Anche questa strada stretta e basolata dietro a San Domenico, parallela alle vie Serpentina, Conte Marulli, Pier delle Vigne e Beatrice D'Angiò, nonché trasversale a Via Corrado IV e via Quarti, era anticamente chiamata "1a Ruga Lunga"; ad essa seguivano una seconda ed una terza ruga [1].
In essa, al n. 57, si ammira un antico palazzo settecentesco della aristocratica famiglia di Riccardo De Russi, molto simile, per l'eleganza delle linee architettoniche del portale e del balcone, a quelli (anch'essi presentati in questa fugace passeggiata) in Via Corrado IV e in Via Lucrezia Cipriani.
«Famiglia piacentina venuta in Andria per essersi imparentata con quella dei Tesorieri. La famiglia andò via da Andria alla fine del 1700 per opera di Domenico Tupputi, patriota antiborbonico. Il sepolcro gentilizio fu costruito da Riccardo Tupputi nel 1637 presso l'altare di S. Domenico nella Chiesa omonima. Sulla pietra sepolcrale, oltre ad esserci lo stemma di famiglia vi è la seguente iscrizione:
Riccardo Zagaria, riprendendo la notizia da Michele Agresti, nel testo che segue ricorda la presenza in questa strada della chiesetta di San Martino. Probabilmente si trovava proprio dove successivamente è stato eretto il suddetto l'edificio che presumiamo appartenuto ai Tupputi.
"Su questa strada c'era una chiesetta oggi non più esistente "San Martino; su una via intercomunale delle Rughe Lunghe, oggi denominata Via Tupputi, presso la Chiesa di S. Domenico."
[tratto da "Descrizione storico-artistica di Andria - Parte prima: Andria Sacra", di R. Zagaria, tip. F.Rossignoli, Andria, 1927, pag 10]
Si noti sul palazzo della foto a destra la finestra, che presenta ai lati degli stipiti due mensole in pietra sporgenti e forate, due beccatelli: nei predetti fori sembra si introducesse un asse che reggeva nelle feste un drappo o, in caso di pericolo, un tavolato per la difesa. La stessa opera è presente ad una casa in via Oliva e ad un'altra in via arco Marchese, un'altra ancora ad una finestra sul retro della palazzina Lupicini in via Calderisi (ma nel cortile di via Palestro), poi ancora in via Curtopassi, al n. 22 di Via De Maioribus e nel cortile dietro l'arco di Sant'Antonio.