[La 4' cappella di destra - elaborazione elettronica su foto di Sabino Di Tommaso - 2011
, 04/2023]
Questa cappella della navata destra, con volta a crociera come la precedente, nel Seicento e nel secolo successivo risulta dedicata a Sant'Antonio Abate; nell'Ottocento diviene cappella del SS. Sacramento e, dotata di molte suppellettili, mostrava presso la parete di fondo un elegante altare di marmo (foto a fine pagina) ed all'ingresso una balaustra in breccia corallina con una inferriata di ottoni finemente lavorata.
Di questa 4ª cappella di destra il primo a farne ampia menzione è mons. Cassiano
nella relazione sulla sua Santa Visita condotta a metà marzo del 1656.
la descrive con una affollata icona sull’altare nonché anche affrescata sulle pareti laterali.
Dopo aver ordinato alcuni interventi ritenuti indispensabili, come la pavimentazione con pietre simili a quelle della Chiesa,
l’imbiancatura della volta e delle pareti deteriorate dall’umidità,
la protezione della finestra con i vetri ed il completamento della parte inferiore-paliotto dell’altare,
nonché l’acquisto di alcune suppellettili mancanti, descrive l’icona posta sull’altare.
L’Icona sul dossale era di legno, con una cornice di legno dorato.
Al centro c’era la Beata Maria Vergine col piccolo Gesù. A destra S. Antonio Abate, a sinistra S. Antonio di Padova.
Sopra il Salvatore. Alla destra del Salvatore l’Angelo Gabriele, a sinistra la Vergine Sacratissima Annunziata.
Sulla parete del lato evangelo era dipinta la Beatissima Vergine con gli Apostoli alla discesa della Spirito Santo, a sinistra gli Angeli.
[trascrizione del testo originale in latino] | [traduzione] |
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Cappella S.Antonij Abbati
Hæc Cappella est contigua suprad.[ict]æ et in eodem ordine, et navi.
In limine sunt cancilli sed absunt clavi; mandavit fieri infra decem dies.
Et sterni infra menses quatuor pavimentũ lapideũ similẽ et ad æqualitatẽ ndri Ecc.[lesi]æ, necnõ eo tempore claudi os sepulcri quod ex insignis apparet de familia de Marulli, … … Et fornice vetustate, et humiditate leptũ(?), et parietes … … dealbari, … sub poena mand.[avi]t. Fenestra supra altarẽ ad lumen vel vitris, seu tela saltem cerata …, claudat[ur] … .
Ascendit[ur ad altare p[er] gradũ lapideũ in planitie, suppedaneũ in aliqua sui parte est firmandũ,
prout mand.[avi]t statim firmari sub pœnis &.
Et quia altare magna ex parte est vacuũ, muro firmo undiq. infra mensẽ repleat[ur] sub pœnis & ….
Icona altaris est ornata ligno inaurato, et icona ipsa est ex ligno.
In eius medio imago Beatæ Mariæ Virginis cũ puero Iesu. A dextris S. Antonij Abbas, S. Antonij de Padua à sinistris. Supra Salvator. A dextris Salvatoris Angelus Gabriel, à sinistris Virgo Sacratis[sim]a Annuntiata. In cornu Evangelij in pariete est depicta Beatis[sim]a Virgo cũ Apostolis quando supervenit Spiritus Sanctus. A sinistris imago Angelorum … |
Cappella di Sant'Antonio Abate
Questa Cappella è contigua alla suddetta [di S. Giacomo] nello stesso ordine e nella stessa navata.
Sull’ingresso c’è una cancellata senza chiavistello; [il Visitatore] ordinò fosse realizzato entro 10 giorni.
Ordinò anche che entro quattro mesi si pavimentasse con pietre simili e allo stesso livello di quelle della Chiesa; nello stesso tempo chiudere l’orifizio del sepolcro che dalle insegne sembra appartenga alla famiglia Marulli … Ordinò poi di imbiancare la volta e le pareti, deteriorate per la vetustà e dall’umidità, … . Ordinò che entro un mese si chiudesse con vetri o con tela cerata la finestra che dà luce sull’altare, … .
Si sale sul ripiano dell’altare attraverso un gradino di pietra;
la predella in qualche parte deve essere ancorata, onde ordinò che subito venisse fissata, … .
