che nella prima riproduzione sono a base quadrata, nell'altra a base semicircolare;
- la chiesa di Porta Santa nella pianta per il Vescovo è confusamente rettangolare a ridosso di una torre, nella pianta per l'Orlandi mostra in modo chiaro una sola delle due cellule ottagonali a cupola, come se l'altra cellula al tempo dell'incisione della pianta non fosse ancora edificata soppiantando (forse) una torre delle mura (secondo l'ipotesi dell'architetto Zito) [4]. Inoltre questa parte del disegno attribuito al Morena è in netto contrasto con la veduta di Cassiano de Silva, che, come s'è visto, disegna su questa chiesa  due cupole.
- nella pianta stampata per il Vescovo, "l'arco di Monsignore", eretto tra due isolati a fianco del palazzo episcopale (presso il n.6) è interrotto come lo si vede attualmente nella realtà, mentre nella pianta (a destra) tratta dal libro dell'Orlandi (della biblioteca Bodleiana di Oxford) è integro, probabilmente perché non ancora demolito.
Queste rilevanti discordanze tra le due carte fanno supporre che l'acquaforte inserita nel testo dell'Orlandi sia precedente a quella approntata per il vescovo (Ferrante), per il quale la prima fu dopo adattata, apportando le modifiche edili nel frattempo sopravvenute ed aggiungendo la didascalia necessaria per chiarire i limiti di competenza territorriale tra due chiese.
La cattedrale in ambedue le piante non presenta le cappelle laterali, nonostante esistessero sin dal 1477.
Le mura non hanno merlatura, sono intervallate da torri sia a pianta semicircolare che quadrata e l'accesso alla città è prevista da quattro porte: Porta del Castello, disegnata verso Nord; Porta la Barra e Porta Nuova (edificata con molta probabilità nella prima metà del Settecento), disegnate verso Sud; Porta Sant'Andrea verso Ovest. A sinistra entrando da Porta del Castello e a circa 30 passi napoletani dalla stessa sporge un possente bastione pentagonale, non rilevabile nella precedente veduta del De Silva, forse per il sistema a prospettiva adottato dall'artista.


particolare della tela posta nella lunetta del 1º fornice di sinistra in S.Agostino Particolare di un affresco nel Chiostro di S. Maria Vetere

Del Settecento si hanno anche due raffigurazioni pittoriche delle mura, una su una tela presente nella lunetta del 1º fornice a sinistra entrando nella Chiesa di S. Agostino di Andria, l'altra in un affresco dipinto in una lunetta del chiostro di S. Maria Vetere.
Nella tela di fine Settecento affissa in Sant'Agostino è dipinto il protettore della Città, San Riccardo con San Leonardo, a cui quella chiesa era precedentemente dedicata; sui due santi aleggia lo Spirito Santo. San Riccardo, in tenuta episcopale, volge gli occhi alla Colomba per cogliere ispirazioni alla sua pastorale, e regge con la sinistra il Libro su cui è riprodotta schematicamente la città di Andria con i suoi caratteristici campanili. La città è dipinta osservandola da mezzogiorno, con la Porta della Barra in primo piano, dalla quale si allungano le mura approssimativamente dipinte senza merlatura né torri.
Nell'affresco, anch'esso di fine Settecento, realizzato in una lunetta del chiostro di S. Maria Vetere la Città di Andria è dipinta nella parte destra del soggetto principale: il Cristo seduto tra nembi al quale la Madre Maria indica e raccomanda S. Francesco e S. Domenico proni all'estrema sinistra. Andria, nel particolare dipinto, appare cinta di mura non merlate con quattro torri, due a pianta quadrata merlate tra due a pianta semicircolare.

tela dei primi del Novecento, di c. Zimatore: S. Riccardo presso le mura di Andria

Ai primi del Novecento mons. Eugenio Tosi fece dipingere dal valente pittore calabrese Carmelo Zimatore (1850-1933) questa grande tela dell'ingresso di San Riccardo in Città; essa inizialmente fu affissa sotto la volta di un salone dell'episcopio, per un certo tempo poi venne depositata in soffitta, infine fu posta sulla controfacciata della Cattedrale di Andria, dove è oggi possibile ammirarla. Per quanto il dipinto è frutto di pura immaginazione, comunque è probabile che il pittore prima di delineare la sua opera si sia documentato sulle reali strutture architettoniche dell mura di Andria. Egli ha qui dipinto parte di Porta del Castello, il relativo scorcio sinistro delle mura e una torre tonda, rifinendo il tutto con dettagli che appaiono sovrabbondanti rispetto alle reali rifiniture evidenziate dagli altri dipinti precedenti e su esaminati.