Poiché l’altare è per gran parte vuoto, ordinò che entro un mese fosse completato da ogni lato con una muratura, su solita pena.
L’Icona sul dossale dell’Altare è di legno, con una cornice di legno dorato.
Al centro c’è la Beata Maria Vergine col piccolo Gesù. A destra S. Antonio Abate, a sinistra S. Antonio di Padova. Sopra il Salvatore. Alla destra del Salvatore l’Angelo Gabriele, a sinistra la Vergine Sacratissima Annunziata. Sulla parete del lato evangelo è dipinta la Beatissima Vergine con gli Apostoli alla discesa della Spirito Santo, A sinistra gli Angeli … . |
Egizio nella sua relazione del 1659 annota che la Cappella di S. Antonio si chiudeva con un cancello di legno e, mentre l’icona era raffinata, tuttavia l’altare era del tutto deludente, poiché mancava di tutto ciò che serviva per celebrare.
Accessit deinde ad Cappellã Sancti Antonij quæ clauditur cancellis ligneis, et licet icon sit elegans attamen Altare est totaliter destitutũ, et in eo desiderant.ur omnia ad usũ celebrat.nis necessaria; unde Ill.mus D.nus mand.t D. Thomæ Bruno exarciri seù Procuratori Rev.di … … dictæ Cappellæ Beneficiati, ne redditus d.æ Cappellæ alicui exolvat inconsulto d.o Ill.mo D.no ad effectũ ut moneat.ur Beneficiatus qui … illis … pro reparat.ne, et confect.ne omniũ necessariũ sub pænis suspens.is altaris, et privat.nis Beneficiati _ infra tres menses. |
Entrò poi nella Cappella di S. Antonio che si chiude con un cancello di legno e mentre l’icona è raffinata tuttavia l’altare è del tutto deludente, poiché manca di tutto ciò che serve per celebrare; pertanto l’Ill.mo Sig. [Vescovo] ordinò a D. Tommaso Bruno o al Procuratore Rev. … beneficiario della cappella, che non fossero utilizzati i redditi di tale cappella senza suo consenso, onde riparare e acquistare entro tre mesi tutto il necessario, pena la sospensione delle celebrazioni e la confisca del beneficio. |
Nel 1694 mons. Triveri scrive che la cappella era voltata a botte e sull’altare c’era un quadro con a destra l’immagine di S. Antonio Abate e a sinistra poi l’altra di S. Antonio [di Padova].
Successive visitatũ fuit Altare S. Antonij Abbatis, |
Successivamente fu visitato l’Altare di S. Antonio Abate |
Nulla aggiunge mons. Ariano nelle relazioni sulle sue visite successive del 1697 e del 1704.
"Viene appresso la Cappella del SS. Sacramento, con altare di marmo e balaustra di marmo paesano, chiamato breccia, che è misto di pietre rosse, bianche, e nere, la inferiata é fornita di lavori di ottone con gran fascia dello stesso metallo in cima. Nel mezzo vi è lo stemma del calice coll'Ostia tra gli altri fregi.
A fianchi dell'altare sono affissi due quadri, il primo che figura il sommo sacerdote Melchisedec in atto di compiere il sacrificio del pane, e del vino; e il secondo che rappresenta il sacrifizio di Abramo, in atto di scaricare il colpo sull'innocente Isacco, genuflesso ai suoi piedi, mentre un Angiolo, che scende dall'alto, sta in atto di trattenergli la destra. Il pavimento è lastricato di mattoni verniciati. Vi si osserva effigiato il ritratto di Monsignor Anelli con questo breve elogioDominicus Anellis
Patritius et Episcopus Civitatis Andriae
Die XIV Mensis Iulii Anno MDCCXLI
Requievit in DominoHa un rilievo animato questo ritratto in gran zazzera, mitre, e vesti pontificie, con guanti e sandali, e grandi origliere sottoposto al capo. Due stemmi fiancheggiano la iscrizione, esprimenti un albero; nel mezzo il pastorale, e quindi un braccio, che tiene un anello nella mano. A destra della porta avvi una lapide di marmo così scrittaD. O. M.