Alcune conclusioni relative alle immagini analizzate

  • Nel Quattrocento e Cinquecento le mura erano merlate, le torri erano scarpate come le mura, alcune a pianta semicircolare, altre a pianta quadrata;
    le porte visibili nelle sculture o dipinti sono solo Porta della Barra e Porta del Castello, più (forse) una porta di accesso alla Rocca eretta presso la porta detta del Castello;
    il palazzo del Duca è dipinto con una torretta (di vedetta o campanaria) verso est (Via Vaglio).
  • Nelle raffigurazioni del Seicento e del primo Settecento nelle mura è stato aggiunto, a Est della Porta del Castello e a circa 30 passi napoletani dallo stesso, un bastione pentagonale;
    le porte d'ingresso alla Città sono tre, Porta del Castello, Porta la Barra e Porta S. Andrea.
  • Da metà Settecento è stata aperta una quarta porta, perciò detta Porta Nuova;
    le mura non presentano più merlature (forse distrutte dalle guerre e non più riedificate);
    esistono al tempo ancora le torri in un numero non valutabile;
    la chiesa di Porta Santa, nella pianta estratta dal testo dell'Orlandi, non ha la seconda cellula ottagonale come se non fosse stata ancora edificata, e presenta integre le adiacenti mura.

Si riporta infine l'indice d'inizio pagina per effettuare eventuali altre scelte di approfondimento.

  1. leggendo le descrizioni dei cronisti del tempo e degli storici,
  2. interpretando le più antiche sculture, incisioni e dipinti,
  3. osservando i resti rinvenuti sul perimetro dell'Andria medioevale.

NOTA

[1] Ecco uno stralcio della lettura delle formelle fatta da Vincenzo Zito a pag. 14 del citato studio "Il Castello normanno-svevo di Andria":
"Le formelle della cappella di S. Riccardo nella Cattedrale rappresentano il complesso del Palazzo Ducale e della Cattedrale da un punto di vista esterno alla Porta del Castello, opposto a quello della tavola del Redentore. Sono visibili le mura della città con la Porta del Castello, la retrostante torre dei Del Balzo, la Cattedrale e l’attiguo campanile, il tutto in forma simbolica, semplificata e deformata. In particolare nella formella del cieco si nota, da destra sullo sfondo, il campanile merlato, il transetto della Cattedrale con il coro sporgente verso una torre merlata, a sinistra, che potrebbe essere il palazzetto dei Del Balzo ... . Simile rappresentazione schematica si vede nella formella della disabile ... . Le suddette formelle confermano, dal punto di vista opposto, quanto rappresentato nella tavola del Redentore."

[2] Da pag. 12 del testo citato nella precedente nota si rileva la seguente osservazione:
"Esaminando la parte che riguarda il Palazzo Ducale ... si nota che questo aveva forma di torre, privo di merlatura, della stessa altezza del transetto della Cattedrale, ubicato con lo spigolo nord-ovest in corrispondenza dello spigolo sud-est del transetto medesimo ma “staccato” dalla chiesa. Ai piedi della torre s’intravede la sommità di quello che potrebbe essere un corpo di fabbrica più basso, ma che non si può distinguere con certezza perché il dipinto presenta delle lacune. La Cattedrale si presenta priva delle cappelle laterali e il transetto sporge dai fianchi delle navate. Non è ancora realizzato l’attuale presbiterio, costruito nel 1494 ad opera di Alessandro Guadagno. Il campanile, che appare più snello di quanto non sia in realtà, è limitato al basamento ed al primo livello, culminante con una merlatura. ..."

[3] cfr. N.Vaccina-Lamartora, "ANDRIA, le sue VIE e i suoi MONUMENTI a volo d'uccello", Tip. F. Rossignoli, Andria, 1911 pag.VI

[4] A proposito scrive Vincenzo Zito a pag. 25 del "L'antica 'Porta del Castello' di Andria" citato:
"La chiesa attuale è composta da due cellule, coperte ciascuna con una cupola ottagonale, e risulta essere stata edificata in due tempi successivi: dall'esame dei paramenti murari interni si può dedurre che la prima cellula è chiaramente più antica della seconda. ... In quest’ultima è presente uno stemma della città di Andria che reca la data del 1573, che forse indica l’anno di costruzione della seconda cellula. Da un atto notarile del 1542 si ha conoscenza di un bastione di Porta Santa e nel primo paragrafo si è visto che le porte erano spesso difese da uno o due torri. Il bastione, quindi, potrebbe essere stato utilizzato come basamento per la costruzione della seconda cellula, la quale effettivamente sporge all’esterno del circuito murario."