Altare hoc privilegiatum
In perpetuum
Pro animabus Fratruum et Sororum
Huius Archisodalitatis SS. Sacramenti
Atque charitate unanimes in Cristo
Requievere
Quantocius ab exspiatricibus flammis
Aeterna beatitate donentur
Idque praeterea privilegium
In obitu et deportatione fratrum, sororumque
In quolibet huius Catthedralis Ecclesiae altare
Quo pro ipsis sacrum piaculare fiet
Ampliandum fore
Pius VI Pontifex Maximus
Ex brevi sub die VI Maji MDCCXCIV exarato
Benigne indulsit
Hanc lapidem in perenne monúmentum
Devota Archisodalitas
Apponi curavit... A dritta e sinistra di questa cappella sonovi due stipiti, per conservarsi i sacri crismi e la chiavetta della custodia. Il quadro dell'altare esprime la cena del Redentore fra i suoi apostoli. Giuda ben si distingue nel suo ciglio di Traditore. Ai due corni dell'altare son collocati nel muro due grandi cornucopii di ottone, lavoro eseguito dal valente artefice Andriese Giuseppe Riccardo Civita terminando ognuno a tre bracci, il medio con calzuolo per conficcar un cerio, e gli altri due laterali con Angioletti, che portano in testa due coppe per le lampadi che si tengono accese. Intorno a detti cornocopii son rilevati bellamente dei fogliami.Lavoro del medesimo Mastro sono i due ordini di candelieri, delle giarre, dei fiori rilevati in lame di ottone che sono allogati sù i gradini dell'Altare, e delle carte di gloria, non che dei festoni dell'Architrave, in gran fascia dei quattro pilastrini finamente traforati con basi e capitelli, che elevansi sopra la balaustra a colonnette; non che le ampie lastre scorniciate attaccate agli stipiti, e per tutta la lunghezza della porta bivalva, che chiude la Cappella sopra la quale sono allogati sei giarre di ottone massiccio."
Oggi nel centro di questa cappella, scomparsa la tomba di Mons. Domenico De
Anellis, è visibile un grande fonte battesimale in pietra del sec. XV,
precedentemente posto nella prima cappella di sinistra. Alla parete di fondo
su una mensola è poggiata una statua del Cristo Risorto, proveniente
dalla retrosacrestia della Cattedrale e prima posto nel presbiterio
sull'ingresso della sacrestia; a terra sulla sinistra un cero pasquale.
Il quadro dell'ultima cena (cm 134 x 180), che un tempo era sull'altare di questa cappella,
ora (dal 2019) si trova al Museo Diocesano "San Riccardo".
"Accanto alla Cappella del Sacramento vi è la Sacrestia della Confraternita del Santissimo, dove si radunano i confratelli nei giorni festivi, ed in tutte le occorrenze, per l'accompagnamento del S. Viatico agl'infermi moribondi." [nell'attuale uscita laterale.]
Nel Settembre del 2014 le due tele che un tempo ornavano questa cappella: "Melchisedech offerente pane e vino" ed "Abramo nell'atto di sacrificare Isacco" soto state affisse sulle pareti absidali del presbiterio, immediatamente sopra il coro.
L'altare settecentesco in marmi policromi su visto dal Borsella a metà Ottocento, era stato realizzato nel 1742 ed elevato nella primitiva cappella del SS. Sacramento (l'attuale cappella della Sacra Spina); tra il 1822 ed il 1830 fu spostato da mons. Bolognese nella cappella del Crocifisso che allora era eretta sotto l'organo di fronte al cappellone di San Riccardo, indi in questa cappella. Attualmente (2017) è stato parzialmente (il solo paliotto) montato nella terza cappella di sinistra, mentre il ciborio con altri pezzi è stato utilizzato per l'altare dell'attuale Oratorio del SS. Sacramento.
Scrive infatti l'Agresti nel testo sotto citato:
"Mons. Bolognese ... Fe pure trasferire l’altare del SS. Sacramento, dall’antica cappella [in nota aggiunge: "L’antica cappella del Santissimo era sita sul Presbiterio, e, propriamente, in quella adibita, ora, per la S. Spina."] in quella del Crocifisso (sotto l’organo), e, poscia nell’attuale cappella."
[tratto da "Il Capitolo Cattedrale di Andria ed i suoi tempi", di Michele Agresti, tip. F. Rossignoli, Andria, 1912, vol.I, Cap. XVI, pag. 390].
[il testo e le immagini della pagina sono di Sabino Di Tommaso (se non diversamente indicato)]